01/05/2014
IL PIÙ AMATO.
Chissà
quanti mondiali avrebbe vinto Senna se la sua vita non fosse finita in quella
curva di Imola nel 1994 ad appena 34 anni. Chissà se Michael Schumacher sarebbe
diventato Schumacher. Una cosa è certa: Ayrton era una cosa diversa. Una
categoria a parte. Non importa se ha vinto di meno o di più. Perché gli altri
corrono per gli allori, per gli sponsor o gli ingaggi. Lui viveva la sua sfida
con la velocità come un culto per il quale tutto è permesso pur di trionfare, di
essere il più veloce. Quella velocità che lo aveva sempre sostenuto, spinto, e
che un pomeriggio di venti anni fa gli si ritorse contro e lo scaraventò contro
un muretto. Poi sono venuti Schumacher,
teutonico, veloce, perfetto,Vettel e Alonso. Ma nessuno di loro è mai stato
amato e ammirato come Senna. Difficile, impossibile, capire il suo segreto:
riuscire a essere un mito eppure mantenersi umano. Resta quel rimpianto dei
tifosi italiani (e non solo): Senna sulla Ferrari.
É morto il primo maggio. Il giorno dopo i giornali non dovevano uscire ma, per
la prima volta nella storia, si fecero edizioni straordinarie per ricordarlo. E
dopo vent’anni è come fosse ancora qui. |