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US.A. 2004.

Profondo Rosso. Sulle note del noto film di Dario Argento si è consumata la nona sinfonia del Campionato 2004 di F1.

Questa volta si va a girare sull’ovale più famoso del mondo, all’interno del quale si è realizzata una pista abbastanza anonima con una curva parabolica da 300 kmh, un lungo rettilineo e un tratto misto simile alla strada che porta da Bormio a Santa Caterina Valfurva, senza panorama però.

Fin dalle prime battute i protagonisti animano il paddock con le solite dichiarazioni inutili. “Possiamo contare su una strategia vincente”, “l’affidabilità è migliorata”, “il nuovo pacchetto aerodinamico è ottimo”, eccetera. Le solite balle spaziali. Il vero problema, che problema per noi Ferraristi non è, sta tutto nella Rossa. I nostri campeones di Maranello stanno volando verso il mondiale mentre gli altri corrono per il terzo posto, fine delle trasmissioni.

Eppure gli avversari le provano tutte. Pensate che l’indomito Dupasquier, di recente evaso dal ricovero geriatrico della Baggina calandosi dal terzo piano con una fune di cauciù, insiste nel percorrere in monopattino ogni circuito prima dell’inizio delle prove, ufficialmente per controllare lo stato dell’asfalto. In realtà si tratta di un bieco trucco per aumentare i test sulle le gomme Michelin, infatti sia le ruotine del monopattino che le suole del simpatico vegliardo sono ricoperte con le mescole di Bibendum. D’altronde il monopattino è molto più affidabile delle Mclaren, ed il piede del vecchietto è nettamente più potente del Merdecess di Mario ‘o meccanico.

Ma torniamo alle vicende dell’Indiana, dove le prove danno il solito esito, anzi no: come per incanto il brutto anatroccolo sambista tira lo scherzone al Kaiser. Alla prova del giro decisivo le cinquine si susseguono inutili come sempre ed il Kaiser, che parte con grande anticipo visto che alle pre qualifiche aveva fatto da aspirapolvere, mette la minella tumida andando in vetta con un gran tempo. Gli altri girano al meglio ma beccano paurosamente e anche il Colombia, che conta tantissimi tifosi in terra americana, fa la sua bella figurina da comprimario piazzandosi a 5 decimi dal Kaiser. Tra gli ultimi ad uscire, Satosquilbrato tenta di andare forte ma non ci riesce più di tanto e si piazza a due decimi dal Nostro. Non male comunque.

Ma arriviamo al momento fatale. Arriva in pista Rubinetto che pare veramente in palla su questa pista. Il trucco sta nella torta al peperoncino di Soverato che Nonna Papera ha fatto per il suo manager, il celeberrimo Ciccio. Costui, che è papero ma non è pirla, ha girato il manufatto al suo protetto Rubens che ha avidamente ingoiato il tutto. Nonostante l’inevitabile infiammazione al sederino ed il conseguente spreco di pannolini, o forse proprio per quello, il piccolo Tristigno ha assunto sin dalle prime uscite una guida molto aggressiva, così inusuale per la sua indole di bonario incapace.

Inizia il giro ed al primo rilevamento il brasileiro resta dietro al Kaiser come da copione. Ma ecco che le acque si aprono e nel secondo tratto Rubens va veramente forte bastonando sonoramente il Kaiser, che d’altronde in quel tratto non era stato impeccabile. Nel terzo settore l’apoteosi: Rubinetto si fionda come una lepre zoppa sul traguardo andando a centrare una ottima pole! Le telecamere laterali inquadrano il bimbo che sprizza gioia da tutti i pori del casco ed inizia uno show notevole. Canta a squarciagola il famoso motivo di Toquinho, “Acquarello”: “Michelongi, lo vedi quel segno rossooooo, sono io che stavolta te l’ho fatto così grossooooo...” , e saluta con la manina tutto e tutti, compreso il muretto di granito.

Gli altri si leccano come sempre le ferite. Spicca nel gruppo degli sfigati il Grullo, cui per l’occasione avevano montato il cambio della Twingo con risultati entusiasmanti: era uscito con la macchina che procedeva penosamente a singhiozzo ed era rientrato mestamente ai box prima di tentare il giro veloce.

