Eccoci all’ennesima puntata della saga epica del Cavaliere Rosso dell’ordine
della scucchia, che senza macchia e senza paura prende sia dai ricchi che dai
poveri e si porta tutto a casa.
Le immagini arrivano in diretta dal Nurburg, dove nel lontano 76 le orecchie
di Nikko Lauda andarono arrosto, teatro nel secolo scorso di eroiche sfide
all’ultimo sangue sul vecchio circuito che altro non è se non un tobooga fatto
di curve, muretti e alberi secolari e robustissimi, che non aspettavano altro
di poter accarezzare violentemente tutti i quarti, nobili o meno, dei veicoli a
motore impegnati in gara.
Dopo l’euforia Imolese, fatta di belle speranze ma anche della quasi
certezza che la Renault fosse ancora il mezzo da battere, eccoci tuffati nella
disfida teutonica, seguita a stretto giro di posta dalla gara Espanola. Sembra
quasi di assistere ad una finale calcistica con partite di andata e ritorno,
dove l’andata si gioca in casa del Kaiser.
Ovviamente il re delle Asturie vuole subito segnare in trasferta perchè si
sa, i gol fuori casa valgono doppio. I media ormai non si interessano ad altro
che a quanto avverrà in pista e quindi passano in secondo piano le gare fatte
al Kartodromo di Kerpen dove il Kaiser è il re incontrastato, e ancor meno
importanza viene data alla notizia che il nostro Jolly IdeOta non guiderà mai
più una macchina di F1 (ammesso che la super Aguri meriti questa definizione)
essendo passato alla conduzione del camion della scuderia (NdS: pare che anche
in questo nuovo ruolo abbia già disegnato notevoli veroniche spargendo il
terrore sulle statali Germaniche). Si chiude anzitempo una brillantissima
carriera che sfocerà nel team di Holer Togni come scassamacchine. Peccato,
dovrò identificare un nuovo grande fesso della guida a cui dare qualche tuonata
ogni tanto.
Comunque sia chi se ne frega, torniamo a bomba sulla contesa. Il Venerdì
iniziano i fuochi di artificio e i due contendenti si suonano come tamburi a
colpi di giri veloci, staccando il resto dei piloti, ormai spettatori. Alla
fine il distacco tra i due si misura a capelli.
Il morale dei tifosi della rossa sale come il prezzo del greggio. Allora è
proprio vero, il Kaiser non ci racconta balle, la macchina è consistente eccome
e le gomme vanno bene, la Renault è nel mirino e forse la centriamo anche
questa volta. Les petit imperateur gongola ed arringa la squadra: “ mes
pretoriens, la vittoria potrebbe essere viscina anche questa fois, ma
attentions a les efflaviùs che pens sempre come fregar les prosieme”.
A proposito di Efflavius, ma cosa dice, dato che è uno che ne capisce? “cari
giornalisti, la Renault è molto buona ed è sempre la migliore del lotto, ma
temo che la McLaren possa essere la vera minaccia al nostro trono” Ma come si
permette, snobba la Rossa? No miei cari, la teme eccome, e quindi butta la
palla da un’altra parte cercando di creare altre aspettative. Ma le scarafo
car, mezzi veramente belli da vedere, non vanno così bene. Restano fragili e
non così competitivi da avvicinare la Rossa e la Renault.
In casa Renault Stitico è ancora nervoso per aver perso il treno giusto in
qualifica la volta scorsa e quindi dichiara che il suo solo obiettivo è la
vittoria. Filippuzzo Massa resta doverosamente silenzioso, pare essere almeno
un ragazzo intelligente che non dice nulla visto che non ha ancora fatto nulla,
ma l’odore del podio respirato a Imola lo ha sicuramente gasato. Il resto sono
solo chiacchiere e distintivo: sono tutti a una vita dai due top team.
Il Sabato è il primo giorno della verità. Si inizia a girare con la solita
regola delle eliminazioni successive ed ecco che la prima grande cappella
arriva dall’organizzazione. Verso la fine dei primi 15 minuti scatta una
bandiera rossa senza alcun motivo. I computer vanno in tilt e non si capisce
più nulla. Ma in realtà non frega niente a nessuno, i big non sono coinvolti e
si aspetta solo il duello tra i due top driver.
