Mika Hakkinen, il finlandese volante.
Autore: Alessio
La
prima volta che sentii parlare di Mika Hakkinen fu in occasione delle prove del
GP del Portogallo del 1993; si era al terzultimo GP della stagione, e Mika era
alla sua prima gara in McLaren (dove nei primi mesi aveva occupato il ruolo di
tester), sostituiva il deludente Michael Andretti; il suo debutto fu molto
promettente: battè in qualifica il suo più esperto e più quotato compano di
squadra, per l'appunto Ayrton Senna.
Mika Pauli Häkkinen nasce a Vantaa, un sobborgo di
Helsinki, il 28 Settembre del 1968.
Come la maggior parte dei suoi colleghi piloti si
avvicina giovanissimo ai kart, e tra il 1981 e il 1986 conquista ben cinque
titoli nazionali; nel 1987 debutta su una F. Ford 1600, vincendo i titoli
finlandese e svedese, e arrivando 7° nella serie continentale. Nel 1988 viene
selezionato per correre nel campionato inglese Vauxhall-Lotus, col team Dragon
Motorsport. Si qualifica secondo, dietro ad Allan Mcnish, ma si rifa nello
stesso anno e con lo stesso team aggiudicandosi la più importante serie europea
Opel-Lotus.
L'89 è l'anno in cui il team Dragon compie il salto
nel campionato inglese di F.3; Mika ha a una Reynard-Toyota non certo
competitiva che gli permette però di terminare al 7° posto finale con 18 punti e
sopratutto di farsi notare dal ben più prestigioso team West Surrey Racing (lo
stesso per il quale corse Senna) che lo ingaggia per il 1990. Con la sua
Ralt-Mugen Häkkinen ottiene 11 vittorie ed altrettante pole, battendo nella
classifica finale il connazionale Mika Salo. In quello stesso 1990 Mika si
impone anche in due gare una-tantum dei campionati italiano (Imola) e tedesco
(Hockenheim); nella classica e prestigiosa gara di fine stagione a Macao invece,
dopo aver dominato la prima manche, ha un controverso scontro con Michael
Schumacher all' ultimo giro della manche decisiva.
L'anno successivo è quello del debutto in F.1; Mika
viene ingaggiato dalla Lotus ed esordisce al GP degli S. Uniti a Phoenix, prima
prova della stagione. Si qualifica 13° e rifila oltre tre secondi compagno di
squadra Julian Bailey, in gara è costretto al ritiro a causa di un inconveniente
meccanico al 59° giro, destando comunque ottima impressione. L'annata continua
tra alterne fortune visto che la monoposto schierata dalla Lotus si dimostra una
delle peggiori al via della stagione 1991, ma a Imola Häkkinen ha la
soddisfazione del primo piazzamento a punti, giungendo quinto; a fine stagione
Mika ottiene la conferma in Lotus per il 1992.
La nuova monoposto risulta sufficientemente
competitiva, e i risultati non tardano ad arrivare; undici punti totali (sei
piazzamenti utili con due quarti posti a Budapest e Magny Cours come miglior
risultato) gli valgono l'ottavo posto nella classifica del mondiale e
soprattutto l'interessamento della Mclaren, che gli propone un ingaggio, sia pur
come pilota collaudatore, per il '93. Mika coraggiosamente accetta il posto di
terzo pilota Mclaren, nonostante altre scuderie di minor spessore gli propongano
contratti da prima guida. La sua fu una scelta che allora parve avventata, ma
che oggi dimostra come il finlandese seppe vedere benissimo in un momento
cruciale della carriera. Certo, i momenti difficili non mancarono anche alla
corte di Ron Dennis, visto che il team stava per tuffarsi in un periodo
piuttosto incerto, vista la recente perdita dei motori Honda, Ford e la
successiva fornitura dei Peugeot; Mika prende il posto di Andretti al gp del
Portogallo stupendo tutti facendo segnare in prova un tempo migliore di quello
di Senna, e coglie a Suzuka il primo podio della sua carriera.
