Un podio anomalo in Malesia, nessuno aveva
voglia di ridere! Né il vincitore Vettel, rimbeccato da Adrian Newey per
aver attaccato Webber ignorando gli ordini di scuderia. Né Webber, vittima
dell’irruenza del giovane campione, né Hamilton, che risponde imbarazzato
alle domande di Martin Brundle in veste di intervistatore ufficiale, sapendo
di aver meritato meno del compagno Rosberg quel posizionamento
Iniziamo dai semafori spenti e dal via su pista umida. Alonso parte come al
solito benissimo sfilando via Massa, ma alla seconda curva avviene il
fattaccio: Vettel rallenta in inserimento e Alonso non può far altro che
toccarlo quel tanto che basta per danneggiare l’ala anteriore. Con
l’alettone pendente compie un giro stoico mantenendo la seconda posizione e
rintuzzando gli attacchi di Webber. Poi la scelta folle: Alonso continua e
non rientra ai box! Tempo dieci secondi e in frenata in fondo al rettilineo
l’ala si disintegra sotto il fondo della vettura dello spagnolo che va lungo
e finisce sulla ghiaia. Gara finita al secondo giro per lui.
Vettel inizia la girandola di cambi al quinto giro seguito da Massa, che
dopo un pessimo avvio navigava in sesta posizione. La decisione sembra
inizialmente troppo anticipata ma in pochissimo tempo i pneumatici diventano
produttivi e tutti seguono la scelta dei due piloti, compreso Hamilton che
preso da una botta di nostalgia rientra a cambiare le gomme al box McLaren!
Dopo la prima tornata di rientri guida il duo Red Bull con Webber che ha
sopravanzato Vettel, poi le Mercedes di Hamilton e Rosberg, Massa si ritrova
dietro anche a Button e a un arrembante Hulkenberg, seguito dalle Lotus di
Grosjean e Raikkonen che dopo un avvio lento, man mano che la pista si
asciuga, diventano per un breve frangente le vetture più veloci in pista.
La seconda tornata di rientri ai box comincia al 19° giro con Webber che
dalle dure (unico ad averle montate nel primo stint) indossa coperture
medie, ma queste si usurano rapidamente e su di lui piombano Vettel,
Hamilton e Rosberg. Al contempo Massa monta le gomme dure e riesce a
rintuzzare gli attacchi delle Lotus, sopravanzando Hulkenberg ma non
riuscendo a recuperare nulla su Button che continua a navigare davanti a lui
di dieci secondi.
Terza tornata di rientri ai box: Hamilton anticipa tutti di un giro e
guadagna la posizione su Vettel, Webber mantiene la prima piazza, quarto
Rosberg, e tutti sono molto vicini. Button si ritrova momentaneamente primo
ma il giro seguente entra ai box e i meccanici della McLaren fanno un
pasticcio non fissandogli bene l’anteriore destra. Massa ringrazia e diventa
quinto ma staccatissimo dai primi quattro in pista. Al 38° giro Vettel
ristabilisce gli ordini in pista superando nuovamente Hamilton e mettendosi
in caccia di Webber.
Al 42° giro Hamilton anticipa nettamente la quarta tornata di pit stop ma
monta gomme usate, togliendosi definitivamente dalla lotta per la vittoria,
Vettel e Rosberg lo seguono il giro seguente, Webber il giro subito
successivo, rientrando di un pelo davanti a Vettel lottando per sei curve
con il compagno di squadra prima di riuscire a mantenere la posizione. Al
giro successivo Vettel innesca con Webber una lotta entusiasmante in barba
agli ordini di scuderia, e dopo un lungo e pericolosissimo duello (passa a 2
cm dal muretto dei box), supera Webber conquistando la prima posizione.
Dietro di loro invece avviene il contrario, con Rosberg che ne avrebbe per
attaccare Hamilton ma che è costretto a mantenere la sua quarta posizione.
Il team radio è eloquente e Rosberg arrabbiatissimo.
A otto giri dalla fine rientra ai box Massa che monta gomme nuove e diventa
ottavo. In un giro supera subito Perez e Raikkonen gettandosi
all’inseguimento di Grosjean, scelta azzardata quella di rientrare a pochi
giri dal termine ma evidentemente le gomme Ferrari stavano per crollare.
Massa riesce comunque in pochissimo tempo a rimontare 10 secondi su Grosjean
e a sopravanzarlo.
La gara termina dunque con tanti spunti di riflessione legati agli ordini di
scuderia. Da una parte quelli rispettati dalla Mercedes, dall’altra quelli
ignorati in casa Red Bull. Da una terza parte poi, quelli insensati della
Ferrari. |