Arriva finalmente la gara e come sempre il nostro grande team Rai cerca di diffondere incertezza a piene mani. Mazzonictus snocciola la solita incredibile lista di statistiche inutili, mentre sulla pit lane si cercano le primedonne per carpire le classiche frasi pre gara. Il grullo, appoggiato da un Efflavius notevolmente in palla, dice che avrà una strategia con un primo pit stop dopo il quattrocentesimo giro, dopo di che cercherà la rimonta. Gli altri si allineano su queste preziose indicazioni e come sempre nulla trapela prima del via. L’unico che non mente è il buon Stitichella, d’altronde ha poco da nascondere la sua strategia con un primo stint lunghissimo, visto che ha benzina nel serbatoio, nelle tasche della tuta, nel casco, negli stivaletti, nella cannuccia per le bevande... sembra l’uomo in ammollo, sembra.

Tutti i piloti sono pronti per il giro di schieramento e non appena si sta per partire il Colombia è protagonista di un simpatico siparietto. Scende di corsa dalla macchina e si dirige rapidissimamente verso i box urlando “ATTENTATO, SI TRATTA DI ATTENTATO!!!”. Il pubblico rumoreggia e non capisce l’accaduto, molti pensano a dei drammatici sommovimenti intestinali, visto che Tristigno gli aveva offerto una fetta di torta al peperoncino di Soverato. Mentre le altre auto si avviano lui inizia a gesticolare nel box con i famosi meccanici Williams, i fratelli Marx, che nel frattempo stavano provando il nuovo spettacolo comico e quindi non sapevano nulla di quanto accaduto. Prontamente gli dicono “cosa fai qui buon uomo, torna sulla tua macchina da gara guarda che gli altri stanno partendo”. Il Colombia non capisce e torna di corsa verso la sua macchina da gara, quando Harpo, che finalmente capisce la situazione, lo richiama e gli fa capire a gesti, visto che è più muto di Rikkio, che si deve usare la macchina di riserva. Morale il Colombia torna indietro sempre di corsa, sale sul muletto e cerca di partire direttamente dalla pit lane, possibilmente stirando al suo passaggio almeno un paio di fratelli Marx. Il tutto tra le risate del pubblico, meglio di una comica da cinema muto. L’unico che piange è il vecchio Frank, che non ha nemmeno la forza di avviare i suoi famosi giri della morte da fermo in carrozzella, mentre lontano lontano Patrizio tenta di fracassarsi il cranio con il televisore, che ovviamente ha la peggio (NdS: come è noto la testaccia di Patrizio ha durezza superiore alle più resistenti leghe al tungsteno).

Le macchine si schierano, si spengono le luci rosse e in una pista dove le F1 sembrano piccole piccole partono i guerrieri. Il Kaiser chiude Satosquilibrato che stranamente non lo tampona, e si mantiene in coda a Rubens, mentre da dietro Alonso partito a cannone arriva alla prima staccata in terza posizione. Bravissimo. Si gira a destra con tutti i ragazzotti in fila ma dopo le prime sette posizioni ecco arrivare Klien aggressivo come un tapiro con la nevralgia, che tampona violentemente Da Matta, il quale aveva tirato una frenata notevole per salutare alcuni parenti a bordo pista. Morale carambola e trito misto di alcune macchine che vanno a prato.

Entra la safety car e tutti si mettono in fila da bravi scolaretti. Si sgombrano le macerie e ci si trova subito con quattro attori in meno. I primi segnali dell’inefficienza americana si fanno evidenti, dato che ci vogliono tre giri in regime di safety car per togliere le macchine incidentate. Finalmente tutto è pronto per la ripresa delle ostilità con il brasileiro che guida il serpentone, ed ecco che il Kaiser gioca lo scherzetto. Rubinetto, candido come un giglio pirla non fa trucchi per ripartire senza il capitano in scia, tanto è sicuro che non sarà attaccato in questa fase. E infatti Michelone, la cui carognaggine è sconfinata almeno quanto la sua scucchia, anticipa bene l’accelerazione e sorpassa in gran tromba Rubens salutandolo affettuosamente con un pernacchione roboante. Rubinetto in cuffia piange come una fontana, accusa il Kaiser di avergli rubato la prima posizione e anche l’orsetto di pelouche che lui usa come secondo pilota nei momenti di sconforto, certe cose non si fanno. Il Kaiser in effetti è molto pentito per il suo gesto, infatti continua a sghignazzare di gusto mentre inizia a fare il vuoto.

