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Malesia 2006.

Finalmente in manicomio è ripartito.

Ebbene si, il G.P. Bahrain ha dato il la alla nuova stagione di F1. Dopo un inverno movimentato in particolare dalle notizie di mercato e dal tormentone “Rossi alla Rossa” ecco che finalmente i piedi in granito hanno ricominciato a pestare sul gas con l’abituale veemenza.
Ma che cosa è successo in questo week end di gara? Procediamo con ordine.

Tanto per iniziare un tributo ed un saluto agli eroi di Faenza. Dopo tantissimi anni di onorata militanza nelle ultime file dello schieramento ecco che la piastrella Faentina ha dato forfait.
Non vedremo più la Minardi, al suo posto la Toro Rosso (ma chi ha dato il nome a questa scuderia, Rambo??????). E’ ormai chiaro che contano sempre più esclusivamente i dindi (qualsiasi valuta è ottima basta che il numero di zeri in fondo sia cospicuo), e infatti la Minardi non è riuscita a restare nel circus dorato mentre è entrata alla grande la Super Aguri che sfoggiando delle ottime bianchine del 68 modello “Fantozzi GT” è riuscita nell’impresa di andare talmente piano da essere doppiata prima ancora di partire. Ma vedrete che durante la stagione questa scuderia ci darà grandi soddisfazioni. Se pensiamo che si chiama Aguri e vanta ben due tarelli nippo, il famigerato Sato ed il già mitico (nel mondo dei fumetti manga) Yuji Ide - 4 vocali su 7 lettere, mica male -, gli ingredienti ci sono tutti per fare bene. In uno spettacolo di cabaret, ovviamente.
Andando a girovagare tra le novità balza all’occhio il team manager della Toro Rosso, mr. Franz Tost, un nome un programma, che garantisce una presenza assidua all’angolo bar (alcolici pesanti e droghe leggere) della scuderia.

Ma vediamo com’è andata. Devo dire che le prove non sono poi così male, in questo caso Max & Tux forse sono riusciti a farne una giusta. In sostanza si tratta di tre mini gare dove alla prima pronti via esce sempre l’Aguri più qualche altro fenomeno, poi al secondo giro cade qualche testa coronata e al terzo si impallinano tutti come tordi per arrivare davanti.
Certo, la formula non è proprio semplicissima (conviene seguire le prove con un fisico nucleare che spieghi i dettagli del regolamento), comunque non si poteva certo peggiorare dopo le vergognose uscite solitarie in ordine definito delle passate stagioni, dove i primi uscivano direttamente con ramazza e tuta da spazzino, mentre gli sfigati uscivano con la grandine.

Al pronti via della fase 1 ecco che Rikkio sbarella subito una sospensione e quasi si capotta.
Che dire un inizio travolgente della scarafo car, non si poteva sperare di meglio (nota dello scemeggiatore: per chi non ci conoscesse, sia io - in modo manifesto - che il Criticatutto - che cerca di mantenere una certa imparzialità, ma non ci riesce per nulla - siamo in realtà due tifosi integralisti ferraristi, per nulla sportivi ed assolutamente fedeli al motto di Jean Jacques De Paracul, secondo cui “l’importante è vincere, poi se si riesce anche senza imbrogliare pazienza”. Quindi non vi aspettate cronache eque, qui si vede tutto da una sola angolazione, quella Rossa....).
Ron the Boss piangente rientra nel box cercando di capire che cosa è successo ma tutti gli ingegneri (quelli del nuovo staff tecnico appena nominato: il portinaio, il giardiniere e la donna dell pulizie di Paragon...) lo guardano con un enorme punto interrogativo stampato sul volto. Diagnosi: “cedimento del triangolo superiore del punzone del rinvio della brugola del carmelo dell’anima de li mortac....”. In pratica, si è svampata la suspension, e pace all’anima sua.

La trita di sospensione genera un bel pò di casino alla fine della fase 1. C’è poco tempo per fare il tempo, ed ecco che di botto la pista assomiglia ad un tratto della Salerno Reggio Calabria durante l’esodo estivo. Il tifoso tipo non può esimersi dalla tradizionale toccata di attributi alla vista delle Rosse avvolte nel traffico, ma fortunatamente fila tutto liscio.

La prima testa coronata che cade è quella di Ralfonso che con la nuova Yaris va maluccio. Pare proprio che la nuova macchina sia una ciofeca, non scalda le gomme anzi se partono con le termo a 90 gradi dopo poco si abbassano a 75. Questi diabolici nippo hanno pensato pure al frigobar sui cerchioni!!!!!!!!!!!!!!!!

