Per il momento il record di vittorie,appartiene ad
Ayrton Senna. Il brasiliano è infatti il primatista con ben sei successi:
nell'87 con la Lotus e con una cinquina che va dall'89 al '93 con la
McLaren.
Nel '94, "Magic" fu l'illustre assente: nella gara precedente aveva
infatti perso la vita contro quel maledetto muretto del Tamburello a
Imola. Quello di Senna con Montecarlo era un rapporto speciale, che aveva
finito quasi col surclassare quello che aveva avuto Graham Hill, vincitore
dal '63 al '65 con la BRM e nel '68 e '70 con la Lotus.
I successi del baffuto inglese sulla pista monegasca erano una vera
leggenda nell'ambiente, tanto che tutti gli riconoscevano un indubbio
valore aggiunto su quella pista. Un tracciato che in quegli anni era
fasciato più che dai guard rail, da marciapiedi che non perdonavano la
minima sbavatura.
Tempi in cui i cambi non solo erano manuali, ma anche tanto duri da
martoriare le mani: non era difficile alla fine di quel Gran Premio che
pretendeva tantissime cambiate, vedere piloti con le mani piagate. In
tante cambiate, capitava di sbagliarne una, così come la particolare
conformazione del circuito poteva mandare in tilt dopo un certo numero di
giri.
Fino alla tragedia di Bandini, quella corsa si disputava su 100
tornate: un vero tormento, e la stessa fine del pilota italiano è
verosimilmente addebitabile proprio alla stanchezza, che all'82° giro gli
fece affrontare la chicane in 5° marcia anziché in 3°.
A quell'epoca appartiene anche un altro superasso del volante: Jim
Clark. Curiosamente, lo scozzese non riuscì mai a conquistare il
Principato. E veniamo a Michael Schumacher. Come detto, il paniere del
tedesco contiene cinque vittorie: due con la Benetton nel biennio iridato
'94-'95, e tre con la Ferrari nel '97,'99 e nel '01. Ma anche questi
tre primattori di Montecarlo hanno le loro edizioni nere.
Quella di Graham Hill, ad esempio, fu l'ultima della sua carriera, in
quel 1975 che lo vide restare fuori dalla griglia proprio sul "suo
tracciato" con la Embassy Lola del team da lui allestito. Un'esclusione
che lo ferì talmente da indurlo a ritirarsi anzitempo rispetto al
programmato addio a fine anno, delegando al giovanissimo Tony Brise le
ambizioni della squadra.
Poi arrivò novembre e con esso la tragedia che li uccise entrambi. Per
Senna l'anno nero fu l'88, con l'incidente all'entrata del tunnel che
vanificò una vittoria ormai certa. Michael Schumacher visse il suo anno-no
nel '96: al suo primo anno in Ferrari, urtò al primo giro il guard rail al
Portier, dopo essere partito dalla pole position.