Seconda tornata di eliminazione ed ecco che succede il primo scricchiolio in
casa Renault. Stitico arranca, come sempre è li in odore di eliminazione e
questo è poco comprensibile visto che ha una macchina che va come un treno. Il
fattaccio si compie quando all’ultimo secondo Stitico cerca il giro della morte
per entrare nella top ten ma in vista del traguardo si trova davanti il figlio
del figlio del vento che sta facendosi gli affari suoi e si sta lanciando per
cercare di agguantare l’ultimo posto utile per il turno finale. Il tappetto
canadese non considera minimamente le esigenze del nostro romanino, non lascia
strada e gli fa quindi perdere quei decimi che gli sarebbero necessari per
accedere al turno finale.
Efflavius accusa il colpo e manda solennemente a quel paese Stitico che
arriva ai box BMW infuriato come un muflone e si avventa prepotentemente su
Villeneuve apostrofandolo pesantemente. Morale: Stitico resta fuori dai dieci e
Villeneuve è indagato dai commissari per comportamento anti romanesco. Primo
smacco della Renault.
Si arriva così all’ultimo turno con gli ultimi 10 contendenti che se le
danno di santa ragione. Pare subito evidentissimo che la questione per la pole
si risolverà tra Alonso ed il Kaiser, e che nessun altro ci metterà il becco.
Da notare che Massa sta diventando consistente e comincia a farsi vedere con
insistenza nelle zone alte della classifica. Il bambino migliora, e migliora
anche la Rossa. Le cose vanno come previsto e nelle ultime posizioni si
piazzano Webber, Colombia (e questo è un segnale), Villeneuve ed il Grullo.
Quest’ultimo deve disporre di una Yaris di cartone dato che in prova non gira
quasi mai e cerca di fare il meglio che può con una macchina ciofecante come
poche, segnando tempi ottimi appena può scendere in pista. Capigliatura a
parte, ricordiamoci che il Grullo è un ottimo pilota.
Poi salendo troviamo Button, Rikkio e Tristigno che pare aver già avuto
l’out out dalla Honda: “Tristigno san tu spingele su accelelatole o noi mandale
te a casa”, e la tristengi è notevole. Quindi le grandi McLaren, il tanto
sbandierato spauracchio di Efflavius, sono già belle che pagate e vedono solo i
tubi di scarico delle altre. Massa fa bene ma prende comunque quattro decimi
dal Kaiser che a sua volta viene battuto di due decimi da Alonso. Il morale del
popolo Rosso si incrina leggermente, dato che è scontato che la Renault riesca
a partire come un missile ed il prode Kaiser, sulla parte sporca della pista,
non può certo fare miracoli. In effetti sulla base di quanto si è visto ad
Imola i più pensano che la gara possa essere molto difficile per la Rossa. Il
Kaiser però sparge fiducia a piene mani mentre Poldo continua ad ingurgitare
bucce di banana nella tranquillità più olimpica, e questo conforta non poco il
popolo dei tifosi.
Alla domenica la situazione resta sempre piena di belle speranze dato che il
Kaiser e les petit imperateur continuano a dire di stare tranquilli.
Schieramento pronto e solite cose: Mazzonictus spara dati a capocchia, Capelli
descrive il circuito e la tensione va alle stelle, semafori spenti e via. La
Renault va a cannone come previsto, il Kaiser arranca leggermente ma Filippuzzo
si comporta veramente bene: affianca il Kaiser quasi per superarlo ma alla
staccata il caposquadra si piazza bene all’interno e Massa riesce a girare
largo tenendo dietro la muta dei cani rabbiosi.
Alla prima curva solito mucchio e Ralfonso centra Tonio Cartonio Liuzzi
fracassandogli la macchina. Con solo tre ruote gonfie Tonio cerca di
riguadagnare i box ma si gira lungo il tracciato restando proprio in mezzo ai
maroni. Safety Car e si riparte. La situazione resta sempre la stessa e dietro
Colombia parte male ma recupera, Rikkio pressa Button e lo ripassa in tromba,
ma sostanzialmente nessuno è interessato a questa parte del GP.
Alonso e il Kaiser sono praticamente incollati e i giri scorrono ad un gran
ritmo con un leggero effetto elastico del Kaiser che arriva a pressare sotto il
secondo oppure si allunga fino a due, ma in sostanza la marcatura è stile
Gentile su Maradona ai mondiali di Spagna. Massa tiene bene ma si stacca
leggermente dal duo di testa.
