Personaggi:
Andretti M. Ascari A. Clark J. Dennis R. Fangio J.M. Ferrari E. Forghieri M. Hamilton L. Hill G. Lauda N. Lotus Mansell N. Moss S. Patrese R. Peterson R. Piquet N. Prost A. Raikkonen K. Rindt J. Schumacher M. Senna A. Stewart J. Villeneuve G. Williams F.
Team storici:
Alfa Romeo B.R.M. Brabham Tyrrell
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Ayrton Senna da Silva nasce il 21 Marzo 1960, secondogenito di Milton da
Silva, proprietario terriero e uomo d’affari.
Suo padre, grande appassionato di gare
motoristiche, nota che Ayrton è molto attratto dalle macchine e, al quarto
compleanno del figlio, gli regala un kart.
E’ uno studente
svogliato ma, per non perdere il suo privilegio di guidare, si impegna
come meglio può, anche se il suo cuore è altrove. All’età di otto
anni guida già la macchina del padre e guarda all’Europa e le imprese
di Jim
Clark e Jackie
Stewart sono la sua ispirazione. In questo periodo il primo grande
pilota brasiliano, Emerson Fittipaldi, inizia a farsi un nome con la
Lotus
di Colin Chapman. Al suo decimo compleanno suo padre gli regala un vero
kart da competizione.
Dato che al tempo l’età minima per correre con il
kart in Brasile è di tredici anni, Ayrton si accontenta di fare pratica
sul locale circuito per kart di Parco Anhembi. Nel 1972 il Brasile ha il
suo primo Campione del Mondo, Emerson Fittipaldi, e l’anno successivo il
suo primo Gran Premio a Interlagos, poco fuori San Paolo. La gara viene
vinta dal neo Campione del Mondo ed è festa per tutto il Brasile. In
mezzo a tutta questa eccitazione c’era un ragazzo che sogna di diventare
non un nuovo Fittipaldi o Jackie Stewart ma il migliore di sempre. Quando
finalmente compie 13 anni comincia a correre legalmente. La sua prima gara
è nello stesso anno nella pista di kart che fa parte del complesso di
Interlagos. Nella gara ci sono tutti i piloti locali più in gamba,
tra cui Maurizio Sala. Ayrton mostra subito tutta l’energia repressa che
si porta dentro da quando ha cominciato a guidare e vince la gara.Nel 1977 Ayrton vince il Campionato Kart Sudamericano e si
ripete l’anno successivo. L’obiettivo di tutti i piloti di kart è
l’Europa ed il Campionato del Mondo a Le Mans, ed è lì che Ayrton va
l’anno successivo. Contro molti avversari fortissimi, Ayrton riesce ad
arrivare sesto assoluto e la cosa viene considerata un’impresa
sensazionale per un pilota della sua esperienza, ma egli torna scontento
in Brasile per non aver vinto nessuna delle tre gare che componevano le
finali. Nel 1979 torna in Europa per un’altra stagione e finisce secondo
nel Campionato del Mondo all’Estoril. L’anno successivo a Nivelles in
Belgio arriva nuovamente secondo. Sempre in Inghilterra, nel 1981,
corre in Formula Ford 1600cc nel team Van Diemen di Ralph Firman.
Sposato con Liliane Vasconcelos, va ad abitare in un appartamento in
affitto vicino a Snetterton e si adatta velocemente alle macchine 1600cc.
Le gare si svolgono ogni fine settimana ed a Brands Hatch Ayrton debutta
arrivando ottavo. Una settimana dopo, a Thruxton, arriva terzo.
Quell’anno ci sono tre campionati paralleli e lui partecipa a due di
questi e torna presto a Brands Hatch. Van Diemen nota il potenziale nel
suo giovane pilota e gli assegna una nuova vettura con la quale arriva
puntuale la prima pole.
Questo primo anno in
Inghilterra lo vede vincere entrambi i campionati nei quali corre. Ayrton
si trova ora ad un bivio nella sua vita dal momento che per correre ha
bisogno di nuovi sponsor. Il problema è complesso dal momento che le
sponsorizzazioni dal suo paese vanno principalmente ai tanti piloti
brasiliani che corrono nelle formule superiori. Frustrato Ayrton annuncia
il suo ritiro affermando che un pilota mediocre con i soldi può avere la
macchina migliore e correre, mentre un buon pilota senza soldi se ne deve
andare. Torna quindi in Brasile dove lavora aiutando il padre nei suoi
affari. Ma dopo quattro mesi il fuoco che gli brucia dentro gli fa
prendere la decisione di ritornare nel mondo delle corse. La moglie,
abituata a vivere nel lusso, sa che la nuova vita di Ayrton sarà fatta di
sacrifici e rinunce e decidono di separarsi di comune accordo. Suo padre
gli fornisce una sponsorizzazione in aggiunta a quella di una banca
brasiliana per poter gareggiare un altro anno.
Nel 1982 vince 22 gare ed
il campionato. La tappa successiva è la Formula 3, che è l’ultimo
passo prima della Formula Uno. Il Campionato Britannico di Formula 3 era
composto da 20 circuiti diversi tra loro in grado di mettere alla prova
sia il pilota che la vettura. Due piloti entrati nel 1983 sono i favoriti: Ayrton da Silva e la grande
speranza britannica Martin Brundle. Ayrton inanella subito nove vittorie
prima di avere un incidente in prova che fa vincere la gara successiva a
Brundle. Il campionato è ora diventato una lotta a due tra i favoriti del
pre campionato che lasciano il vuoto dietro di loro. Il campionato si
decide all’ultima gara a Thruxton. Ayrton, mostrando la determinazione e
l’attenzione al dettaglio che diventeranno la sua caratteristica, fa
ricostruire il motore e lo fa verificare dalla Novamotor italiana. Riesce
a conquistare la pole e vince la gara ed il titolo. L’anno di Formula 3
si conclude a Macao, dove si
sfidano piloti di tutte le serie nazionali. Ayrton vince la gara e si
comincia a concretizzare una trattativa tra lui ed un team di Formula Uno.
