Ricordo
di Cooper e Hayes.
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La fine del millennio sta portando con sé una serie di
lutti. Dopo la triste notizia della morte di John Cooper alla
vigilia di Natale, mercoledì 26 è morto Walter Hayes all'età
di 76 anni.
Inventore del motore Cosworth DFV (Double Four
Valve)), Walter Hayes aveva dato alla luce il motore che
avrebbe ottenuto il più grande numero di vittorie di tutta la
storia della Formula 1.
Walter Hayes era entrato alla Ford nel 1962, e presto si è
ritrovato ai comandi di grandi progetti sportivi per la
compagnia americana, negli anni '60 e '70. La sua carriera lo
ha portato fino alla vice-presidenza della Ford Europe, e
Walter Hayes è così diventato un'autorità nel suo campo. Si
era ritirato dal suo impiego a metà degli anni '80, lasciando
dietro di lui il ricordo di un uomo dalle decisioni sagge ed
efficienti. Rimarrà nelle memorie come colui che ha
incoraggiato il finanziamento e la produzione del motore più
premiato della F1, il famoso Cosworth DFV.
Il successo del DFV non è affatto dovuto al caso. La sua
nascita viene dalla congiunzione, negli anni '60, di talenti
fuori norma nella storia degli sport automobilistici.
Il celeberrimo Colin Chapman è all'origine del progetto. Un pò
stanco e scoraggiato di veder sempre vincere i potentissimi
motori Ferrari e BRM, il geniale direttore della Lotus ha
chiesto agli ingegneri Costin e Duckworth di preparare il
progetto di un nuovo motore, che doveva essere potente e
compatto. Il costo del progetto ammontava ad oltre 300 milioni
di lire (attuali), così Colin è andato a trovare i
costruttori desiderosi di essere coinvolti in questa
avventura. Ed è stato Walter Hayes ad accogliere la sua
proposta, e a decidere di finanziarla.
Il blocco, progettato inizialmente da Kevin Duckworth e Mike
Costin, ha riportato la sua prima vittoria nella F1 a Zandvoort, facendo così uno straordinario debutto con Jim
Clark al volante, nel Gran Premio dei Paesi Bassi del 1967. Il
DFV ha ottenuto così tutte le pole positions della stagione
1967, grazie a Jim Clark e a Graham Hill. In seguito il nuovo
Cosworth ha collezionato i più grandi titoli, permettendo ai
piloti che lo guidavano di salire sul podio per ben 155
volte.
L'ultima vittoria risale al 5 giugno del 1983, sulla Tyrrell
di Michele Alboreto, ma ancora oggi il DFV è il motore più
premiato della F1, davanti alla Ferrari ed alla Renault, che
hanno ottenuto rispettivamente 135 e 95 vittorie.
Il ricordo
di Mike Lawrence su John Cooper.
La miglior cosa da dire su John Cooper è che era
incredibilmente riservato. Se lo incontravi a una festa, senza
sapere chi fosse, te ne andavi senza aver saputo di aver
parlato con l'uomo che più di ogni altro aveva rivoluzionato
gli sport motoristici in tutto il mondo. Un uomo modesto e
genuino. Vero, come pochi altri.
Se avesse deciso di essere tuo amico, lo sarebbe stato. E tu
saresti stato un uomo fortunato. Sapevo che era malato ma la
sua morte mi ha comunque gettato nello sconforto più cupo.
Sapeva che non ne avrebbe avuto per molto, ma è sempre stato
cortese e attento come sempre. John era nato il 17 luglio del
1923. Il padre, Charlie, era un meccanico nei team delle
corse, un proprietario di garage e anche un imprenditore.
Charlie costruì una speciale Austin Seven per il dodicesimo
compleanno del figlio con la quale subito scese in pista, a
Brooklands.
Dopo la guerra, i Cooper costruirono due macchine per le
gare della classe 500cc. Fu una macchina di successo. E
subito, l'anno dopo, la produzione salì a dieci, tra i clienti
c'era anche un giovane ragazzo, il cui nome era Stirling
Moss.
Una coincidenza fortunata, che lanciò al tempo stesso sia
Cooper che Moss, ai loro primi passi nel mondo delle gare.
John e Charlie lavoravano insieme, pescando materiali
ovunque, nel panorama di rovine del dopoguerra, per metter su
pezzi da riciclare per le loro macchine. Charlie badava alle
officine, John alle corse e fu un pilota di successo anche
lui.
Le prime 500 cc servirono da modello per la prima e famosa
Cooper-Bristol Formula Due.
Jack Brabham ebbe una forte influenza sui Cooper. Mentre la
Lotus diventa un mito vero e proprio, la concorrenza e la
rivalità tra Colin Chapman e Cooper cresceva giorno dopo giorno.
Cooper avvio anche la rivoluzione del motore piazzato nel
retro della macchina con la 1100 Coventry Climax-T39 con il pilota al
centro della scocca. Sembrava strana come macchina ma
funzionò.
Quella macchina corse la Formula Due nel 1957, e vinse più
gare di tutti gli altri insieme nel 1957-60, con una
concorrenza agguerrita, formata da Lotus, Ferrari e Porsche.
Nel 1958, con un motore rinnovato e più grande le Cooper di
F2 vinsero due Gp del Mondiale. Colin Chapman continuò invece a costruire macchine
con il motore davanti: sapeva di essere condannato a perdere
ma non voleva essere accusato di copiare i Cooper. E in primo
tempo non lo fece neanche la Ferrari.
I due Cooper più Jack Brabhan divennero quattro con
l'arrivo di Bruce McLaren all'inizio del 1959. In quegli anni
John divenne particolarmente amico di Alex Issigonis,
conosciuto in guerra, il designer della Mini Cooper, la
macchina più celebre della sua storia di costruttore. Una
delle leggende dell'automobilismo narra che, nel Gp
d'Argentina del 1960, dopo il trionfale esordio della Lotus 18
con il motore posteriore, John e Jack disegnarono sul volo del
ritorno la nuova macchina per tornare grandi subito.
La replica fu la Cooper T53 disegnata e costruita
in meno di tre mesi. Portò Jack Brabham e Bruce McLaren a una
storica doppietta nel mondiale piloti del 1960.
Alla fine degli anni '60, Cooper vinse due mondiali e
centinaia di altre gare. Si divisero però da Brabham. La
creazione della Mini Cooper fu seguita da John praticamente da
solo, nel tardo 1959. Un gioiello rivoluzionario per cui John
non chiese molto: 2 sterline ogni macchina venduta. Agli
esordi ne furono vendute qualcosa come 80.000 esmplari
originali. Con successo straordinario anche tra le stelle del
cinema e i membri della corte reale.
Le macchine dei Cooper persero la magia nel 1964 - dopo che
Jackie Stewart ebbe dominato la Formula Tre con la sua
Cooper-BMC - quando Charlie morì e John ebbe un brutto
incidente con una Mini sperimentale. Ma Le sue macchine
restano ancora un mito. Per tutti noi.
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