Una partenza a razzo e via: così Vettel ha scavalcato Hamilton che partiva
in pole e ha iniziato il dominio del Gp di Germania. Una gara delle sue, in
testa dall'inizio alla fine, corsa a colpi di giri veloci e tempi record.
Alla faccia di tutte le strategie di gara che hanno tormentato i sonni dei
box nel tentativo di far guadagnare qualche posizione ai propri piloti.
E invece nulla: Vettel ha usato la sua di "strategia": testa bassa, giù il
piede destro. Della serie "se sei incerto tieni aperto" e via: Seb ha
beffato tutti, comprese le velocissime Lotus che lo hanno tormentato fino
alla fine (secondo Raikkonen, poi Grosjean) grazie proprio alle furbizie
nell'uso delle gomme e nella gestione dei pit stop.
E Alonso? Che ne è stata dell'annunciata strategia di gara, sul cui altare
sono state sacrificate anche le prove di ieri? Poca roba: alla fine Fernando
è arrivato solo quarto, giù dal podio. Ma la Ferrari onestamente non ha
colpa: gli altri oggi erano molto più veloci e quando gli avversari macinano
giri record su giri record - manco fossero in qualifica - non c'è strategia
che regga.
Alle spalle di Alonso un quinto posto per la Mercedes di Lewis Hamilton.
Sesta è giunta la Mclaren di Jenson Button, settimo Mark Webber con l'altra
Red Bull. Ottavo Sergio Perez (McLaren). A punti anche Nico Rosberg
(Mercedes), nono, e Nico Hulkenberg (Sauber), decimo.
Ma torniamo al discorso di prima: a quel Vettel che non ha sbagliato nulla,
pur avendo corso con una pressione micidiale perché a parte la marcatura a
uomo delle Lotus è stato anche tormentato dalla Safety car.
L'argentea SLS piena di luci è stata infatti costretta ad entrare in pista
quando la Marussia di Bianchi, ferma sul prato per l'esplosione del motore,
ha iniziato a scivolare all'indietro mettendo in grande pericolo i suoi
colleghi. Poteva essere una tragedia, così come poteva finire male ai box
quando una ruota si è staccata dalla Red Bull di Webber centrando in pieno
un povero cameramen, ferito ma sano. Insomma tutti colpi di scena che hanno
favorito le Lotus perché la Safety car allungava ovviamente gli spazi degli
stint fra un pit stop e l'altro, danneggiando Vettel.
E invece nulla, Vettel alla fine è stato più forte anche della sorte che un
paio di volte gli ha annullato il vantaggio conquistato a fatica in pista.
La Ferrari quindi si è dovuta arrendere, orfana anche dell'aiuto di Massa
che è andato subito ko per un banale testacoda e nulla ha potuto contro la
supremazia della Red Bull e delle Lotus. Il peggio è che ora con 157 punti,
il 26enne di Heppenheim allunga su Alonso, secondo a quota 123, e su
Raikkonen, terzo a 116. Ma da come appaiono gli equilibri in pista appare
sempre più difficile immaginare la famosa "remontada" di cui parla sempre
Fernando Alonso. |