Personaggi:
Andretti M. Ascari A. Clark J. Dennis R. Fangio J.M. Ferrari E. Forghieri M. Hamilton L. Hill G. Lauda N. Lotus Mansell N. Moss S. Patrese R. Peterson R. Piquet N. Prost A. Raikkonen K. Rindt J. Schumacher M. Senna A. Stewart J. Villeneuve G. Williams F.
Team storici:
Alfa Romeo B.R.M. Brabham Tyrrell
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nasce
a
Hurth-Hermulheim (Germania) il 3 gennaio 1969 da Rolf e Elisabeth Schumacher ma presto si trasferisce a Kerpin-Manheim
dove il padre prende in gestione una pista di kart.Michael iniziò così ad
avvicinarsi al mondo dei motori e sognava di diventare campione del mondo di
formula 1.Nel 1980 andò a Nivelles, in Belgio, per assistere al
campionato mondiale di kart e vide un pilota che lo impressionò profondamente, quel
pilota era Ayrton Senna.Michael si fece ben presto conoscere vincendo,
nel 1984, il campione juniores tedesco di kart.
Due anni dopo incontra l'uomo che lo avrebbe guidato per tutta
la carriera:Willy Weber.A quel tempo era un team manager di F.3 e fece
provare una sua vettura al giovane Michael il quale andò subito 1,5 secondi
più veloce dei piloti ufficiali. Weber capì subito di aver trovato un futuro
campione e ne divenne il manager. Lo segnalò alla Mercedes che gli fece guidare
le vetture sport nel campionato mondiale del 1990 e conquistò una vittoria insieme
a Karl Wendlinger e Heinz Harald Frentzen.Viene così notato da
Eddie Jordan che gli offre una sua vettura per il G.P. del Belgio 1991.
Il debutto è entusiasmante, in prova si piazza settimo
e il suo nome fa il giro del mondo. Briatore, team manager della Benetton,
lo "ruba" a Jordan e il G.P. dopo, in Italia, corre con la Benetton e
si piazza al quinto posto. Il primo successo arriva a Spa, esattamente un
anno dopo il suo debutto. Ormai Michael era pronto per confrontarsi con
l'idolo della sua infanzia:Ayrton Senna.
Nella formula 1 moderna ci sono stati gli anni
di Niki Lauda, di Nelson Piquet, di Alain Prost e di Ayrton Senna. L'inizio della fine di queste fasi è coinciso con la comparsa
del giovanotto di belle speranze che si è immediatamente contrapposto al
numero 1 in carica. Come dimenticare quel GP di Monaco 1984 che
contrappose immediatamente Alain Prost e Ayrton Senna Da Silva? E come
dimenticare, una decina d'anni dopo, quell'Ayrton Senna che fa il
predicozzo all'arrembante Michael Schumacher sulla griglia di partenza di
Magny Cours? Anche Senna sapeva che l'avversario principale, negli ultimi
anni della sua carriera, sarebbe stato lui: Michael Schumacher.
L' anno del duello doveva essere il 1994, Senna guida
l'imbattibile Williams-Renault e Michael una Benetton-Ford.Nelle prime due gare del campionato, si prese il lusso di
batterlo,
anche se non in duelli diretti.La morte dell'asso brasiliano, a Imola,
gli spalancò la strada per la conquista del mondiale.In occasione della
vittoria di Imola dimostrò il lato peggiore del suo carattere festeggiando
per la vittoria ottenuta malgrado le tragedie avvenute nel corso di quel
weekend. I successi di quell'anno furono spesso
accompagnati da una serie di squalifiche e di accuse di
comportamenti antisportivi. Fu squalificato per
due G.P. causa il non rispetto di una bandiera nera, al G.P. di Gran Bretagna, e
il suo primo titolo di campione
arrivò dopo uno scontro (secondo molti volontario) con la monoposto di Damon Hill nel Gran
Premio d'Australia, l'ultimo della stagione.
L'anno successivo dimostra invece
che il migliore del lotto è lui vincendo otto gare
e il titolo. Nel 1996 viene chiamato dalla Ferrari che vuole
rivincere il titolo piloti che manca dal 1979. Lo seguono il progettista e il
coordinatore della Benetton Ross Brawn che tanto peso hanno avuto nelle vittorie
di Michael.La Ferrari torna così competitiva arrivando per quattro anni di
seguito, 1997, 1998 1999 e 2000, a lottare per il titolo.Durante l'ultima gara
del 1997, Michael è autore di una delle tante scorrettezze in cui spesso,
purtroppo, ricade:tenta di buttare fuori pista Jacques Villeneuve per poter
conquistare il titolo.La manovra non riesce ma causa parecchie critiche.
L'anno giusto sembra essere il 1999 ma durante il G.P. di Gran
Bretagna, Michael esce di pista e si frattura una gamba.
