Nel 1977 vedono la luce due importanti innovazioni
tecniche: la Renault turbo fa il proprio debutto al Gran Premio di Gran Bretagna
mentre la Lotus-Ford 78 debutta in Argentina. Entrambe le vetture influenzeranno
il mondo delle corse per molti anni a venire. La Lotus è il primo risultato
felice della messa in pratica della teoria del cosiddetto "effetto suolo" (la
capacità di sfruttare l'aria che passa sotto la macchina). L'idea trae le sue
origini dalle macchine Land Speed Record nei lontani anni 30, in particolare, le
Auto Unions progettate dal Professor Eberan-Eberhorst che aveva applicato degli
elementi laterali ed un fondo sagomato che creava l'effetto venturi.
Durante il 1969 la BRM aveva portato avanti diverse sperimentazioni sui principi
dell'effetto suolo. Tempo dopo Tony Rudd e Peter Write della Lotus, che avevano
lavorato insieme alla BRM continuarono a sviluppare il concetto insieme a Ralph
Bellamy e, ovviamente, Colin Chapman. A quest'ultimo piaceva molto l'impiego
multiplo dei componenti e l'idea di sfruttare l'aria sotto la vettura accese il
suo interesse. L'elemento mancante nei modelli precedenti erano gli
alettoni laterali di tipo flessibile. Ma anche in questo caso la quantità di
pressione negativa rimaneva piuttosto bassa. Ulteriori test furono effettuati
all'interno di una galleria del vento. Chapman supponeva che riducendo la
distanza libera da terra si sarebbe avuto un aumento della pressione; i test gli
daranno ragione. Spostando il piano a profilo aerodinamico del muso più vicino
alla superficie stradale in modo che la distanza libera fosse di soli quattro
pollici si ottiene effettivamente un "sollevamento" della superficie stradale!
La squadra invia relazioni sulle proprie scoperte a Chapman ogni settimana e
viene consigliata di seguire più strade. Il primo test ha luogo nell'agosto del
1976, quando Gunnar Nilsson in segreto guida la macchina lungo il circuito di
Snetterton. Quell'anno la macchina non viene utilizzata in modo da sfruttare
l'effetto sorpresa per l'anno successivo. E certo il lancio avviene in grande,
al Gran Premio d'Argentina, ma il concetto è talmente innovativo che ben pochi
comprendono quello che stanno vedendo. . Le due nuove Lotus 78 sono guidate da
Nilsson e dall'asso americano Mario Andretti che avrebbe aiutato la Lotus a
tornare fra le grandi. Quella prima gara termina con la distruzione di un
cuscinetto della ruota mentre Andretti è in lotta per il secondo posto. La gara
viene infine vinta da Jody Scheckter su una Wolf alla sua prima uscita. Durante la gara in Sud Africa si assiste ad un
tragico incidente che porta alla morte di un vigile del fuoco e del pilota
gallese Tom Pyrce. La gara viene vinta da Niki Lauda, alla sua prima vittoria
dopo il Gran Premio di Germania l'anno precedente. Per il 1977 sono previsti due
Gp degli Stati Uniti. Il GP dell'Ovest che si corre a Long Beach, in California
viene vinto dall'americano Mario Andretti che ottiene così la prima vittoria
della Lotus 78. Il Gran Premio di Spagna è la tappa seguente e la Lotus 78 dà
qui prova di grandi capacità sul campo. Andretti commenterà in seguito che per
quanto non risultasse la più veloce nei rettilinei, nelle curve sembrava
addirittura che la macchina corresse su una rotaia. Il Gran Premio di Belgio
quest'anno si corre a Zolder ma le condizioni atmosferiche sono identiche
all'anno precedente… piove. Il primo giro vede entrambe le auto della prima
fila, la Lotus di Andretti e la Brabham di John Watson eliminate in uno scontro.
Le condizioni atmosferiche certo non favoriscono i concorrenti rimasti ma il
compagno di squadra di Andretti, Gunnar Nilsson, ottiene una vittoria popolare
dopo essere partito al 3° posto. A Monaco, la Cosworth festeggia il suo 10°
anniversario quando con Scheckter raggiungono la 100° vittoria per il Mondiale
Costruttori. Monaco vede inoltre il debutto in pista di un giovane italiano di
nome Riccardo Patrese.
Al Gran Premio di Svezia ad Anderstorp, Andretti vola via
lasciando i rivali alle proprie spalle, ma resta senza carburante a due soli
giri dalla fine, regalando praticamente la vittoria a Jacques Laffite sulla sua
Ligier motorizzata Matra. Si ristabilisce l'equilibrio quando al Gran Premio di
Francia la Brabham di Watson resta a secco e Andretti a sua volta gli "ruba" la
vittoria. Di ritorno sui circuiti del Gran Premio dopo un'assenza di quasi 70
anni: ecco la pioniera francese Renault unitasi ad un altro nome illustre, la
Michelin. E' infatti quest'ultima ad introdurre nella Formula Uno i pneumatici a
tele radiali, proprio come all'inizio del secolo aveva aperto la strada per i
cerchioni rimovibili. Oltre a tutto questo, la Renault monta un "trucchetto" sul
suo manicotto che cambierà la Formula Uno nel giro di qualche anno. Le loro
macchine montano motori turbocompressi da 1,5 litri con una potenza al freno
pari a circa 500 bhp.
Entro il 1985 questi motori raggiungeranno una potenza al
freno pari a 1000 bhp. Il Gran Premio di Gran Bretagna segna il debutto del
giovane Franco-Canadese Gilles Villeneuve alla guida della McLaren M23. Con
tutto ciò, la gara viene comunque vinta da James Hunt. Il Gran Premio di
Germania viene spostato a Hockenheim e vinto da Niki Lauda. Alan Jones alla
guida di una Shadow vince a sorpresa il Gran Premio d'Austria mentre Niki Lauda
continua a fare punti con un secondo posto. Lauda accumula un'altra vittoria
nella gara successiva in Olanda e vola così in testa alla classifica mentre
Andretti, che aveva vinto ben tre corse, è continuamente afflitto da noie al
motore. Lauda conferma inoltre la propria intenzione di lasciare la scuderia di
Maranello alla fine dell'anno. Andretti vince la seconda gara in Italia ma con
il secondo posto di Lauda, il campionato è quasi nelle sue mani. Il Gran Premio
degli Stati Uniti, vinto da James Hunt, taglia la testa al toro.
Lauda si rifiuta
di correre le ultime due gare e la Ferrari ingaggia Gilles Villeneuve per
terminare la stagione. Dopo le vittorie di Hunt e Scheckter la stagione giunge
alla fine. Parallelamente, anche per la BRM giunge il momento di concludere il
proprio rapporto con la F1; la squadra di Bourne, che aveva vinto un'ultima
volta nel 1972, chiude i battenti. Mario Andretti aveva vinto 4 gare nel 1977 ma
problemi di affidabilità avevano ristretto le sue possibilità concrete di
vincere il campionato; nel 1978 avrebbe però realizzato il suo sogno di gioventù
ottenendo finalmente il titolo iridato.