Dopodiche le cose vanno come al solito, ovvero chi era dietro lo scorso anno ci resta ed i soliti si spartiscono la torta. Unica eccezione la Rossa creatura, che sembra fare meno ribrezzo rispetto all’annus orribilis 2005. Nell’ultima fase ecco che le Rosse balzano in testa con acuto del Kaiser che stampa il tempone ed il fido Massiccio Massa che arriva ad un amen. La prima fila è tutta rossa, sembra di essere tornati a due anni fa, CHE BELLO!!!!!

Il giorno della gara si rivede l’allegra banda dello studio RAI 1, con il povero Cesare Fiorio rassegnato a sopportare le immani minchiate sparate dagli altri sedicenti addetti ai lavori. Povero Cesarone, a volte si comprende il suo stoico sacrificio mentre deve soffocare, concedendosi soltanto una semplice espressione schifata, i sacrosanti commenti del tipo “ma che strac...zzo andate dicendo!!!” a qualche intervento della Prisca Taruffi (pilota sopraffina, al Policar) o di qualche altro personaggio della patetica compagnia.
E’ bello ritrovare la mitica presentatrice Mortiria, sempre sorridente grazie ad una protesi di acciaio temperato che le modella il dolce visino. La funerea esibisce il solito gioioso completo nero, fortunatamente con mega scollatura d’ordinanza a cornice delle belle boccette abbronzate (almeno quelle mettono allegria).

Pronti via e siamo alle solite. Il Kaiser parte bene ed anche Filippino lo segue da vicino, ma subito dietro come una faina inferocita ecco che il re delle Asturie si catapulta a cannone. Non c’è nulla da fare, lo sfiato alla bagna cauda di Efflavius Briatorius, tenuto in apposito serbatoio a 25.000 atmosfere prima dello start, rimane ancora il sistema launch control da battere.
Il bolide giallo azzurro della Renault campione del mondo avanza imperioso. Dopo poche curve ecco che il granitico Massa si sgretola come polistirolo. Risultato: il bambino dopo poco piroetta come un pollo cercando di tenere testa ad Alonso, s’incasina da solo e si esibisce in una veronica degna del migliore Sato, tra l’altro grattugiando ad arte le Bridgestone.
In testa si rivede la coppia di Imola dello scorso anno, ma a ruoli invertiti. Poco male, pensa il popolo ferrarista, tanto il Kaiser è in testa, e chi lo frega? Ah, la dolce illusione.

Il bambino passa dai box giusto in tempo per ricevere gli effetti della macumba orchestrata la notte precedente dal Rubinetto scaricato. Ed il tifoso assiste terrorizzato ad un sinistro balletto dei pretoriani rossi, una specie di tuka tuka di Carraresca memoria “dov’è la pistola, la pistola, pistola, perchè non sbullona, sbullona, sbullona.....”
Le Petit Napoleon assiste al dramma dopo essersi arrampicato sulle spalle di Poldo, che continua ad ingurgitare impassibile le solite bucce di banana gettando il resto per la pit lane. Il Grande Puffo pensa alle indicibili punizioni a cui il Divino Montezuma lo sottoporrà, e rosicchia nervosissimo le orecchie di Poldo.
Alla fine, dopo aver trascorso in allegria una mezza giornata buona in attesa di un nuovo treno di gomme, il bambino può riprendere la via della pista.
Sembra di essere tornati ai tempi gloriosi di Taxi Driver Eddie, nel mitico fine stagione 99 (NdS: so che molti di voi lo hanno rimosso dalla memoria, ma c'è chi ancora vive terribili incubi notturni nel ricordo inconscio di quel raccapricciante episodio, la famosa gomma smarrita al Nurgburg, che stanno ancora cercando). Quando rientra in pista, Filippo è in fondo alla bagarre e vede i primi col cannocchiale di suo nonno pirata sull’Orinoco. Direi che l’esordio in gara non è precisamente dei migliori.

Nel frattempo Rikkio, sornione come un cefalo impasticcato, inizia la sua inesorabile rimonta. Ogni giro riesce ad uccellare qualcuno ed in breve torna in zona punti. Qui le cose si complicano leggermente ma dato che ha tanta benzina quanta quella disponibile nella stiva di una petroliera con un solo pit stop arriva al traguardo recuperando quasi tutto lo schieramento.

In casa Briatore tutti gongolano tranne Stitichella, che come al solito ha trovato nell’ovetto Kinder il motore sbagliato. “Si è rotto e basta sto fijo de da mignotta, ma te che voj aòòò!!!!”, dirà candidamente a tenerello Giovannello che come suo dovere gli va a stracciare i cocones immediatamente dopo il ritiro.