Nel 2000, finalmente, Michael Schumacher e la Ferrari
coronano
il loro sogno e con una stagione fantastica vince il titolo mondiale piloti
battendo Mika Hakkinen, campione dei due anni precedenti e degno rivale del
pilota tedesco.
Più semplice del previsto il 2001, il quarto titolo lo conquista
al G.P. di Ungheria; la 13° gara su 17. In quell'occasione eguaglia Prost
sia come numero di titoli vinti che come numero di vittorie; 51.
Se il 2001 è stato semplice, il mondiale 2002 si può dire una
passeggiata. Grazie a una delle migliori macchine mai costruite, la
Ferrari F2002, batte ogni record possibile e già all'undicesima
gara, il G.P. di Francia, conquista il quinto titolo mondiale che
lo proietta nella leggenda.
Nel 2003 cambia il sistema di attribuzione dei punteggi con un
divario tra il primo ed il secondo, non più di 4 punti ma di 2. Malgrado
le sei vittorie conquistate, il tedesco si gioca il titolo nell'ultima
gara con il finlandese Kimi Raikkonen che di vittorie ne aveva ottenute
solo una. Grazie alla vittoria del compagno Barrichello, anche il
sesto titolo è vinto e lo consacra come il più vittorioso pilota di tutti
i tempi.
Il 2004 è una passeggiata con 13 vittorie e il record di punti, ma
è l'ultimo anno.
Il 2005 è caratterizzato da problemi di gomme,
le Bridgestone, che non rendono come gli anni precedenti. Il Re deve
abdicare in favore dello spagnolo Fernando Alonso, che oltretutto
diventa il più giovane campione della storia.
Nel 2006, dopo un inizio campionato altalenante, compie un
incredibile rimonta sul campione in carica e, dopo la vittoria a Monza,
è in testa al mondiale e nello stesso tempo annuncia il ritiro.
Il campionato si gioca all'ultima gara in Brasile e qui Michael
compie la più bella gara della carriera rimontando dall'ultimo al
quarto posto e compiendo uno splendido sorpasso al suo erede in Ferrari, Kimi Raikkonen. Il campionato lo rivince Alonso ma
lui dimostra di non essere sul viale del tramonto.
Il ritorno in Formula 1.
Il 29 luglio 2009, in seguito all'infortunio di Massa durante le qualificazioni del Gran Premio d'Ungheria, la Ferrari annunciò il ritorno alle corse in Formula 1 di Schumacher. Sarebbe stato il tedesco a correre per le restanti gare della stagione 2009, a partire dal Gran Premio d'Europa a Valencia, al fianco di Räikkönen. L'11 agosto, tuttavia, Schumacher (dopo alcuni test effettuati in pista) comunicò di dover rinunciare a disputare le restanti gare della stagione con il team di Maranello a causa di alcuni problemi al collo risalenti
ad un incidente in moto avvenuto sei mesi prima.
A fine stagione si susseguirono una serie di rumors circa un incontro tra lo stesso Schumacher e
Ross Brawn (proprietario della Brawn GP, team neo-campione del mondo) che avevano vissuto insieme le esperienze in Benetton e Ferrari nel quale si parlò di un possibile ritorno del sette volte campione del mondo, al volante della Mercedes.
Il 29 dicembre 2009 il clamoroso annuncio.
La decisione di tornare si rivela infelice e senza soddisfazioni,
perdendo il confronto col compagno di squadra Nico Rosberg e
conquistando solo un podio.
Alla fine del 2012 viene "costretto" al ritiro definitivo per far posto
a Lewis Hamilton.
A fine carriera i record da
registrare sono tanti.
7 titoli mondiali, 5 consecutivi, 91 vittorie, 68 pole,
77 giri veloci, 155 podii, 1488 i punti totali,
148
punti in un'unica stagione, 22 le
triplette (pole, miglior giro e vittoria), 13 vittorie in una
stagione, 17 podii in un
campionato.
Tra i record più invidiati anche quello dei guadagni. Il ferrarista è
stato in testa alla classifica dei 'paperoni' dello sport con 100
milioni di euro all'anno. Cifre di fronte alle quale impallidiscono
perfino le stelle del calcio.
In diciotto anni di carriera Michael Schumacher ha
dimostrato di essere all'altezza dei più grandi piloti del passato, i
suoi record saranno l'obbiettivo delle generazioni future di piloti.
Come tutti i
grandi campioni aveva i suoi difetti ma indubbiamente è stato il pilota che meglio ha
saputo interpretare la formula 1 moderna fatta di elettronica e strategie
di gara. Alla fine della carriera gli rimarra comunque la nostalgia di non
aver potuto misurarsi fino in fondo con il grande Senna ma, in ogni caso, è
stato l'emblema
del cambiamento che la formula 1 ha avuto in quegli anni.
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