Posta sotto la tutela di un liquidatore amministrativo dopo il giudizio della
corte di Londra, ciò che è rimasto della scuderia Arrows sarà disperso tra i
diversi creditori ed investitori. Una fine poco gloriosa che il cocciuto Tom
Walkinshaw non è riuscito ad evitare.
La prima squadra Arrows nacque dalla scissione della scuderia Shadow nel 1977
e fu fondata da Jacky Oliver e
Alan Rees, ma fu soltanto in Brasile nel 1978 che una Arrows partecipò per la
prima volta all'edizione di un Gran Premio, con al volante Riccardo Patrese.
In Africa del sud, nella seconda apparizione, la scuderia è rimasta in testa
con Patrese prima della rottura del motore, mentre nella terza gara in Svezia
l'italiano conquistò la seconda piazza dietro la Brabham di Niki Lauda. Un
debutto incoraggiante rimasto senza seguito.
Nel 1981 Patrese segnò la pole nel GP degli USA, ma occorrerà aspettare il
1988 per vedere Eddie Chever e Derek Warwick offrire alla Arrows la migliore
stagione di tutti i tempi col quarto posto finale nel campionato costruttori.
Dopo quella stagione, nella quale le Arrows erano equipaggiate con un Megatron
(ex BMW turbo), le monoposto britanniche tornarono al motore Ford prima di
essere rilevate dalla compagnia giapponese Footwork International Corporation,
appartenente a Wataru Ohashi. Le ambizioni dell'investitore nipponico
consentirono alla Arrows di disporre di un motore Porsche che però non si
rivelò competitivo.
Nel 1995, Oliver e Rees ritornarono alla guida della loro squadra, ma fu un
nuovo fiasco malgrado un inatteso terzo posto di Gianni Morbidelli nel GP
d'Australia, l'ultimo disputato ad Adelaide. Fu in quel momento che entrò in
gioco Tom Walkinshaw. Lo scozzese vide nella Arrows la soluzione ideale per
proseguire a sviluppare le sue numerose attività negli sport meccanici. Nel
1997 nella piccola scuderia arrivò Damon Hill, campione del mondo. A fine 97
Hill e la Yamaha lasciarono Walkinshaw in una situazione difficile.
Il ricchissimo scozzese decise di lanciarsi nella costruzione di un proprio
V10 da F1 ingaggiando Brian Hart. John Barnard, ex McLaren e Ferrari prese in
mano il destino della A19. Si rivelerà denaro speso senza ottenere risultati.
Dopo aver pensato di partire, nel 2000 Tom Walinshaw riprende in mano il
destino del team.
La Arrows è ripartita nel 2001 per una nuova campagna mondiale sostenuta da
investitori asiatici che hanno acquistato il diritto d'utilizzo di un vecchio
V10 conosciuto sotto il nome della Peugeot. Ancora una volta il successo è
venuto a mancare e nel 2002 malgrado un V10 Cosworth, il naufragio è stato
inevitabile.