I modi, solo apparentemente pacati, del tedesco Sebastian Vettel celano in
realtà una chiara sete di vittorie. È per questo motivo che il due volte
campione del mondo, appena confermatosi dopo il primo trionfo del 2010, non solo
è già titolare di diversi record di precocità ma è anche considerato dagli
addetti ai lavori l’erede del grande Michael Schumacher. Andiamo a scoprirne la
carriera.
Nato a Heppenheim il 3 luglio 1987, Vettel inizia a gareggiare con i kart nel
1995 vincendo numerosi titoli, e tra questi il Junior Monaco Kart Cup (2001).
Nel 2003 passa alle monoposto scoperte dominando il campionato tedesco di
Formula BMW 2004 con 18 vittorie su 20 gare (risultato a cui bisogna aggiungere
15 pole position, 16 giri più veloci e 387 punti conquistati su un massimo di
400).
Ulteriori buone prove in altre formule – la F3 Euroseries (dove viene
riconosciuto matricola dell’anno nel 2005) e la World Series by Renault –
convincono la BMW a far svolgere a Vettel alcuni test sulla vettura di F1 per
poi, quando Villeneuve viene rimpiazzato da Kubica, promuoverlo collaudatore del
venerdì dei GP nelle ultime cinque gare del 2006.
A Istanbul, all’età di 19 anni e 53 giorni, diventa il più giovane pilota
della storia a prendere parte a un fine settimana del circus e impressiona tutti
piazzando il tempo migliore di FP2. Ma prima ecco un altro record di precocità:
quello della multa più veloce della storia (1.000 dollari) dopo appena nove
secondi di carriera in F1. Motivo? Ovviamente il non aver rallentato in corsia
box.
Confermato per il 2007, il tedesco continua a correre nella World Series by
Renault e ottiene la prima vittoria al Nurburgring. Il debutto in una gara di F1
porta la data del 17 giugno quando rimpiazza a Indianapolis Kubica, vittima di
un terribile incidente a Montreal. Il suo primo GP è più che positivo e si
chiude con l’ottavo posto. A 19 anni e 345 giorni Vettel diventa il driver più
giovane a essere mai arrivato a punti ed entra nel ristretto gruppo di piloti
che ci sono riusciti nella gara d’esordio.
A partire dal GP d’Ungheria, 11/o appuntamento del 2007, Vettel sostituisce
Speed e gareggia da titolare per la Scuderia Toro Rosso. Sotto la piaggia
torrenziale del GP del Giappone è tra i candidati al podio, ma un incidente in
regime di safety car con Webber lo mette ko. Già nella gara successiva in Cina
il giovane pilota tedesco si prende la sua rivincita, arrivando quarto.
La consacrazione arriva nel 2008: dopo un avvio non proprio brillante (4
ritiri nei primi 5 GP), conquista i primi punti a Montecarlo arrivando 5/o. Si
piazza in posizione utile anche in Canada e Germania (due 8/i posti), a Valencia
(6/o) e nel Gp del Belgio (5/o). Il primo sigillo arriva poco dopo: il 13
settembre a Monza, a 21 anni e 72 giorni, diventa il poleman più giovane e il
giorno successivo il più giovane vincitore di un GP. In quest’occasione Vettel,
Kovalainen e Kubica formano il più giovane podio della storia della F1.
Nel frattempo, per via del ritiro di David Coulthard, Vettel era già stato
promosso alla Red Bull come titolare per il mondiale 2009 . I migliori
piazzamenti della stagione sono un 5/o posto nell’edizione inaugurale del GP di
Singapore (il primo in notturna della storia), un 6/o in Giappone e un 4/o in
Brasile. Alla fine il suo bottino complessivo è di 35 punti, che gli valgono
l’ottavo posto assoluto.
L’anno del suo approdo a Milton Keynes centra 4 successi (Shanghai,
Silverstone, Suzuka e Abu Dhabi), 2 secondi posti (Sakhir e Nurburgring) e 2
gradini più bassi del podio (Istanbul e Spa-Francorchamps), raccoglie 84 punti e
chiude alle spalle del campione del mondo Jenson Button (BrawnGP). È solo il
preludio al trionfo: il 14 novembre 2010, dal ‘basso’ dei sui 23 anni e 134
giorni, diventa l’iridato più giovane della storia della F1, togliendo il
primato a Lewis Hamilton (23 anni e 301 giorni nel 2008).
Il titolo, acciuffato proprio all’ultimo GP ai danni di Fernando Alonso e
Mark Webber e ottenuto senza mai aver trascorso un solo giorno della propria
carriera in vetta alla classifica, si materializza grazie in particolare a 5
vittorie (Sepang, Valencia, Suzuka, Interlagos e, appunto, Abu Dhabi), 2 secondi
(Montecarlo e Spa-Francorchamps) e 3 terzi posti (Montmelò, Hockenheim e
Hungaroring). Totale: 10 podi su 19 gare disputate e 256 punti.
Ma non finisce qui, il 9 ottobre 2011, dopo una stagione strepitosa, si
riconferma iridato con quattro gare di anticipo. Ci riesce grazie a un ruolino
di marcia impressionante: 9 vittorie, 4 secondi, 1 terzo e un quarto posto,
senza dimenticare le 12 pole nei primi 15 appuntamenti.
Al termine della stagione le vittorie saranno 11 e le pole 15 su 19 gare. E' il
più giovane bi-campione del mondo e la sua storia è appena iniziata..
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