Corre l'anno 1959 e il mondo dei Gran Premi è
cambiato radicalmente. Fangio, Hawthorn e Collins se ne sono andati. Vanwall ha
deciso di abbandonare la Formula 1 e Maserati, Mercedes e Alfa Romeo sono ormai
solo un pallido ricordo. Cooper, che aveva contribuito al successo della Vanwall
nella Formula Junior, inaugura la stagione con un programma molto impegnativo.
In collaborazione con il pilota e ingegnere australiano Jack Brabham, progetta
un'auto a motore posteriore con propulsore Coventry-Climax 2500. I vantaggi
determinanti del progetto sono di natura aerodinamica e di peso. Infatti la T51
pesa solo 484 kg. contro i 673 kg. delle contemporanee BRM a motore anteriore.
Il motore Cooper-Climax apre così improvvisamente nuove strade alle piccole
scuderie che ora possono impiegare motori modificati e gareggiare ai livelli di
quelle grandi. Questa evoluzione permetterà a squadre come la Brabham, la
MacLaren e la Surtees, giusto per fare qualche nome, di gareggiare senza
complessi di inferiorità. Con la soppressione del Gran Premio di Argentina, la
prima gara della stagione viene spostata a Montecarlo. Vince Brabham anche
grazie ai ritiri di Behra su Ferrari e di Moss sulla Cooper Rob Walker.
Zandvoort, il Gran Premio seguente, vede vincere a sorpresa una BRM, al primo
successo dopo nove anni, guidata da Jo Bonnier. Le Ferrari dimostrano ancora
tutta la loro potenza sui circuiti veloci, piazzandosi al primo e al secondo
posto a Reims, con Brooks davanti a Phil Hill. La Cooper ritorna ai vertici con
il Gran Premio di Gran Bretagna ad Aintree grazie a Brabham, alla sua seconda
vittoria personale. Il suo giovane compagno di squadra Bruce McLaren conclude
terzo dietro Stirling Moss. La Ferrari, a causa di uno sciopero generale in
Italia, non riesce a presentarsi alla competizione, assottigliando così le
speranze di Tony Brooks per la corsa al titolo.
La gara sucessiva è il Gran
Premio di Germania che quest'anno si corre sul circuito di Avus: si tratta di un
tracciato molto veloce, ideale per le Ferrari che infatti dominano e vincono con
Tony Brooks. Moss, finora a secco di vittorie, conquista il Gran Premio del
Portogallo e così la rosa dei concorrenti al titolo di Campione del Mondo si
riduce ai soli nomi di Moss, Brabham e Brooks. A Monza Moss vince ancora mentre
Brabham raccoglie punti preziosi giungendo terzo. Prima del Gran Premio degli
USA che si tiene a Sebring, il tracciato della famosa 12 ore da Granturismo, c'è
una pausa di tre mesi. Questo Gran Premio è l'ultima possibilità che rimane a
Moss per aggiudicarsi il titolo finale. Con la conquista della pole position
l'impresa sembra riuscirgli, ma in gara il motore della sua auto cede. Brabham
allora passa in testa ma finisce la benzina prima del tempo. Il
pilota non si dà per vinto e testardamente spinge a piedi la sua monoposto oltre
il traguardo, piazzandosi quarto e conquistando così il titolo. Primo davanti
alla bandiera a scacchi è il ventiduenne neozelandese Bruce McLaren, il più
giovane pilota nella storia a vincere un Gran Premio. La Cooper vince la Coppa
Costruttori battendo la Ferrari per otto punti. Davide ha sconfitto Golia e il
mondo della Formula 1 da questo momento non sarà più lo stesso. Nel 1960 tra i
maggiori concorrenti, solo la Ferrari impiega ancora auto con motore anteriore.
Il giovane pilota della Cooper, McLaren, vince il primo Gran Premio della
stagione, quello d'Argentina. A Monaco, sotto la pioggia, Moss alla guida di una
Lotus privata si aggiudica una bella vittoria. Le cinque vittorie successive
sono appannaggio di Brabham che si candida così alla conquista del suo secondo
Campionato del Mondo consecutivo. A Monza prevalgono le Ferrari e l'ultima gara
della stagione, il Gran Premio degli USA, viene vinto da Moss. La Cooper fa
ancora sua la Coppa Costruttori con Brabham incoronato Campione del Mondo e
un'altra auto piazzata seconda in classifica generale. Questo è l'ultimo anno in
cui in Formula 1 vengono adottati i motori da 2 litri e mezzo, che tanta storia
hanno scritto. Le nuove norme per la stagione 1961 vietano del tutto la
sovralimentazione e fissano per le auto un peso minimo di 450 kg. e 1500 cc. di
cilindrata. Le nuove regole vengono accolte con disappunto. Molti si lamentano
del fatto che le vetture, così limitate, avrebbero perso potenza e quindi anche
l'interesse degli appassionati. Le scuderie britanniche sono le più colpite, non
avendo ancora a disposizione motori conformi, mentre la Ferrari nell'immediato
futuro ne risulta avvantaggiata. Lo sviluppo di un nuovo motore Coventry-Climax
8V procede a rilento e molte squadre inglesi sono costrette a ripiegare su un
vecchio motore a 4 cilindri. La Ferrari è la favorita di quell'anno anche per
essere finalmente passata al motore posteriore. Alla guida delle rosse ci sono
due piloti americani, Phil Hill e Richie Ginther, ai quali si unisce il
carismatico pilota tedesco Wolfgang Von Trips. Stirling Moss si deve
accontentare di una Lotus dell'anno precedente, avendo scartato l'ultimo modello
presentato dalla sua scuderia. Nonostante questo, Moss a Monaco ottiene la
vittoria più grande della sua carriera. Moss ricorda: "Direi proprio che quella
è stata la gara più bella.
