Il 10 maggio 1967 moriva Bandini, uno dei piloti italiani più amati in assoluto
dalla gente, come
testimoniarono gli imponenti funerali svoltisi a Milano.
Riuscito a coronare il sogno di correre per la Ferrari, Lorenzo brillò
subito nel mondiale marche, svettando però solo una volta in F.1.
Il '67 doveva essere il suo anno, quello buono per il titolo iridato,
ma all'81° giro del GP di Montecarlo la fortuna gli voltò nuovamente le
spalle. In modo definitivo. Esattamente il10 maggio, quando Lorenzo
Bandini cessò di vivere nel nosocomio di Montecarlo, dov'era ricoverato
dallo schianto avvenuto tre giorni prima alla chicane del porto di
Montecarlo.
Aveva 31 anni. La sua carriera era stata una scalata lenta, meticolosa,
faticosa, con i vari gradini saliti con enormi sacrifici, fino alla vetta
della F.1, fino all'Olimpo della Ferrari, fino alla gloria della prima
vittoria iridata. E, passo dopo passo, era giunta l'ora di puntare al
titolo iridato, se non fosse stato per una curva del destino, una
maledetta chicane: innaturale, artificiosa come tutte le chicane, e
mortale per Bandini.
Fino a quel momento, al contrario delle tante soddisfazioni ricevute
dalle gare Sport, in F.1, la sorte gli era stata favorevole solo in una
occasione, nel Gran Premio d'Austria del '64, anche se erano stati tanti
gli episodi che lo avevano visto protagonista.
Il più clamoroso, che inquadra anche l'uomo Bandini, è forse quello
riguardante il Gran Premio del Messico del '64, in occasione dell'ultimo
appuntamento iridato, dove il pilota italiano aveva determinato la
conquista del titolo del suo capitano John
Surtees, in lizza con Graham
Hill e Jim Clark, tamponando l'inglese e, dopo il ritiro dello scozzese,
facendosi superare dal suo capitano, che aveva così conquistato
l'iride.
Un'iride cui Lorenzo crede fermamente nel '67. A Montecarlo, è
determinato a vincere. Può farcela. Al via, scatta subito in testa non
accorgendosi che alle sue spalle Brabham inonda la pista di olio per la
rottura del motore: lo vedono tutti tranne lui, che è appunto davanti, e
che su quell'olio finirà nel giro successivo perdendo la leadership.
Bandini riprende con più rabbia e compie sorpassi su sorpassi. È 2°
quando mancano 19 giri alla fine: esce dal tunnel, imbocca la chicane, ma
invece di uscirne, sbatte violentemente contro una balla di paglia: la macchina si
capovolge, prende fuoco, imprigionando il pilota in una gabbia
rovente.
La monoposto del ferrarista verrà trovata in 5° marcia quando invece
avrebbe dovuto essere in 3°: la tesi più accreditata sarà quindi quella
della stanchezza del milanese, che aveva dato il massimo e forse anche di
più. La reazione di sua moglie Margherita fu di un dolore composto, forse
per rispettare la volontà di Lorenzo, che tante volte aveva ammonito:
«In
caso di incidenti, non fate drammi».