Suona l’inno tedesco in Corea e stavolta fa
veramente male alla Ferrari, battuta come si fa con un avversario qualunque
al termine di una sfida che alla fine non c’è mai stata. I miracoli di
Fernando Alonso nella prima parte della stagione non sono bastati e non
potevano certo bastare alla Rossa per avere la meglio su una monoposto
irraggiungibile l’anno scorso e rimasta grande in questo 2012 nonostante un
regolamento non certo favorevole. Merito del genio Newey, merito di un team
che non si è fatto prendere dal panico, non ha perso la testa e ha trovato
un giusto equilibrio interno. Merito del pilota, l’iridato e lanciato vero
il terzo titolo consecutivo Sebastian Vettel. De-merito di una Ferrari che
ha commesso il più ingenuo degli errori: affidarsi esclusivamente ad Alonso.
Non poteva bastare, nemmeno con quel vantaggio incredibile raccolto nel
primo tempo di questa bellissima stagione. La Ferrari si è fermata, la Red
Bull no. Ed ecco che la Corea emette sentenza: Sebastian è il nuovo leader
del mondiale, Alonso (e soprattutto la Ferrari) hanno gettato al vento punti
e possibilità iridate. Non è ancora finita ma a questo punto, con questa Red
Bull, bisognerà affidarsi a sorte e disgrazie altrui. Il modo più triste per
concludere un mondiale.
In Corea vince, stravince un Vettel che dopo la pausa estiva sembra essere
tornato il cannibale del 2011. Alle sue spalle un gran bel Webber, ieri in
pole e oggi pilota di squadra in tutto e per tutto. L’australiano ha
rinnovato tempo fa con il team campione del mondo e proprio oggi ha voluto
ricambiare con una prestazione da scudiero. Forse ha fatto bene Mark a
rifiutare le sirene da Maranello. Molto più divertente prendersi un mondiale
così, molto più bello vedere una monoposto crescere gara dopo gara. Alonso
si è fermato in Belgio. Errore imperdonabile e che qualcuno, finalmente,
dovrà pagare a Maranello, anche in caso di vittoria del titolo grazie a una
sequenza di coincidenze cosmiche.
È stata una gara pulita, interrotta all’inizio dall’incidente che ha
costretto al ritiro Jenson Button e Nico Rosberg. Dopo le bandiere gialle,
la penalizzazione di un Kobayashi davvero fuori forma, forse reduce dai
bagordi del dopo Giappone. Anche il collega Pérez non incanta. I pit stop
non cambiano la situazione e la Ferrari si illude solo per qualche giro, con
Alonso, di poter riprendere almeno Webber. Lo spagnolo piazza qualche buon
giro ma dopo il secondo pit stop succede una cosa curiosa, ai limiti
dell’assurdo. Felipe Massa comincia a girare addirittura mezzo secondo più
veloce di Fernando. Il brasiliano si avvicina pericolosamente al compagno di
squadra dopo aver superato addirittura Lewis Hamilton. Dai box Ferrari
l’invito a staccare il piede dall’acceleratore per non disturbare Alonso.
Scelta giusta? Diciamo comprensibile ma con un Massa invitato a frenare,
Alonso si “accontenta” del terzo posto facendo una seconda parte di gara di
puro controllo.
Staccati dai primi quattro posti arrivano il sempre presente Raikkonen che
riesce a superare Hulkenberg, quindi Grosjean. Gran bel lavoro in Toro Rosso
per permettere a Ricciardo e Vergne di chiudere in top ten mentre è ormai
caduta libera per Lewis Hamilton e la McLaren, scavalcata nella costruttori
dalla Ferrari. L’inglese è ormai con la testa al 2013 e anche la Corea
conferma la rottura tra pilota e team. Lewis chiude in decima posizione, al
termine di una gara di alti e bassi, senza alcuno sforzo e senza soprattutto
quello spirito guerriero che da sempre contraddistingue l’inglese. Triste,
davvero triste questo finale di stagione per la McLaren. |