Eccoci arrivati alle fasi finali di
un campionato di F1 che ha già detto tutto. Nella prova di Monza è emersa una
volta di più la lievissima supremazia delle Rosse. Ma questa volta c'è una
novità: si corre vicino a casa, e come al solito da mesi è iniziata l'attività
di reperimento biglietti, inviti e raccomandazioni per avvicinare i grandi
personaggi del Circo Togni.
Attingendo alle massime e seguendo
l'illuminato esempio del Maestro Jean Jacques de Paracul anche questo anno mi
sono procurato un invito (questa volta Williams) al paddock per le
cronometrate, ed ho sistemato allo stesso modo Mauro, il quale alla notizia ha
pianto di commozione stile Rubinetto (Nota dello Scemeggiatore: si lo ammetto,
per me è stata una notizia emozionangi.. ehm, emozionante), per le libere del
Venerdì.
La fauna del pubblico interessato al
GP di Monza è davvero eterogenea. Facendo il Piero Angela della situazione,
posso provare a catalogarla in diversi gruppi:
1) Gli sfigati, o finti
disinteressati.
Gli appartenenti a questa specie non
sono riusciti a procurarsi i biglietti del GP, e fingendo pietosamente
esibiscono un disinteresse totale per qualsiasi tipo di competizione
motoristica su quattro ruote. Ma qualche particolare li tradisce. Nel loro
garage, infatti, spesso si trovano macchine come la poderosa Fiat Duna Week End
TD con a corredo tutta una serie di targhette rivelatrici, tipo GTI, KKK, Beep
Beep con caschetto, e l'immancabile adesivo con i due coniglietti che si
ingroppano selvaggiamente.
2) I Tifosi nostrani.
Si tratta di animali solitamente
pacifici, che diventano però molto pericolosi se privi di biglietto e
cappellino rosso Ferrari a meno di due settimane dall'Evento. In questo caso
sono disposti a vendere un rene della mamma per acquistare i biglietti per il
prato, e ad impegnare l'altro per il cappellino e la bandiera d'ordinanza.
Trascorrono i tre giorni del week end pascolando per i prati all'interno del
circuito, accatastati con le orde germaniche che calano dal Nord. Anche
quest'anno entrando da Biassono ho potuto notare il solito gruppo "Alpini"
targato UD dotato di ogni comfort: un generatore degno della centrale
termoelettrica di Tavazzano che alimenta un freezer tipo bar del Corso; due
damigiane di vino poste sopra un Ford Transit da combattimento; uno stereo
sempre a palla che diffonde nell'aere alternativamente suoni dei motori Ferrari
alla parabolica, dal 12 cilindri Boxer di Forghieri allo 051, oppure
tradizionali canti Alpini (NdS: dopo la prima nottata trascorsa all'ascolto di
queste musiche celestiali si registrano regolarmente numerosi casi interessanti
tra i vicini di campeggio: alcuni decidono di suicidarsi impiccandosi alle
damigiane sul Transit, altri diventano Testimoni di Geova e tentano di
convertire i vicini tedeschi, che provvedono alla loro immediata fucilazione
alla schiena). Senza dubbio, si tratta dei veri numeri uno di tutto il prato.
3) I Tifosi Tedeschi.
Si spostano in branchi che migrano
da un posto all'altro dell'Europa seguendo un essere sovrannaturale dotato di
notevoli capacità di guida e di un altrettanto notevole scucchione. Non
viaggiano mai privi di scorte industriali di birra e costolette di brontosauro,
che durante il weekend consumano integralmente grazie alla disponibilità di
barbecue tipo cucina da campo della NATO. Ho notato quest'anno due auto
tedesche targate Monaco con al fianco due tendine striminzite. Nulla di strano
mi direte, peccato che le auto parcheggiate fossero una BMW M5 e una Porsche
911 turbo nuovissime, con una leggera patina di fango che le ricopriva fino a
metà portiera. I discendenti di Attila non si smentiscono mai. Ma il tifoso
Tedesco è comunque sempre pittoresco. Questa volta ne circolavano alcuni dotati
di caschetto di plastica tipo cantiere, ovviamente rosso, con incollata sopra
un specie di coppia di bancali di motore. Davanti la scritta: "ho in testa solo
il motore Ferrari". (NdS: a proposito di folclore, ricordo i duelli tra tifosi
Finnici e Tedeschi sulle tribune Vedano alle prove cronometrate nell'anno di
grazia 2000: i primi con le facce rigorosamente dipinte di bianco con croce blu
facevano casino con i bandieroni prima delle prove, ovviamente rischiando il
linciaggio; i secondi circolavano avvolti nei bandieroni Ferrari per le
gradinate dopo la pole di Michelone, in fila indiana. Il penultimo della fila
trascinava a terra una bandiera finlandese, e l'ultimo, dotato di scarponi
chiodati ultramassicci, la calpestava in continuazione...)