La guerra della prima posizione vede il Kaiser difendersi e Fernandel attaccarsi progressivamente ai suoi scarichi. Morale, quando il Kaiser rientra per il secondo pit, Alonso pigia come un forsennato e riesce a recuperare qualche decimo. Quando Alonso dopo alcuni giri rientra per il suo pit il Kaiser cerca di attaccare ma vuoi per il recupero precedente vuoi per il minor tempo della seconda sosta, fatto sta che Alonso rientra esattamente nel momento il cui il Kaiser arriva imbufalito alla staccata della prima curva.
Qui i più si aspettano la rissa, essendo il Kaiser geneticamente incapace di considerare l’eventualità di accodarsi in simili occasioni. Ma Fernandel qui dimostra di che pasta è fatto, e va a spingere il Kaiser verso il prato con manovra assolutamente carogna, limpida e cristallina, ergo perfetta. La miglior traiettoria è di Alonso, che quindi resta davanti al Kaiser, va in testa e vince comodo. Nessuna possibilità di recupero della Rossa tranne un tentativo su un doppiaggio di Alonso, ma in realtà il Kaiser vede solo gli scarichi della Renault. Uno a zero per Fernandel / Efflavius, e palla al centro. E qui il tifoso capisce che anche quest’anno ci sarà da smadonnare parecchio.

Sul podio ecco il solito gran chiacchierone Rikkio che arriva distante ma arriva bello tosto, poi a seguire i soliti Button (concreto ed efficace proprio come il suo co teamer), il Colombia senza infamia e senza lode, Webber ed il figlio del tricheco Nico Rosberg (che ha un bel piede destro in noce massello). Infine Klien con la Red Bull Ferrari completa il popolo dei punti. Di cui non fa parte Massiccio Massa, molto ridimensionato e scarso nono. E vabbuò, speriamo in gare migliori per il piccolo.

Bocciati quelli della Toyota, della BMW e della Midland, da rivedere quelli della Toro Rosso per simpatia.
Di Rubinello meglio non dire nulla, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Quando Button lo ha visto all’arrivo gli ha buttato le chiavi della macchina chiedendogli di andare a parcheggiarla, e dopo avergli elargito una paga mostruosa in gara gli ha dato pure la mancia. Lui però continua a dire che è andato alla Honda per vincere il mondiale. Forse, e dico forse, di rubamazzetto......

**********

Passano sette giorni e si torna subito in pista in Malesia.

Ritroviamo l’allegra brigata a lessare nell’afa di Sepang. Grande rispolvero ai box della Rossa, reduce dall’ottima prova degli Emirati Arabi. Le Petit Imperateur si presenta in compagnia della sua fidanzata, un passato di Bond girl ed un presente da inossidabile bonazza, in perfetta tenuta da agente segreto: completo elegante nero, camicia bianca e cravattino della terza elementare, braccia conserte su fucilino a tappi.
A tenerello Giovannello che lo marca stretto risponde “mon ami, il mio nome è Todt, Jean Todt, lasciami lavoràr, petit insetton, sciò!”. Ma il momento di grandeur dura poco.
Infatti Massa parte subito molto bene cambiando due motori, dato che il primo dava segni di rottura ed il secondo anche.
Dramma in casa Ferrari. Ma come mai l’otto cilindri ha ceduto? Pare che il tutto sia legato allo zampone che è finito nella colata di titanio smagrito, ingrassandolo assai. La cosa ha provocato delle microfratture ai maroni del basamento con contestuale rottura dei medesimi da parte di tutto il team.
Dopo la prima quasi buona la seconda pare essere destinata alla negatività quasi totale.

Ma ci pensa Mazzonictus a risollevare il morale, secondo lui il Kaiser non ha ragione di lamentarsi per l’affidabilità del motore, visto che da quando è alla Rossa ha subito solo due o tre stop causa propulsore. A parte il fatto che a Michelone, giustamente, le statistiche di Mazzonictus non possono fregare di meno, il telecronista più inetto del globo terracqueo forse ha rimosso la gloriosa prima stagione del Kaiser in Ferrari, dove più o meno un gara si ed una gara pure il mitico 046 fondeva all’unisono almeno 11 dei suoi 12 cilindri. Ma non è il caso di rimarcare simili dettagli, Mazzonictus ha ben altre lacune di quelle legate alla storia della F1, non distinguendo in pratica una monoposto da una lavastoviglie.

