Nel 2001 Jacques Villeneuve, pilota della BAR,
e Tomas Scheckter, tester Jaguar, saranno colleghi. Ed i loro genitori sono
nientemeno che i ferraristi Gilles e Jody.
Nel 1973 in Inghilterra si mette in luce "negativamente".
Con una terrificante carambola rende fuori uso nove vetture mettendo, tra l'altro,
fine alla carriera di Andrea De Adamich in “F.1” (che ritroveremo una
decina d'anni dopo come valido commentatore TV dello sport automobilistico).
Dal 1974 fino al 1976 corre con la Tyrrell vincendo 4 gare. L’unico pilota a
vincere con una “F. 1” a sei ruote: la Tyrrell P34-Ford. Nel 1977 si accorda
con una nuova scuderia debuttante nel campionato: la Wolf. Progettata
da H. Postlethwaite è una meteora. Con questa monoposto vince 3 gare
arrivando secondo in classifica finale dietro N. Lauda su Ferrari. L'anno seguente
ci saranno solo piazzamenti a punti. Nel 1979 passa alla Ferrari. E' la consacrazione.
Vince 3 gare e il Mondiale piloti è suo.
Disse: « A volte non sono molto veloce,
ma sono un conservatore e penso che questa sia la strada giusta per vincere
il campionato ». Era questo anche il Lauda - pensiero.
Purtroppo non la pensava così Gilles Villeneuve
e questo era il suo pregio, ma anche il suo limite.
Proprio nel 1979 nacque una amicizia bellissima
tra Villeneuve e Scheckter come mai, forse, si era vista tra compagni di squadra.
Nel GP del Sudafrica ’79 vinse Villeneuve, Jody arrivò secondo. Ci rimase male
poiché correva davanti al suo pubblico. « Nel 1979 ho avuto un avversario
temibilissimo chiamato Villeneuve: fu lui a darmi i maggiori pensieri. Ma con
Gilles c’era anche l’accordo di non darci battaglia in pista. E così fu. Sempre
».Gilles era un ragazzo molto generoso, forse superiore nel giro di qualificazione,
ma non in gara. Scheckter aveva bisogno di lui e glielo faceva capire. Così
lo sviluppo della vettura filò a meraviglia.
Jody s'interessò molto della sicurezza dei
piloti. Fu eletto presidente della “F.1 Drivers Association” e per questo dava
fastidio a molti. Voleva abolire le minigonne mobili (bandelle laterali che
creano deportanza “incollando” le vetture sulla pista, in curva), restringere
i pneumatici ed allargare il telaio.
« ...Quando sfortunatamente le minigonne rimangono bloccate in alto, si
perde circa la metà della deportanza e quindi il controllo sulla macchina.
Se si è fortunati si riesce a prendere la curva in sbandata, altrimenti si vola
fuori pista... ...In alcune macchine il pilota è ficcato sul sedile con solo
pochi centimetri di guscio su entrambi i lati. Non c’è praticamente protezione
per lui se viene colpito sul fianco o se slitta lateralmente contro qualcosa.
Non c’è motivo per cui le macchine non possano avere una maggiore struttura
di scocca, tranne per il fatto che i costruttori si sono accorti che una macchina
più stretta è più veloce: ma se tutte le macchine fossero più larghe, non danneggerebbe
nessun progettista più di un altro». E’ incredibile l’attualità di questo discorso. Sembra
fatto ai giorni nostri e non nel 1980. Per la cronaca le minigonne furono abolite
nel 1982; i pneumatici ristretti nel 1993 e le protezioni laterali al pilota
introdotte nel 1996 !.
Il 15 luglio in un albergo di Milano
tenne una conferenza stampa. «Al termine di questa stagione mi ritirerò dalle
corse. Avrei potuto tirare avanti ancora un anno per guadagnare altri soldi.
Ma in “Formula 1” questo non si può fare. Sarebbe stupido ammazzarsi per dei
soldi»....«Ho avuto tutto dalle corse: soldi, soddisfazioni un po’ di fama.