4) Gli Imbucati.
Si tratta dei discepoli di Jean
Jacques de Paracul, che pur tifando religiosamente Ferrari accettano di buon
grado di vivere una giornata diversa al paddock Williams o McLaren (il tutto
ovviamente gratis) nascondendo per un giorno il loro fanatismo. Conoscendolo,
non so proprio come Mauro, appartenente come me a questa categoria, abbia
resistito alla tentazione di bucare una Michelin della macchina di Emiliano
(NdS: ebbene si, ho resistito, anche perchè quando ho potuto avvicinarmi le
Williams erano senza gomme...)
5) I Semidei.
Sono i più odiati da tutte le specie
descritte sopra, quelli che senza un briciolo di spirito agonistico o di
qualsiasi genere di tifo vengono invitati nei salottini sopra i box dai team o
dagli sponsor per il solo trascurabile fatto di essere megamultimiliardari o
parenti stretti dei vari team manager. Si tratta di una specie protetta (da
guardie del corpo e dal ferreo servizio d'ordine), anche se purtroppo ben
lontana dall'estinzione. Questi personaggi dimostrano spesso un totale
disinteresse per l'ambiente in cui si trovano, ma a differenza della categoria
degli sfigati, descritta sopra, sono sinceri. Hanno infatti un'aria annoiata
quando si aggirano all'interno dei box, e magari scambiano due chiacchiere con
team manager e piloti, oppure si intrattengono con qualcuna delle fantagnocche
spaziali tanto numerose in quei dintorni. Sono sempre loro quelli che coprono
la vista delle macchine nei box ai comuni mortali che da lontano vorrebbero
fotografarle, e che anche per quello vorrebbero disporre di un fucile
mitragliatore oltrechè di una Nikon. Qualcuno urla loro di spostarsi, ma
naturalmente di solito fingono di non udire le richiesta della plebaglia....
bah!!!!!.
Fatto questo lievissimo preambolo,
ci buttiamo direttamente nella cronaca. Per quanto riguarda le libere cedo la
penna a Mauro, testimone oculare, anzi paraculare.
[Lunga Nota dello Scemeggiatore]
Ho trascorso un Venerdì molto
interessante, anche se purtroppo ho dovuto mantenere l'anonimato. Infatti il
giorno precedente prima di andare a dormire alle 4 del pomeriggio (per evitare
ogni rischio di ritardo dovuto al traffico avevo deciso di presentarmi
all'autodromo attorno alle 2 del mattino) avevo già preparato lo stretto
indispensabile: polo rosso corsa, bandierone con cavallino, distintivo e
cappellino Ferrari (Quello Williams, bellissimo, in dotazione con l'invito era
già stato occultato in fondo all'armadio nell'area "indumenti compromettenti").
Fortunatamente, la lettura serale
della "Guida al Paddock" mi ha edotto su alcune importanti informazioni
riguardanti l'abbigliamento: "il casual è accettato, ma non si deve esagerare,
ad esempio evitare i jeans (quelli di Armani sono tollerati a fatica)", "per
espresso desiderio della scuderia Williams (leggi Patrizio Head) si invita ad
evitare di indossare capi di abbigliamento di altre scuderie, in particolare
ogni indumento di colore rosso sarà immediatamente requisito e sciolto
nell'acido muriatico".
Rinuncio quindi a presentarmi
avvolto nel bandierone d'ordinanza, ed arrivo all'autodromo in tenuta
assolutamente neutrale in compagnia dei miei simpaticissimi benefattori. A
questo punto comincia la solita partita di poker con quelli del servizio
d'ordine: cerchiamo di intrufolarci in ogni ingresso alle aree più esclusive
bluffando clamorosamente, cercando di ostentare sicurezza e di nascondere per
quanto possibile i pass. Ma purtroppo c'è poco da fare: si arriva quasi sempre
a dei tornelli con lettore ottico che, ostentata sicurezza o no, ci bloccano
regolarmente.
Andiamo quindi alla zona a noi
concessa: tutto molto curato, forse un pò troppo "artificiale", come la
moquette verde finto erba con inservienti dotati di finta motofalciatrice, ecc
ecc. Sono estremamente reali, per fortuna, i dolcetti serviti per prima
colazione e la FW23 (almeno mi pare) posizionata in mezzo alla sala ristorante.
Abbandonati i dolcetti, mi metto a studiare il purosangue, suscitando qualche
sguardo insospettito dell'addetto alla sorveglianza.