Il suo nome è ormai sulla bocca di tutti, mai si era visto un
simile talento prima di lui, capace di vincere, subito, in
qualunque categoria e con qualunque vettura. Purtroppo tutti i team di
primo piano in formula 1, erano occupati dai grandi campioni del momento e
Ayrton si deve accontentare di correre con la Toleman.
Si iscrive al campionato col cognome della madre, Senna, e fa il suo
debutto in Formula Uno nel suo paese nel 1984 con la Toleman ma capisce
subito che le cose sono diverse rispetto alla Formula 3. Qui anche il
miglior pilota senza una buona macchina ed un buon motore non riesce a
combinare quasi nulla. Il team è quello che poi getterà le basi per
diventare Benetton, ma ora è solo una scuderia di secondo piano.
Nonostante tutto Senna riesce a qualificarsi ottavo.
La gara che lo consacrerà campione, si svolge a Monaco e Senna si qualifica molto
indietro in tredicesima posizione. Il tempo si mette al brutto e minaccia
di piovere; Senna capisce che gli si sta offrendo la prima vera opportunità.
La pioggia, come accade sempre nelle gare, livella le prestazioni ed al
settimo giro Senna è in sesta posizione.Le condizioni della pista
esaltano il brasiliano che recupera giro dopo giro fino ad arrivare a
ridosso del leader della corsa, Prost.Bastava un giro ed il
sorpasso si sarebbe compiuta ma la corsa viene inspiegabilmente interrotta,
togliendo ad Ayrton un meritato successo.
La leggenda è iniziata.
Nel 1985 corre per la Lotus che rappresenta, per il giovane Senna, l’apice, il team di
Clark e Fittipaldi, ma la Lotus è una scuderia sulla via del tramonto
dopo la morte del suo fondatore Colin Chapman. Per il suo nuovo team,
Senna è il pilota che lo può riportare ai massimi livelli. Dopo aver
mostrato al mondo un pezzo di futuro a Monaco, Senna diventa più
determinato che mai e rompe gli indugi. Guidando in condizioni climatiche
avverse, vince la sua prima gara all’Estoril. Questa è seguita da
un’altra vittoria a Spa in Belgio.
Solo nel 1988 Ayrton riesce ad avere una vettura in grado di
vincere il titolo.Firma per la McLaren e, come compagno, avrà Prost:un
team da favola. Quell’anno vince 8 Gran Premi ed il suo primo titolo di Campione del
Mondo. Indimenticabile la sua gioia sul podio di Suzuka.
Nel 1989 la Honda, fornitore del motore McLaren, favorisce
palesemente Prost ed i rapporti fra i due piloti si deteriorano al punto che Prost lascia la McLaren
per la Ferrari. Nel 1990
e nel 1991 Senna, affiancato alla McLaren da Gerard Berger, vince
entrambi i titoli mettendo in mostra una superiorità disarmante.
Inizia però il declino della McLaren che perde i motori Honda e si deve
accontentare dei meno potenti Cosworth.
Rimane solo il
talento di Senna che, nel 1993, disputa la sua migliore
stagione.Con una vettura decisamente poco competitiva, riesce a vincere cinque
gare ed è il protagonista di una gara che rimarrà per sempre nella
storia delle corse.
A Donnington Ayrton parte dalla quinta posizione e in meno
di un giro, supera tutti gli avversari involandosi verso una vittoria
leggendaria.Dopo questa gara il grande Stirling Moss disse:
"Ayrton Senna
è il pilota più grande che io abbia mai visto, l'unico in
grado di competere con Fangio e Clark."
Nel 1994 decide di passare alla Williams, un
obbiettivo che ha cercato a lungo, fino al punto di offrirsi anche senza
stipendio. La nuova stagione, iniziata con
le migliori premesse per Senna, finisce quasi subito, ad Imola, dove, in
un tragico incidente, perde la vita. Il mondo della Formula Uno era già
in lutto per la morte del giovane pilota austriaco Roland Ratzeberger e
per il terribile incidente di Rubens Barrichello, entrambi durante le
prove. Questa tragedia finale segnerà la Formula Uno per molti anni.
Senna porta via con sé un talento che sembrava illimitato ed una
incredibile voglia di vincere. Sulla pista era molto belligerante ma al di
fuori era una persona generosa con un carattere premuroso e sensibile.
Destinava molti dei suoi guadagni per aiutare la sua gente meno fortunata
ed alla sua morte è stata costituita una fondazione che porta il suo nome
e che aiuta il recupero dei bambini di strada brasiliani. Questi brevi
anni quando Ayrton Senna, Mansell, Prost e Piquet si battevano
con le unghie e con i denti per stare ognuno davanti all’altro, sembrano
ora così lontani, probabilmente, non torneranno più.
Per il suo carattere Ayrton è sempre stato attaccato soprattutto da
quei piloti che si sentivano minacciati dal suo talento. Primo
fra tutti Piquet che non perdeva occasione per gettare fango
sul suo nome, Prost che, spalleggiato dalla federazione, lo
riteneva un pilota pericoloso.
Lo hanno spesso umiliato, preso in giro per le sue professioni
religiose e per le sue presunte abitudini sessuali, lo hanno incolpato
di nefandezze varie e di sconfitte clamorose, lo hanno definito
"scorretto, sleale, spregiudicato, mistico".
Era semplicemente il migliore di tutti.
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