Ma ho sempre considerato lo sport come un periodo della mia vita. Ora voglio
fare altre esperienze, altre scoperte. Voglio realizzarmi in qualcosa di totalmente
diverso».
Il 21 settembre nasce il suo secondo
figlio, Tomas.
Il 28 settembre al GP del Canada, penultimo
della stagione, non riuscì a qualificarsi, mentre nell'ultimo GP del 1980, sua
ultima gara, si qualificò in ultima fila !!.
Disse di lui Enzo Ferrari: « Scheckter,
grintoso sudafricano di famiglia lituana, lo osservavo con interesse e simpatia
da due anni, convinto che la sua esuberanza l’avrebbe portato, con l’adeguata
assistenza tecnica di una squadra professionale ai vertici mondiali. ... Soltanto
nel 1979 ha potuto correre con noi, coronando quel successo al quale lo ritenevo
predestinato e dimostrandosi non solo un combattente audace, ma anche un razionale
calcolatore di risultati intermedi. Qualità, questa, che probabilmente nessuno
gli avrebbe precedentemente attribuito. Con Scheckter ho sperato che risultasse
smentita la mia teoria sulla parabola dei campioni del mondo e invece anche
lui non ha fatto eccezione alla regola. Chiese un giorno di parlarmi. Mi raccontò
della famiglia, del secondo figlio, dei suoi interessi finanziari in Europa,
del suo desiderio di sistemarsi per il futuro a Montecarlo rinunciando alle
corse, da bravo previdente uomo d’affari. Lo confortai nella sua decisione,
ricordando il tumulto dei sentimenti di pilota quando, nel 1931, stava per nascere
il mio Dino. Scheckter, presentatosi alla Ferrari come personaggio curiosamente
difficile, mi ha lasciato il ricordo di un uomo dimostratosi leale e di ottimi
sentimenti. Quando lo vedo alla televisione, ascolto il suo commento e sento
che la sua passione sportiva è tutt’altro che spenta ».
Jody nel 1980
con la mogle ed il primogenito Toby
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Il 1980 fu l'ultima stagione in “Formula 1” per Jody Scheckter che abbandonò
le gare all’età di appena 30 anni. E per 21 anni è stato l’ultimo pilota a vincere
un mondiale con la Ferrari
Nel 1981 lasciò la moglie ed emigrò negli Stati
Uniti. Ma quando Gilles morì nel 1982, la lealtà e i buoni sentimenti di Jody
vennero fuori, e ritornò a Montecarlo, aiutando la famiglia Villeneuve a superare
i momenti difficili.
Poi scomparve e non si vide più nel mondo delle
corse. Per molti anni ha vissuto ad Atlanta, in Georgia (USA), recandosi solo
raramente in Sudafrica. E’ diventato un importante uomo d’affari e dirige una
azienda che produce armi militari molto sofisticate..
Alle corse non ci ha pensato più. Anzi era convinto che andandosene negli
Stati Uniti dove non era famoso sarebbe riuscito a nascondere il suo passato
di pilota di Formula 1 ai suoi due figli. Speranza vana in quanto sia Toby che
Tomas hanno poi cominciato a gareggiare in auto. Arresosi all’evidenza ha cominciato
prima a seguire Toby, che con alterne fortune ha gareggiato nelle formule minori,
e poi Tomas diventato, all’età di 20 anni, collaudatore della Jaguar di Formula
1. Jody segue il figlio come un’ombra ed il vecchio amore è nuovamente tornato:
“Se un giorno mio figlio arrivasse sul podio penso proprio che potrei rivivere
una emozione simile a quella vissuta ventuno anni orsono”.
Ha disputato 112 GP, correndo con McLaren,
Tyrrell, Wolf e Ferrari, vincendone 10, con 3 pole position e 5 giri veloci
in gara.
E' stato Campione del Mondo con la Ferrari
312 T4 nel 1979.
di Pietro Caporella
[1] "il grande orso" era invece
Denis Hulme (neozelandese 18/6/36 - 4/10/92), campione del mondo con la Brabham
BT24 - Repco nel 1967, soprannominato così per la sua stazza ed il carattere
scontroso.[torna]