Ho dovuto girare piano per circa 11 dei 100 giri
previsti. All'inizio ero felice di fare l'andatura, ma quando gli altri hanno
cominciato ad accelerare ho capito che non dovevo mollare il gruppo. In altre
circostanze non avrei cominciato a lottare per il comando della corsa così
presto, ma in quel momento mi è sembrata l'unica cosa da fare...". Prima Hill e
poi Ginther, in attesa del minimo errore di Moss, cercano di aprirsi un varco e
passare. Ma all'ultimo giro Moss, dopo essere stato pressato dalle Ferrari per
tutta la gara, è ancora miracolosamente in testa "Ho pensato.. adesso è fatta,
questo è il punto dove spingono al massimo sull'acceleratore e mi raggiungono.
Mi ero accorto che le Ferrari stavano ricevendo l'ordine di "dare tutto" ma io
mi sono impegnato al massimo per non perdere il primo posto". Moss così passa
davanti alla bandiera a scacchi 3,6 secondi prima di Ginther, a sua volta
seguito dalle altre due Ferrari di Hill e di Von Trips. Dopo Monaco le Ferrari
non saranno più ostacolate. Persino a Reims, dove tutta la squadra Ferrari cade
vittima di problemi meccanici, vince un concorrente privato, Giancarlo Baghetti,
su un'auto Ferrari. E così, solo la vittoria di Moss al Nurburgring e la morte
di Von Trips a Monza, rovinano una grandissima stagione della scuderia italiana,
con il Campionato nelle mani di Phil Hill. Tony Brooks, l'ex studente di
odontoiatria che aveva lottato per il titolo mondiale contro Hawthorn e Moss,
annuncia il proprio ritiro. Questo pilota gentiluomo è, dopo Moss, il più grande
pilota britannico degli anni '50 e solo i capricci del destino, come per il
suo amico e rivale, lo privarono della corona di campione.
Enzo Ferrari, capendo che le sue auto al momento non erano in grado di competere
con quelle delle squadre britanniche, decide di mettere sotto contratto Stirling
Moss, il migliore pilota inglese. Moss aveva già in passato respinto le lusinghe
del patriarca a causa di una incomprensione: nel 1951, infatti, Ferrari gli
aveva offerto un posto in squadra per una gara a Bari. Quando Moss si presentò
per il primo giorno di prove chiedendo qual'era la sua auto gli venne risposto
che non c'era nessuna auto pronta per lui. Ferrari aveva cambiato idea e aveva
dato l'auto a Piero Taruffi. Moss giurò quel giorno che non avrebbe mai più
corso su una rossa, ma all'ennesima offerta, il desiderio di correre con un'auto
veramente competitiva, lo spinge ad un ripensamento. Ferrari, vedendo le
scuderie inglesi nascere come funghi, cominciava a sentirsi vulnerabile e
confida a Moss: "Ho bisogno di te. Dimmi che tipo di auto vuoi e sarà pronta in
sei mesi. Prendi degli appunti e poi fammeli vedere. Se accetti, tu puoi dirmi
persino il lunedì cosa non ti è piaciuto della tua auto il giorno prima in
corsa, e per il venerdì saranno approntati tutti i cambiamenti che avrai
chiesto... se accetti, io non avrò una squadra, io avrò soltanto te e un pilota
di riserva. Con te non c'é bisogno di una squadra..." Moss però non può
abbandonare la Rob Walker e così propone di guidare una Ferrari per i colori di
Rob Walker. Incredibilmente Ferrari accetta e l'auto di Moss viene debitamente
verniciata di blu. Moss però non arriverà mai a guidare quella Ferrari, a causa
di un incidente al Meeting del Lunedì di Pasqua a Goodwood. Nello schianto Moss
riporta ferite tali che lo obbligheranno ad un ritiro permanente dalle corse.
Graham Hill nel suo libro intitolato 'Graham' scrive: "Stavo conducendo la gara
senza affanno, con Stirling ancora dietro di me in ritardo di due giri. Quando
in rimonta mi sorpassa è già fuori pista sull'erba. Poi, apparentemente senza un
motivo, sfila dritto contro una sponda. Mi sembrava completamente fuori
controllo e quello che è successo nessuno potrà mai saperlo con certezza, ma io
sono sicuro che non si è trattato di un errore del pilota". Moss rimane sospeso
tra la vita e la morte e quando finalmente si sveglia dal coma, rimane
paralizzato per qualche tempo. Il primo maggio del 1963, più di un anno dopo
l'incidente, Moss ritorna a Goodwood per provare a guidare un'auto da corsa.
Nonostante riesca ancora a girare ad una velocità quasi da gara trova la cosa
faticosissima. Quello che era stato per lui del tutto naturale non lo è più e
poco dopo annuncia il suo ritiro definitivo. Il legame con il passato è stato
rotto e una nuova generazione di piloti è pronta ad emergere. I loro nomi sono
Clark, Surtees, Gurney e Hill.