Alessandro Zanardi
Il figlio Niccolò, la moglie Daniela, le macchine, le tagliatelle al ragù,
la barca, i ritorni, l'America. Non necessariamente nell'ordine, ma queste sono
le grandi passioni di Alex Zanardi che il 15 settembre 2001 rimase gravemente ferito, tanto
che gli furono amputate le gambe, a 34 anni, in un incidente sul circuito
del Lausitzring.
Alex Zanardi è nato a Bologna il 23 ottobre 1966 e a 14 anni ha cominciato a
correre con il kart. "Ho iniziato quasi per gioco" racconta lo stesso
Zanardi nel suo sito ufficiale. Ed aggiunge: "Nonostante non avessi mezzi
economici a disposizione, ben presto mi sono accorto che sarebbero state le
quattro ruote la mia professione del futuro".
Così è stato, anche se la sua carriera è stata controversa. Nel 1988 ha
esordito in f.3 e due anni dopo vince due corse del campionato italiano, ottiene
due pole position (una delle quali a Montecarlo) ed è secondo nella classifica
finale. In più la ciliegina del trionfo nella Coppa Europa di f.3 a Le Mans.
Vola in f.3000 ed è subito protagonista perdendo il titolo per soli cinque
punti nei confronti di Christian Fittipaldi.
In F1 esordisce con la Jordan
E' una sconfitta, ma basta a farlo notare da Eddie Jordan che lo assume per
sostituire Michael Schumacher. Al debutto è nono nel gp di Spagna ed ottiene
per il 1992 un contratto come terza guida della Benetton, ma riesce anche a
correre tre gran premi con la Minardi.
Le ristrettezze economiche sono una costante della sua carriera ed infatti
nel '93 trova un ingaggio con una scuderia di grande prestigio e minime risorse:
all'esordio in Brasile con la Lotus è sesto, ma è anche l'unico punto della
stagione in 11 gran premi. E a Spa rischia di morire.
"Nel corso delle prove libere - racconta sul sito - le sospensioni
attive della mia Lotus vanno in panne mentre sto percorrendo la salita del
Radillon. L'incidente è spettacolare e cruento, il peggiore della mia carriera.
C'è chi teme per la mia vita, ma fortunatamente tutto si risolve". Resta
fermo per nove mesi, e gli ingegneri calcolano che ha superato di 18 volte il
numero di 'G' che normalmente viene considerato fatale.
Il passaggio (fondamentale) alla formula Indy
Nel '94, l'anno delle morti di Senna e Ratzenberger, la Lotus lo richiama per
sostituire Pedro Lamy, ma a fine stagione Alex resta a piedi. E nel '95 viene
messo in contatto con Chip Ganassi per correre nel campionato Indy.
Cosi' nel '96 esplode la sua carriera americana: diventa un idolo grazie ad
un sorpasso su Bryan Herta a Laguna Seca. Ma sono anche i numeri a farlo grande:
tre vittorie, sei pole, 610 giri al comando, terzo posto in classifica. Nel '97
e nel '98 vince per due volte il campionato, trionfa nella US500 del Michigan e colleziona record.
Le gesta americane gli riaprono le porte della Formula 1, chiamato alla corte
di Frank Williams nel '99. Lo mettono al fianco di Ralf Schumacher ed Alex va in
crisi. "Non riesco ad adattarmi a queste macchine" dice più volte. In
realtà soffre perchè in Williams non è riuscito a conquistare fiducia. A fine
stagione è appiedato, al suo posto gli preferiscono il giovanissimo Jenson
Button.
Il 2000 lo passa lontano dalle macchine. Mo Nunn però gli offre di tornare
in America a guidare le sue macchine. Alex accetta: un altro ritorno, inseguendo
la sua grande passione. La sua carriera in monoposto, finisce il 15 settembre 2001 a Dresda.
Stava dominando la gara ma, al rientro da un pit-stop, perde il controllo della
vettura e viene centrato in pieno dal pilota italo canadese Tagliani.
