Michael
Schumacher, 8° nel GP del Giappone dominato da Barrichello, si aggiudica il
sesto titolo mondiale, la Ferrari vince il 13° mondiale costruttori.
Grazie anche alla gara perfetta di Rubens
Barrichello, Michael Schumacher al termine del Gran Premio del Giappone a Suzuka
si porta a casa il suo sesto titolo mondiale, uno in più di Juan Manuel Fangio,
il quarto consecutivo, ed entra definitivamente nella leggenda non solo della
Formula 1 ma di tutto lo sport. E’ stata una gara al cardiopalma per quasi tutta
la sua durata, con Michael costretto a partire quattordicesimo in griglia a
causa della pioggerella che lo ha frenato in qualifica, poi, per giunta, mentre
era in piena rimonta, al sesto giro si è toccato con l’idolo locale Takuma Sato,
neosostituto di Jacques Villeneuve alla BAR, e ha dovuto fermarsi ai box per
cambiare l’alettone anteriore danneggiato e ha anticipato così il primo
rifornimento. Piano piano, Schumi ha guadagnato altre posizioni, ha battagliato
col fratello Ralf, lo ha sorpassato al terzo e ultimo pit-stop e infine lo ha
costretto a tamponarlo leggermente quando Da Matta ha frenato improvvisamente
davanti a entrambi obbligando il ferrarista a cambiare traiettoria. Schumi ha
tagliato il traguardo ottavo, conquistando il punticino che gli serviva per
assicurarsi la certezza matematica del titolo.
La Ferrari si aggiudica, oltre il suo tredicesimo
titolo piloti, anche il tredicesimo mondiale costruttori, il quinto consecutivo,
e il contributo maggiore stavolta è arrivato da Rubens Barrichello che, partito
in testa, è stato superato nel corso del primo giro da Juan Pablo Montoya ma ha
approfittato del ritiro del colombiano dopo nove giri per un problema di
idraulica, e ha dominato tutta la gara, cogliendo la settima vittoria della
carriera e chiudendo quarto nel mondiale avendo beneficiato degli zeri di Ralf e
Alonso. Il brasiliano ha assolto fino in fondo al compito che aveva in questa
gara: impedire di vincere a Kimi Raikkonen, l’ultimo che ancora poteva togliere
il titolo a Schumi. Nel corso del 15° giro, per il gioco dei pit-stop, con Kimi
primo e Schumi fuori dai punti, il finlandese era campione del mondo: ma è stato
un attimo, anche se il timore di una beffa per i tifosi della Ferrari è stato
sempre dietro l’angolo fino agli ultimi dieci giri. La Ferrari ha adottato la
tattica delle tre soste, Raikkonen, secondo alla fine, ha tentato l’azzardo
disperato delle due soste, una in meno anche del suo compagno di squadra David
Coulthard, che ha chiuso terzo proteggendolo negli ultimi giri, ma non è
bastato. Raikkonen ha lottato come un leone per tutto l’anno e ha chiuso a due
punti da Schumi vincendo solo un Gran Premio, ma se la McLaren-Mercedes avesse
vinto il titolo con la vettura, sia pure modificata, dell’anno scorso, la cosa
avrebbe avuto del sensazionale nella Formula 1 di oggi.
Per quanto riguarda gli altri, la Williams ha
buttato via il mondiale costruttori con una serie di errori incredibili nelle
ultime gare e oggi, a parte la sfortuna di Montoya, Ralf ha fatto una gara
disastrosa condizionato dai soliti complessi di inferiorità nei confronti del
fratello. L’attenuante di partire in ultima fila del tedesco regge solo in
parte: Jarno Trulli, che partiva di fianco a lui, ha fatto invece una gara
fantastica arrivando quinto anch’egli con due sole soste, esattamente come le
due BAR di Jenson Button, quarta, e Sato. Il giapponese, al rientro in Formula 1
dopo un anno, ha chiuso sesto dopo che dodici mesi fa aveva era stato quinto
proprio sulla pista di casa, e questi sono i suoi due unici piazzamenti in zona
punti in carriera. Anche Fernando Alonso, il campione di domani, si è ritirato
per colpa del motore mentre era in lotta con Barrichello. Inesistenti come al
solito Giancarlo Fisichella, che finalmente lascia la Jordan, e le due Minardi.
Si conclude così un’annata equilibratissima e, nelle sue ultime fasi, davvero
entusiasmante, ma che vede Michael Schumacher trionfare meritatamente ancora una
volta: passano gli anni ma la voglia di vincere di Schumi non si spegne mai e
trascina con sé tutti gli uomini della Ferrari. E’ forse questo il merito più
grande del campione tedesco, che da oggi guarda tutta la storia della Formula 1
dall’alto in basso. Che la festa cominci, a Suzuka, a Maranello e a Kerpen.
CONTINUA..