Mike
Hawthorn è il primo pilota inglese ad entrare in una squadra non
britannica dopo Richard Seaman, che nel 1937 gareggiò per la Mercedes. Molti si
chiedono se questo giovane pilota, che non guida una monoposto da un anno e
mezzo, sia all'altezza della situazione. Non tarderanno molto ad avere una
risposta.
Il circuito di Reims, dove si disputa il Gran Premio di Francia del 1953,
ricorda per forma un triangolo rovesciato. Due vertici di questo triangolo di
8,3 km finiscono in tornanti e il terzo in una grande curva veloce. Il lungo
rettilineo è ricavato dalla strada principale che porta a Soissons.
Tutti aspettano con trepidazione l'ennesimo duello della stagione tra Fangio e
Ascari, per la conquista del titolo.
In pole position c'è Ascari. Fangio e l'amico argentino Gonzalez, sulle
Maserati, sono in seconda fila. In terza c'è Hawthorn su Ferrari. Gonzalez ha un
ottimo spunto in partenza, che dalla seconda fila lo porta in testa. Gonzalez,
soprannominato il Toro della Pampa, distacca con decisione gli inseguitori,
anche per il fatto di essere partito con il serbatoio mezzo vuoto. Lo seguono
nell'ordine: Ascari, Villoresi, Fangio, Hawthorn, Bonetto, Marimon e Farina. Al
20° giro, ovvero ad un terzo della gara, ha già consolidato un vantaggio di
venti secondi, ma presto dovrà fermarsi per fare rifornimento. Al 29° giro
infatti si precipita ai box. Immediatamente la squadra dei meccanici entra in
azione ma, nonostante l'impegno, la sosta dura ben 27 secondi, facendo
precipitare Gonzalez dal primo al sesto posto.
Hawthorn adesso è in testa alla gara, subito incalzato da Ascari e Fangio. Poi è
Fangio in prima posizione, seguito da Hawthorn e Ascari. Dopo poco sono proprio
Fangio e Hawthorn a staccarsi dal gruppo andando in fuga.
Giro dopo giro duellano instancabilmente, testa a testa, impegnandosi in paurose
frenate prima delle curve. La folla è in delirio e può vedere la faccia di
Hawthorn indirizzare una smorfia di sfida al pilota argentino quando sfrecciano
fianco a fianco sul rettilineo davanti agli spalti. Fangio le prova tutte per
seminare il giovane avversario, ma senza risultato. Dietro i due, Gonzalez sta
correndo come non ha mai fatto prima e presto supera Ascari guadagnando la terza
posizione. Guidando rannicchiato sul volante sembra letteralmente spingere in
avanti la sua auto, per colmare la distanza fra lui e il duo in testa. Anche
Ascari sta dando tutto sé stesso.
Mentre stanno lottando colpo su colpo Hawthorn e Fangio si trovano davanti,
proprio all'imbocco della curva dopo i box, la monoposto di un pilota da
doppiare. In questo punto non ci sarebbe spazio per il doppiaggio, ma con un
comportamento di guida assolutamente mai visto prima, Hawthorn non frena, anzi
spinge il suo mezzo al massimo: con due ruote nel prato lui e Fangio tagliano la
curva, sorpassano la monoposto e riprendono la sfida.
Alla notizia dell'episodio la folla esplode in un boato di approvazione. Fangio,
sfruttando tutta la sua esperienza, si apre un varco e sorpassa Hawthorn,
guadagnando il comando durante l'ultimo giro. Hawthorn però non è ancora
sconfitto. Tenta più volte di sorpassare a sua volta ma senza riuscirci. Il
tempo stringe e all'ultimo giro Fangio è ancora in testa con una lunghezza di
vantaggio. Al momento di entrare nell'ultima curva Hawthorn si fa ancora sotto.
Frena all'ultimo istante affrontandola con una traiettoria insolita. Questo gli
permette di sorpassare in uscita la Maserati di Fangio. Hawthorn riesce a
mantenere l'auto in pista e taglia il traguardo con un secondo di vantaggio su
Fangio, dopo 494 km e 2 ore e 44 min. di corsa.
Alla fine il distacco tra il primo ed il quarto classificato sarà soltanto di
4,6 secondi e la sequenza Ferrari- Maserati-Ferrari- Maserati, conclude la più
grande corsa del secolo.
Hawthorn è riuscito a battere, in questo giorno memorabile e in un duello leale,
uno dei migliori piloti di tutti i tempi.
Quella sera nel bar dell'hotel Welcome si brinda in onore del giovane ed
esuberante pilota inglese.
Con questa vittoria diventa il primo corridore inglese a vincere un Gran Premio
da quando Richard Seaman vinse il Gran Premio di Germania nel lontano 1938.