Passano solo pochi giri ed ecco un altro colpo di scena. Alla fine del rettilineo Alonso inizia la frenata ma capisce che di ruote sane ne ha solo tre, non è una situazione facile. Probabilmente passando sui detriti del primo incidente ha forato e non è bello arrivare a fine rettilineo a 450 kmh con tre ruote gonfie su quattro. Inizia una veronica a muro finendo la sua corsa contro delle barriere in polistirolo stile mission impossible.

Ma non è finita, subito a seguire gli autoscontri di YYYYY Alonso il prode Ralfonso pensa bene di andare a misurare il muretto. Il fratello scarso del Kaiser in piena bagarre per le prime posizioni arriva sul curvone ad oltre 300 Km girando vorticosamente su se stesso. Dopo un paio di giri eccolo centrare con il posteriore il muretto (e per fortuna che non ci ha cozzato di fronte, evidentemente il leggendario culo del Kaiser questa volta ha dato una mano al fratellone) e rimbalzare in mezzo alla pista. Gli altri lo scartano a fatica ma fortunatamente non succede nulla di ulteriormente grave.

Avendo seguito il campionato Cart mi aspetto di vedere immediatamente gli uomini che entrano con i loro camioncini tipicamente Yankee e soccorrono il prode Ralfonso che resta fermo nella sua macchina, ma non succede nulla, nessuno entra sulla pista e il Ralfonso resta li fermo come un pistola. La safety car riallinea tutti i contendenti e si gira in attesa della ripartenza. Dopo alcuni minuti ecco arrivare i soccorsi che iniziano a lavorare sulla Williams cercando di estrarre il pilota. Dopo una decina di minuti Ralfonso viene caricato in ambulanza. Anche in questo caso non si capisce come mai l’ambulanza in pieno stile "E.R. Medici in prima linea" fa un gran bel pezzo della pista a bassa velocità cercando di andare verso il medical center.

Ancora bandiere gialle e safety car, e a questo punto tutti si chiedono cosa conviene fare. Le Rosse entrano ai box per rifornimento e cambio gomme e dato che il Kaiser è in testa entra per primo mentre Rubens aspetta pazientemente alla cassa parlando del più e del meno con il commesso. Fatto il rifornimento al Kaiser che esce in prima posizione riparte anche Rubens che però si trova in settima, differenze da nulla.

Si riparte e arriva la comunicazione che il Colombia è sotto esame, ma non se ne conoscono i motivi. Tutti pensano alla solita carognata con bandiere gialle o altro, e invece come si vedrà poi (moooolto poi!!) il poveretto per una volta è vittima innocente di meccanici dementi e commissari deficienti. I giri si susseguono velocemente, la situazione resta la stessa e dopo i primi stop ecco che Rubens risale la china. Si vedono anche alcuni sorpassucoli, ma nulla che faccia gridare di gioia.

Quando ormai tutto sembra tranquillo ecco gli ultimi colpi di scena. Il grullo inizia ad andare pianissimo e viene uccellato da Satosquilibrato che si porta in terza posizione. Stitichella che girando con i denti era in ottava posizione spacca tutto e lascia l’ultimo posto a punti alla piastrella di Faenza, che alla fine riuscirà a fare un punto mondiale. Ora in classifica costruttori la Minardi alita sul collo alla McLaren, CLAMOROSO!!

