Come sette giorni fa in Malesia, Lewis Hamilton
conquista in Bahrain un altro strepitoso successo agguantando nella speciale
classifica dei Gran Premi vinti una leggenda del calibro di Juan Manuel
Fangio. Al contrario di sette giorni fa in Malesia, però, la gara è stata
spettacolare dal primo all’ultimo giro, con una lotta estremamente
divertente tra l’inglese e il compagno Rosberg, per la leadership, e una
vibrante bagarre per tutte le posizioni a punti tra i piloti di Force India,
Williams, Red Bull, Ferrari e McLaren.
Il novecentesimo Gran Premio della storia della
Formula 1 è una di quelle gare che, dopo mesi di polemiche e lamentele degli
appassionati per via dello spettacolo latitante, ti riconcilia con l’essenza
del motorsport. Probabilmente non è possibile dare esclusivo merito al clima
di festa che una simile ricorrenza impone, ma in poco meno di due ore di
gara abbiamo assistito a una quantità di lotte ruota a ruota, sorpassi,
staccate al limite, incidenti sfiorati e non, tale da annichilire non
soltanto gli organizzatori dei primi due appuntamenti della stagione, ma
anche lo spettacolo offerto negli ultimi anni dall’intero carrozzone guidato
dalla premiata ditta Ecclestone & Todt. Sta di fatto che, vuoi per la
conformazione della pista, non certo fascinosa come i vecchi tracciati
europei, ma già teatro lo scorso anno di uno spettacolo gradevole, vuoi per
l’illuminazione artificiale che ha reso incantevole uno scenario altrimenti
paesaggisticamente non esaltante, vuoi per via dei passi in avanti delle
squadre nella conoscenza delle proprie monoposto rispetto alle precedenti
uscite iridate, la decima edizione del Gran Premio del Bahrain ci resterà
impressa nella mente per parecchio tempo. Nella speranza che le prossime
tappe del mondiale non rendano questa corsa una piccola boa nel mare della
Formula Noia.
Il novecentesimo Gran Premio della storia della
Formula 1 è anche quello che proietta Lewis Hamilton, verso il suo secondo
titolo mondiale. Parliamoci chiaro: se nelle scorse settimane proprio da
queste pagine avevamo predicato la calma, oggi, pur tenendo bene a mente che
i rapporti di forza (in questa F1 più che mai) sono suscettibili di rapidi
cambiamenti, non possiamo non annotare come il margine di vantaggio delle
frecce d’argento sia notevolmente aumentato rispetto alle precedenti uscite
iridate. Già, perché mentre Rosberg e Hamilton battagliavano per la prima
posizione, è stato impossibile non distrarsi guardando il monitor dei tempi
e annotando come, dopo la ripartenza a 13 tornate dalla fine, i due galletti
nel pollaio di Stoccarda avessero già accumulato sei secondi nei primi due
giri, ventitré fin sotto lo striscione del traguardo. E poco importa che le
due F1-W05 avessero delle gomme più fresche rispetto agli inseguitori Perez
e Hulkenberg, perché questi dati sono comunque la cartina al tornasole di
un’imbarazzante superiorità tecnica che, allo stato dell’arte, non può che
restringere la questione mondiale alla lotta Rosberg-Hamilton. |