Primo pit, le cose restano identiche e si continua così. Non basta un giro
al Kaiser per recuperare su Alonso che si ferma un giro prima, ma con gomme
nuove fa un rientro da urlo (di dolore per il tifoso integralista) e rimane
davanti. In sostanza comunque i duellanti si ritrovano ancora incollati. La
tensione cresce, cosa succederà al secondo stop? Alonso sarà ancora davanti? Si
pensa che il Kaiser debba attaccare per cercare il sorpasso in pista. Pare che
la Rossa abbia abbastanza birra per passare, ma non riesce ad arrivare
abbastanza vicino per tentare il colpaccio.
E arriviamo al punto G: al 38mo giro Aloso rientra per il secondo stop della
Renault ed il Kaiser è a un secondo di distacco. Ed ecco che dopo quasi un anno
e mezzo di attesa si rivede quello che i popolo Ferrarista sognava da troppo
tempo: il Kaiser torna a fare quel martello demolitore assetato di sangue che
da sempre lo distingue dal resto della truppa. Tre giri che Capelli definisce
efficacemente “guidati in punta di dita”, pare che la Rossa sia incollata
all’asfalto e corra sui binari, nessuna sbavatura e ritmo incredibile. I
temponi che il Kaiser con pista libera stampa in sequenza evidenziano la reale
forza del team Rosso e fanno sognare, si teme una pronta risposta del campione
delle Asturie con gomme inopinatamente nuove, ma questa non arriva. Pit stop
impeccabile con cambio gomme, benzina, filtro olio e bollini in 6 sec e 8, ed
al rientro in pista, udite udite, la Rossa è davanti con quasi 6 (sei) secondi
di margine su Alonso!!!!
Schiantata la Renault, come si schiantavano le McLaren di Minkia e del
fetente nei giorni di grazia di qualche anno fa. Efflavius accusa la mazzolata
ed inizia a smadonnare in cuneese stretto, pensando che a volte le vecchie
signore quando s’incazzano massacrano molto più delle giovani vamp asturiane.
Dietro succede qualche cosa ma chi se ne strafrega. Gli ultimi giri vedono il
Kaiser mantenere agevolmente il vantaggio, qualche timido tentativo di Alonso
di rientrare viene subito stroncato.
Da dietro sale di gran carriera Rikkio che arriva a braccare Massa buon
terzo, a sua volta in recupero su Alonso. Il tifoso integralista sogna la
doppietta, ma lo spagnolo non è uno sprovveduto e Filippuzzo deve ancora
mangiare qualche michetta prima di poterlo impensierire seriamente.
Alla fine il Kaiser vince con un tranquillo vantaggio su Alonso, a cui
presta la sua scucchia delle tragedie per la successiva intervista. Terzo è
Massa che ha attaccato alle caviglie Rikkio. Tristigno arriva quinto a mezza
giornata seguito da Stitico, il figlio del tricheco e Villeneuve che prende
l’ultimo punticino. Fuori dai punti il Grullo, ancora all’asciutto, ed il resto
degli spettatori viaggianti.
Che dire, grande cannonata del Kaiser che pur se vecchietto dimostra sempre
di essere il migliore del lotto a parità di valore della macchina. La cosa
bella è che su una pista che poteva essere difficile per lei la Rossa ha dato
una dimostrazione di superiorità abbastanza netta e questo accade per la prima
volta dopo quasi un anno e mezzo. Se a Imola la vittoria è arrivata da un
grande colpo di strategia che ha sovvertito i reali rapporti di forza, qui la
Ferrari è stata senza dubbio la migliore macchina del lotto.
Ci si rivede a Barcellona dove il Kaiser ha già detto che sarà possibile
ripetere il risultato. Perchè non credergli dato che lui di solito non parla a
vanvera come tanti altri. Intendiamoci, non c’è da illudersi troppo, la Renault
rimane una macchina formidabile ed Alonso un signor pilota (NdS: non si
dovrebbe nemmeno trascurare il ruolo dei due scudieri - mi spiace ma Stitico
ormai lo è -, Filippuzzo sembra in progresso ma Fisichella mi sembra un’altra
cosa, se non altro per il fattore esperienza). Inoltre con questo sistema di
punteggio l’affidabilità è il fattore decisivo, qui la Renault sembra non
temere confronti ed i 13 punti di vantaggio ancora a disposizione di Alonso
sono pesantissimi.
In ogni caso, dopo il Nurgburg si può riprendere a sognare. Vedremo se
continueremo a farlo anche a Barcellona, o se dovremo affrontare un duro
risveglio.
Il Criticatutto