Alex Zanardi subì l’amputazione di entrambe le gambe, unica soluzione possibile per salvare la vita del pilota che restò ricoverato in condizioni disperate per settimane. Incredibilmente quello stesso dicembre riuscì a partecipare alla premiazione dei Caschi d’Oro, dove si alzò dalla sedia a rotelle, commuovendo il mondo con un gesto passato alla storia.
Inutile dire che questo incidente non riuscì minimamente a togliere ad Alex Zanardi la voglia di andare avanti e di sfidare i propri limiti:
anzi si può dire che questa nuova condizione abbia portato l’inizio di una vera e propria vita per grande campione italiano.
Nel 2003 Alex Zanardi tornò sulla pista in cui due anni prima era stato protagonista di quell’orribile incidente guidando una vettura modificata alle sue nuove esigenze, per concludere seppur simbolicamente quei famosi 13 giri della gara.
Realizzò dei tempi incredibili, tanto che avrebbe potuto posizionarsi quinto ai blocchi di partenza se avesse potuto partecipare alla competizione.
Che un campione come Alex Zanardi che non si sarebbe arreso era facile da immaginare.
Ma nessuno avrebbe potuto neppure sognare quanti e quali traguardi avrebbe raggiunto come atleta disabile.
Fin da subito il suo atteggiamento positivo e propositivo, ha portato Alex a gareggiare e mettersi alla prova in diverse discipline, prediligendo il paraciclismo, dove ha cominciato a correre in handbike nelle categorie H4 e H5.
Il suo amore per lo sport unito alla determinazione e voglia di vivere dimostrano quanto la positività e la voglia di riscatto siano il leitmotiv di Alex Zanardi.
Che con la sua passione parla a tutti coloro che come lui hanno subito amputazioni o siano stati colpiti da disabilità, invitandoli a non mollare mai.
Un vero esempio da seguire, un eroe dei nostri tempi.
Campione Olimpico
Nel 2012 ha partecipato alle Paralimpiadi di Londra gareggiando in handbike, vincendo la medaglia d’oro nella categoria a cronometro H5.
Solo due anni dopo, nel 2014, partecipa al triathlon IronMan, che prevede:
3,8 km da percorrere a nuoto
180 km con la handbike
42 km con la carrozzina olimpica
riuscendo a stare sotto il tetto delle 10 ore.
Lo scorso anno, durante le Paralimpiadi di Rio de Janeiro conquista un oro nella gara a cronometro H5 di handbike, il giorno seguente un argento nella prova in linea ed un oro nella prova di squadra nella prova su strada staffetta mista in handbike.
Nel 2017 non ha lasciato i suoi fan a bocca asciutta.
Ha dato l’ennesima prova delle sue incredibili abilità.
Nonostante i suoi 50 anni ha partecipato all’IronMan.
Non solo abbassando il suo tempo, ma realizzando il record del mondo con dei parziali di 1:00:04 nei 3.8K di nuoto, 4h54’22” nei 180 km bike e 2h48’51” ed un tempo totale di 8 ore 48’ 58’’, confermandosi una vera e propria leggenda dello sport, italiano e mondiale.
Ora tra i suoi obiettivi c’è Tokio 2020 dove siamo sicuri non arriverà impreparato, per affrontare al meglio l’ennesima incredibile sfida che Alex, uno degli atleti più temuti e più attesi del mondo, sa affrontare con positività, tenacia e l’immancabile sorriso.
Frasi Alex Zanardi
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Non volevo dimostrare niente a nessuno, la sfida era solo con me stesso, ma se il mio esempio è servito a dare fiducia a qualcun altro, allora tanto meglio.
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Più dura è la lotta, più grande è il trionfo.
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Ci si può drogare di cose buone e una di queste è certamente lo sport.
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Le corse rappresentano una bella fetta della mia storia, ma non sono di certo la parte più importante.
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Le mie più grandi passioni sono mio figlio Nicolò, le tagliatelle al ragù di mia madre e mia moglie Daniela, non necessariamente in quest’ordine.
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Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa.
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La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi addolcire devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente
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