Ultimo sussulto con pit stop per Rubens che era in testa e rientra attaccato ai tubi di scarico (pardon, ciminiere) del Kaiser. Clamorosamente Rubens dopo le prime quattro curve vede un piccolo errore del tetesken e tenta il sorpasso. A questo punto il Kaiser lo vede, alza la visiera, fa vedere il canino allungato sporco di sangue e chiude fragorosamente la porta in faccia al povero Tritigno. Questo riesce quasi a centrare la Rossa numero uno (sarebbe stato crocefisso immediatamente dopo l’arrivo) ma fortunatamente tutto va bene. Rubinetto capisce che non c’è trippa per gatti, di conseguenza si mette buono buono in coda ed arriva così per l’ennesima volta secondo.

Alle interviste del dopo gara Rubinetto dichiarerà “io non ho capingi, ho spingi come un forsennangi ma sono arrivangi lo stesso secongi... ma cosa devo fare per vincengi!???”. Semplice Rubens, dovresti essere un pò più carogna, e soprattutto meno pirla.

Fortunatamente dopo questo risultato il perfetto equilibrio che fino ad ora ci ha tenuto sui carboni ardenti si sta rompendo a vantaggio della Ferrari, che si ritrova in testa con qualche punto di vantaggio (solo 76) sulla Renault (ma l’avversario più pericoloso è sicuramente la McLaren, non ci vuole nulla a recuperare 125 punti). Dal lato piloti invece il Kaiser conta 18 punti su Rubens e 36 su Button che ieri aveva solo le marce pari. Inezie. Sicuramente sarà un mondiale eletrizzante. Nulla è deciso anzi si dovrà soffrire fino alla fine. Scusate per le frasi sopra, ma ogni tanto qualche frase surreale ci sta bene.

Per il resto, nulla di nuovo. La McLaren aspetta la MP4XYZVAIFORTETIPREGO VERSIONE 2, che vedremo in pista nel 3049. La Williams sta mettendo in campo tutti i suoi potenti mezzi ma non arriva mai. La Renault dopo l’exploit di Monaco balbetta ma si piazza. La Bar fa vedere le prime chiusure per turno ma cerca di proseguire nella sua rincorsa alla prima vittoria. Il resto è nella cacca più totale.

Un piccolo pensierino va ai commissari di pista che hanno squalificato il Colombia. A mio avviso non è un fenomeno di pilota, ma questa volta aveva già combattuto con fratelli Marx e con i dementi della sua scuderia. Lo zio Sam che ha sostituito Patrizio è partito benissimo, in Canada i freni, questa volta lo sgombero dalla pista della macchina del Colombia allo start in 21 secondi anzichè 15. Questa è infatti la motivazione per la bandiera nera al Colombia, Groucho e Harpo hanno spostato la sua macchina dalla pista in 21 secondi anzichè 15 come da regolamento. Forse il regolamento sarà stato applicato in modo corretto ma comunicarlo al pilota dopo oltre un’ora di gara mi pare alquanto disonesto. E se Colombia centrava un muretto nel frattempo?

Comunque tutto è bene quel che finisce bene, ci si rivede il 4 luglio in Francia dove vedremo i soliti buoni propositi dei fanciulli schiantarsi pesantemente con la realtà Rossa.

Una nota di colore. Pare che dalla curia di Modena sia arrivata una dispensa al parroco di Maranello. Ad ogni vittoria il buon Don fa din don dan con le campane, ma dato che le vittorie si susseguono vorticosamente e le gare sono addirittura settimanali a Maranello c’è sempre un casino esagerato ed il parroco stava assumendo una conformazione fisica alla Hulk.

Les omnipresident se la ride e può dedicarsi ai suoi 5000 incarichi che ha appena ricevuto, mentre Max & Tux stanno per formulare questa nuova proposta: se vinci 8 GP stai fermo per gli altri 8 e poi rientri. Ma non c’è problema, il Kaiser può dedicarsi al giardinaggio fino a metà di settembre per il GP del Belgio, tanto alla fine vince lo stesso. Tra l’altro, pensate al clima che troveranno sulle Ardenne a metà Settembre. Come minimo dovranno montare le catene da neve...

 

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Aggiornato il: 19-dic-2023