E dopo le esternazioni porta sfiga di Mazzonictus il Kaiser inizia giustamente a preoccuparsi. Come noto a pensare male ci si azzecca quasi sempre, ed ecco che come un macigno arriva la conferma: il Kaisermotore fa kaputt. Cambio anche per il teutonico e dieci posizioni in meno. Invece per Filippo, che vuole sempre esagerare, doppio cambio di motore quindi duecentocinquanta posizioni in meno e griglia di partenza allungata per l’occasione sino a Turkestan occidentale.

Comunque, alle prove ufficiali il Kaiser tiene botta e si piazza quarto ma fa dieci passi indietro con tanti auguri. In pole arriva Stitichella che pesta come un matto accompagnato come un’ombra da Button. A seguire Rosberg (il figlio del tricheco conferma il piedone) e Webber con ottime Williams, poi il Colombia che secca Rikkio, Alonso e Klien.

Ci si aspettava che la Renault fosse consistente sul passo di gara, ma questa volta Stitico non si accontenta ed anche in prova stampa il tempone che non lascia adito a discussioni. Sembra che san Briatore da Cuneo con la sola imposizione delle mani unte di bagna cauda sulla testata dell’8 cilindri transalpino sia riuscito a fare il miracolo.

Il caldo in Malesia è asfissiante e i nuovi motori vengono messi a dura prova. Al pronti via ecco che mentre tutti battagliano per i cavoli loro, Alonso parte a cannone e in fondo al rettilineo recupera subito venticinque posizioni portandosi quasi in testa. La domanda sorge spontanea. Ma è mai possibile che dopo due anni non si sia ancora in grado di legnare la Renault in partenza? Cosa usa Efflavius, il Bostik come traction control???
Sta di fatto che Stitico parte in testa e così finirà nel tripudio di Tor Vergata, mentre gli altri battaglieranno inutilmente per le altre posizioni.
Massa parte dopo una ventina di minuti carico di benzina come una petroliera, pronto a fare tutta la gara con un solo pit. Il Kaiser non guadagna quasi nulla in partenza e quindi si trova intruppato in mezzo ai caimani, cavoli amari.

E cosa dire del grande Rikkio. Se sarà lui il nuovo pilota della rossa nel 2007 bisogna farlo esorcizzare dato che anche questa volta dopo aver subito il tamponamento di Nicolino Heidfeld si gira come un cefalone dopo poche curve e finisce mestamente la corsa contro le barriere. Come di prammatica rientra con il casco sul testone, poi doccia ed abiti borghesi, e sempre il casco sul testone. Poi partenza immediata verso l'Albert Park di Melbourne, con casco sul testone. Pare che abbia deciso di toglierlo solo dopo avere massacrato a testate il suo staff tecnico, vedremo.

Da segnalare la fusione globale dei motori Cosworth della Williams che sono andati in fumo come i sogni di gloria del canguro e del figlio del tricheco. Numerosi problemi per altri comprimari tra i quali lo scozzese fetente (che continua a guidare nel Circus, pare che si sia sigillato il deretano sul sedile della Red Bull con del cemento a presa rapida), Ide, la Toro Rosso ecc. ecc.

Gara spenta del Kaiser, che alla fine si ritrova davanti pure Filippino, reduce da un solo pit. Nessun ordine di scuderia, ed alla fine Michelone arriva al traguardo solo sesto in scia al bambino, rischiando un principio d’incendio causa scintille dalla scucchia. Va bene, siamo stati sportivi ed educati. Ma se alla fine Fernandel vincerà il mondiale per un punto sul Kaiser credo che il Grande Puffo farà meglio a cercare scampo in qualche monastero Tibetano.

Il podio ha quindi visto una doppietta Renault ed il solito Button, sempre più convinto di essere nell’unico team con un pilota e due collaudatori. Rubinetto risulta tanto inutile alla Honda quanto lo era in Ferrari. Riesce ad essere assolutamente ininfluente sempre e comunque, questa volta è arrivato lungo nella corsia box e si è preso meritatamente una bella spadellata sul faccione.

Dopo due sole gare la Renault è già in fuga nel mondiale piloti ed in quello costruttori. La Rossa non è bocciata ma rimandata pesantemente a Settembre o anche prima, si spera, per capire se la macchina è quella buona degli Emirati o quella inutile della Malesia.
Speriamo nell’Australia dove la famosa fagiolata dell’aborigeno dovrebbe far riprendere Poldo Brawn e tutta la squadra Rossa. Aspettiamo e speriamo, anche se credo che la Renault a meno di lotte intestine vincerà ancora a mani basse.


 

Il Criticatutto


 
Altre critiche.
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002. Australia 2006.
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005. Europa 2006.
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Aggiornato il: 19-dic-2023