La stagione '94 inizia con grandi speranze, ma
l'acerbo motore Peugeot lo lascia a piedi in più di un'occasione; in ogni caso
alla fine della stagione è quarto nel mondiale, con 26 punti, frutto di sei
piazzamenti sul podio.
La McLaren monta nel '95 il Mercedes, un motore
ancora tutto da svezzare, il progettista Mike Nichols disegna poi la nuova
MP4-10 con alcuni particolari forse un pò troppo futuristici. La stagione fa
segnare troppi ritiri e viene soprattutto funestata dal gravissimo incidente
durante le prove dell'ultimo gp, ad Adelaide, quando Mika a causa della foratura
di un pneumatico esce di pista alla curva Malthouse sbattendo contro le
protezioni e subendo una frattura alla base cranica, perdendo parte della
lingua, subendo un danno all'udito e restando per qualche tempo in coma.
Viene dato per finito da alcuni "addetti ai
lavori", ma il suo recupero è miracoloso, e nel Marzo successivo, ancora in
Australia ma sul nuovo circuito di Melbourne torna stupendo tutti con un
eccezionale quinto posto finale, dopo aver rifilato in prova al neo compagno
Coulthard qualcosa come un secondo e tre decimi. Alla fine la stagione si rivela
la sua migliore (fino ad allora), con 31 punti all'attivo per il quinto posto
nel mondiale.
L'anno successivo la Mercedes realizza un
propulsore all'altezza dei migliori, anche se purtroppo ancora poco affidabile,
ci sono però le premesse per un ottimo proseguo di stagione: alla corte di Ron
Dennis sbarca Adrian Newey (sino a poco prima in seno alla Williams); il geniale
progettista si dimostra cruciale nello sviluppo della nuova Freccia D'Argento,
la MP4-12; Häkkinen è comunque costretto a dare l'addio a diverse gare in cui
lotta per la vittoria, ma al Nürburgring coglie la sua prima pole position e
nell'ultima gara dell'anno, a Jerez (grazie anche al gentile omaggio di
Villeneuve) festeggia la prima vittoria in F.1.
Nell 1998 cambiano i regolamenti: gomme scolpite,
carreggiata ristretta ... Newey li interpreta al meglio ed è in grado di dare
una monoposto mondiale (la MP4-13) alla coppia Hakkinen-Coulthard; la stagione
parte infatti con due doppiette nette e indiscutibili (Australia e Brasile),
comincia poi la lotta con quello che è stato il più grande rivale del
finlandese: Michael Shumacher.
David Coulthard non regge il passo dei due, e il
campionato diventa una questione privata tra il tedesco e il finnico; la Ferrari
migliora tantissimo, grazie anche ai pneumatici Goodyear (la Mclaren corre con
le Bridgestone), ma il trio Hakkinen-Mclaren-Mercedes si dimostra più solido, e
mette a segno le due vittorie cruciali per il campionato, al Nürburgring e a
Suzuka; il "Finlandese Volante" conquista così il suo primo titolo (otto
vittorie, nove poles contro le sei vittorie e tre poles di Shumacher), la
McLaren recupera dopo sette anni il titolo costruttori.
Nel 1999 Newey sforna un'altro capolavoro, la MP4-
14; la Ferrari è però più vicina, superiore oltretutto in quanto affidabilità;
riprende il duello Hakkinen-Shumacher (i due si avvicendano più volte in testa
alla classifica) quando a Silverstone il tedesco a causa di un fuori pista si
rompe una gamba ; e qui Mika fa forse l'errore più grosso della sua carriera,
sottovalutando l'irlandese Irvine, che mette a segno due importantissime
vittorie, Austria e Germania; il titolo si decide anche quest'anno all'ultima
gara, complici tutta una serie di fattori: innanzi tutto Coulthard, che pare
direttamente ingaggiato dalla Ferrari, visto che butta fuori pista il finlandese
più di una volta, alcuni errori del team e dello stesso Mika, nonchè i problemi
tecnici della monoposto che lasciano il campione del mondo a piedi in più di
un'occasione; ed è proprio a Suzuka che si decide il campionato che va al
finlandese, che grazie ad una partenza a razzo e ad una gara magistrale si porta
a casa il secondo titolo, mentre quello costruttori torna dopo 16 anni alla
Ferrari, grazie al solito Coulthard che distrugge la sua monoposto con un
fuoripista.
