Più che una gara è stata un gioco di prestigio,
un’illusione ottica. Settantotto giri di nulla assoluto – non un sorpasso,
non un brivido – che lasciano però l’impressione di aver assistito a
qualcosa di interessante, persino vagamente, a tratti, spettacolare (sia
pure solo negli ultimi giri). Questo è stata Montecarlo 2012. Non altro.
Trattandosi di gioco di prestigio, non stupisce
che, alla fine, ad avere le tasche piene, sia il prestigiatore per
eccellenza nel circus, il mago Fernando Alonso, la cui abilità con i mazzi
di carte truccati è notoriamente seconda solo a quella di pilota. E così,
oggi pomeriggio, il buon Fernando guarda tutti dall’alto verso il basso,
primo in classifica (76 punti) davanti alla coppia Red Bull (a 73 punti ci
sono sia Vettel sia Webber) e ad Hamilton (63). Il che, considerando che la
macchina che la Ferrari gli aveva messo a disposizione ad inizio stagione
era si e no la quinta dello schieramento, è più di una magia, è un miracolo.
La strategia attraverso la quale Fernando l’ha
compiuto questo miracolo è evidentemente quella della lumaca, come lo
spagnolo stesso, ripescando chissà dove un antico detto italiano, ha
spiegato alla vigilia: ”Come dite voi? chi va piano va sano e va lontano,
no?”. In pista questa strategia si è tradotta in una gara di prudenza:
Fernando non ha corso un solo pericolo, votandosi dal primo all’ultimo giro
ad un unico obbiettivo: portare punti, quanti non importava poi molto, a
casa. Più che contro gli avversari, Alonso ha corso contro il did not
finish, l’espressione che in F1 accompagna quelli che escono di pista (vedi
oggi Schumacher, Button e Grosjean). Poi tutto quello che veniva in più era
buono, specialmente se si riusciva a stare davanti a Vettel (che era partito
dietro).
La strategia della lumaca, alla fine ha pagato.
Gli è costata una mezz’oretta di passione, con Massa (insolitamente pimpante
ma alla fine comunque poco efficace) che lo spingeva a pochi centimetri
dall’alettone posteriore e con Rosberg e Webber a fare da lepri impazzite.
Una mezz’oretta interrotta da un unico geniale colpo da campione (il giro
veloce prima della sosta con la quale ha superato Hamilton). Alla fine il
gioco ha funzionato e il terzo posto è da considerarsi come una specie di
trionfo. Adesso, il Canada dove la Ferrari dovrà mostrare davvero quanta
velocità è riuscita a recuperare in questi mesi di lavoro sottotraccia a
Maranello. Se riuscirà ad essere ancora al livello della concorrenza, allora
sognare non sarà più proibito.
Peccato per la gara di Schumacher rovinata in
partenza. Sarebbe stato bello vederlo ancora lassù.
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