Nel 2000 Häkkinen ha rinnovato l'eterna sfida con
Schumacher, ma stavolta c'è qualcosa di diverso, Mika se ne rende conto subito
in Australia, quando Shumacher batte tutti nelle libere; la MP4-15 è molto
valida, fose anche un pelo più veloce della nuovissima F1-2000, ma a tener banco
ad inizio stagione è sopratutto l'affidabilità del nuovo Mercedes, che lascia a
piedi Mika per i primi due appuntamenti; il campionato mostra un bel duello tra
il finnico e il tedesco, ma a Indianapolis, mentre Mika è secondo, il Mercedes
da forfet, abbandonando il finlandese a piedi e facendo si che tutto si risolva
a Suzuka, penultima prova, dove cede le armi con onore a Michael Shumacher; in
questa e altre occasioni del campionato i due dimostrano d'essere di un'altro
pianeta rispetto agli altri piloti presenti sulla griglia, a cominciare dai loro
compagni di squadra Coulthard e Barrichello, che a Suzuka per esempio finiscono
quasi doppiati.
A fine 2000 nasce il primo figlio di Mika: Hugo.
Nel 2001 quasi solo amarezze per Mika: sin dal gp
inaugurale si è capito che sarebbe stata un'annata no, la MP4-16 manca di
affidabilità e potenza, deve spesso cedere le armi anche alla rinata Williams,
equipaggiata con il potentissimo motore BMW P-80; Hakkinen resta fermo più volte
sulla griglia di partenza, a Barcellona si ritira a tre curve dalla vittoria;
nel frattempo la F2001 vola, e a Budapest Shumacher e la Ferrai colgono sia il
titolo piloti che il costruttori.
Uniche luci di un'annata no sono le splendide
vittorie di Silverstone e di Indianapolis, la seconda arrivata pergiunta dopo
l'annuncio fatto dal finlandese, in cui afferma di volersi prendere un anno
sabbatico.
La vittoria di Indianapolis resta purtroppo
l'ultima di una prestigiosa carriera, visto che Mika, dopo vari tentennamenti e
voci di un possibile rientro, ha annunciato il definitivo ritiro con un video
girato in Finlandia, presentato nel motorhome Mclaren
prima delle prove libere di Hockenheim 2002.
Il suo sedile in McLaren è occupato da un pilota
giovanissimo che pare un suo clone: Kimi Raikkonen ... fu lo stesso Mika a
suggerirlo a Dennis: "Se vuoi vincere, prendi un finlandese ..." gli disse.
Possiamo dire senza ombra di dubbio che la McLaren
sia "molto finlandese" attualmente, che il contributo di Mika sia stato
veramente grande: "Mi sono sempre sentito molto a mio agio qui, come se fossi a
casa ..."
E' innegabile che il team sia cresciuto dal giorno
del suo arrivo, da allora il team McLaren non ha fatto altro che migliorare,
sino ad arrivare al 1998, con ritorno al titolo; molte persone tendono però a
dimenticare certe cose, al punto da considerare Mika un pilota di seconda
scelta: "Non mi interessa se dicono che vinco perchè guido un missile"
rispondeva. "Hanno dimenticato o non hanno mai voluto sapere tutto quello che
c'è stato dietro, lo sforzo e la fatica che sono stati necessari per arrivare a
questo risultato ..."
Mika ha portato con se in F1 un gran talento di
base, secondo Martin Brundle "Lui e Shumacher sono i piloti che più si
avvicinano a Senna in fatto di talento naturale, hanno una gran capacità a
controllare una monoposto sovrasterzante ..."
Frenava in rettilineo, ed entrava in curva
relativamente tardi, con dei movimenti dello sterzo e dell'accelleratore quasi
impercettibili; ha saputo comunque crescere molto, come dimostra il 1998:
inizialmente soffriva quando si trovava sotto pressione o quando doveva mettere
a segno dei sorpassi, ma a fine anno al Nürburgring dimostrò quanto fosse
cresciuto, visto che resse un testa a testa con Michael Shumacher sino al
traguardo, e quando scese dalla monoposto non aveva nemmeno una goccia di sudore
... quel che si può definire un uomo in pace con il mondo (!) e sopratutto con
un'enorme fiducia nei confronti del suo team.
Molto probabilmente in un'altra squadra Mika non
avrebbe avuto un tale successo: non morbosamente attaccato ai soldi, Mika ha
cercato di trovare nel team pace, fiducia e tranquillità; Villenueve lasciò la
Williams per soldi, Senna lasciò la McLaren per cercare altre sfide ... Mika
sapeva bene che cio di cui aveva bisogno era in McLaren, per lui era come una
famiglia, che gli diede tempo e fiducia dopo il suo drammatico incidente di
Adelaide nel '95, al punto che il finlandese non ebbe dubbi sul ritorno alle
competizioni; il team si dimostrò amareggiato per lui quando delle foto molto
crude sul suo incidente girarono su alcune riviste, e si chiuse fermo al suo
fianco anche quando nel '99 a Monza dovette ritirarsi per un suo errore,
mettendosi a piangere tra gli alberi e venendo crudelmente ripreso dalla TV
italiana.
E' ad Indianapolis nel 2001 abbiamo per l'ultima
volta la forza del team e di Mika: secondo in qualificazione, superò però
durante il Warmup una fila di macchina ferme nella pitlane ed entrò in pista con
il semaforo rosso, in tal modo venne sanzionato, e il suo miglior tempo non
venne considerato; si trovò quindi retrocesso in griglia; più tardi disse che
aveva creduto che le monoposto fossero allineate per una prova di partenza ...
nemmeno un debuttante avrebbe fatto un errore del genere, era assurdo.
Con questo e altro in testa distrusse la sua
monoposto poche curve dopo ... nonostante tutto in McLaren si lavorò con calma e
dedizione, riportando la situazione ai livelli che loro conoscono e vogliono
ottenere ... Mika saliva sulla monoposto con la consapevolezza di avere un mezzo
perfetto, cio che avvenne poi in gara lo sappiamo ...
Ricordo ancora quando tagliò il traguardo:
Shumacher gli si affiancò e lo applaudì: il tedesco sapeva meglio di tutti che
Mika era il suo vero rivale.
Penso sia stato un bene per entrambi trovarsi come
avversari, perchè hanno dovuto alzare il tiro; è interessante notare come non
sia mai avvenuto un incidente tra loro, nonostante siano sempre stati duri in
pista l'uno con l'altro; Mika era l'unico pilota con cui a fine gara Michael si
intratteneva, anche per sentirsi raccontare com'era stato superato, come avvenne
nel dopogara a Spa nel 2000 ...
Nonostante la freddezza che lo distingueva al
volante si è sempre rivelato umanamente molto corretto, non ha mai criticato
apertamente i suoi avversari, ha sempre ammesso quando qualcuno in determinate
occasioni svolgeva un lavoro migliore del suo; ricordo in occasione delle
interviste a Monza nel 2000, quando si commosse consolando l'amico rivale
Shumacher in preda alle lacrime.
Mika è
stato tutto questo e probabilmente molto di più: il fatto di non dedicarsi alle
PR ha naturalmente nascosto la sua personalità ... ma penso che tutti noi lo
ricorderemo per quel gran campione che è stato, vorremmo vederlo di nuovo in
pista, al volante magari di una monoposto argentata, vederlo inserire la
macchina in curva con la precisione millimetrica (o freddezza finlandese) che lo
ha sempre contraddistinto: se così fosse credo che anche i suoi avversari
farebbero il tifo per lui.
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