Arriva in fretta il momento clou
della giornata: la visita alla pit lane. All'ora convenuta entrano i turisti, e
prontamente escono tutti (ma proprio tutti!) i personaggi dei team. Rimangono
solo alcuni meccanici a fare la guardia ai bolidi. Non c'è molta gente davanti
ai box delle varie scuderie, come mai? Ma perchè sono tutti accatastati davanti
ai box Ferrari, ovviamente. Mi getto anche io nella mischia selvaggia, e dopo
alcuni minuti di full contact riesco ad emergere in prima fila. I meccanici
stanno simulando un cambio gomme, mentre in prima fila tutti fanno a gara per
potere arrivare fino alle F-2002 per la fatidica foto ricordo. Le mamme
implorano per i loro piccoli, ma i ferrei meccanici del servizio d'ordine non
si fanno impietosire: "se tu pagato biglietto spezialen, allora tu entrare in
box, atrimenten... rausch!!!". Ho la sensazione che dopo tutti questi anni
Michelone non si sia italianizzato, ma in compenso abbia tedeschizzato gli
altri...
Dei nostri eroi nemmeno l'ombra. Se
ne vedono solo alcune tracce: il trespolone del Grande Puffo in prossimità del
muretto, i resti del francesino brie, pasta d'acciughe e salsa tartara che ha
consumato Poldo a colazione (prima di fuggire dall'autodromo a seguito della
sommossa intestinale che da tempo ci si poteva aspettare, abilmente mascherata
da mal di schiena dal Collodiano ufficio comunicazioni Ferrari...) e poco
altro.
Dopo avere visto la prima sessione
delle libere alla tribuna sul rettilineo, secondo me uno dei posti meno
interessanti in assoluto, andiamo alla variante Ascari per la seconda. Qui si
vede qualcosa di meglio, come ad esempio uno sparuto gruppo di supporter del
Malese volante, l'incredibile Co-Gli-Yong, al grande rientro. Ad ogni passaggio
del nostro turista preferito gli affezionati fan si alzano urlandogli di tutto
e di più, tra le risate del pubblico. Ed alla fine il mitico Malese non poteva
certo negare una perla del suo ricco repertorio: unico tra tutti i piloti perde
il controllo all'uscita dalla Ascari, esce in veronica e ovviamente si blocca.
Passa quindi davanti alle tribune salutando il pubblico in festa, così almeno
lui crede. E' infatti convinto che la pernacchia sia in Italia il massimo
dell'ovazione, e per questo rientra ai box pieno d'orgoglio.
Che dire d'altro? Grande abbuffata
al paddock a base di scamponi e leccornie varie, con contorno di intervista al
test driver Genè (un capolavoro di banalità del tipo "Marc,tu che sai tutto
delle nuove componenti tecniche, cosa bolle in pentola alla Williams?" "e
adesso te lo vengo a dire proprio a te, babbione". Tradotto per il pubblico:
"Non posso entrare nei dettagli, ma per il prossimo anno siamo confidenti...").
Nel tardo pomeriggio rapida puntata
alla zona F3000 con tutti i meccanici al lavoro vero (non come quelli di F1, a
fare la guardia alle macchine, al mattino alla visita sulla pit lane) dopo le
prove ufficiali. Ho intravisto il bravo Pantano, abbastanza gasato, mi
sembrava, dopo il secondo posto guadagnato in griglia. Ci appropinquiamo infine
all’uscita secondo un itinerario lungo e contorto, scelto soltanto per il fatto
che ci permetteva di seguire le mosse di un paio di ubaldone veramente ben
carrozzate, direi in perfetta configurazione da gara. Sinceramente,
l'abbigliamento era tale per cui non ricordo affatto se fossero bionde o brune,
essendo lo sguardo focalizzato su altri lidi. E con questo nostalgico finale da
vecchi bavosi si concludeva una piacevolissima giornata di prove libere.
[fine nota dello Scemeggiatore]
E passiamo alle mie esperienze alle
prove cronometrate. Come vi ho detto, la giornata di Sabato mi ha visto nella
tana del nemico inglese. Grazie alla mia provvidenziale sfrontataggine ne ho
fatte veramente molte. L'aria in Williams è molto frizzante e la fiducia sui
piloti e sul supermotore da qualifica è assoluta. Tutti, anche i più fedeli
Ferraristi si confondono nella paraculaggine generale e disquisiscono
amabilmente sulle fantastiche prestazioni Williams. Non si perde occasione per
ribadire ai PR del team la bontà di qualsiasi cosa, anche delle brioches che ci
vengono fornite. "buone così non ne ho mai mangiate!!" grida qualcuno, subito
applaudito dagli altri.
Il Criticatutto in agguato cerca in
prima battuta di arraffare una maglietta da bambino per la prole, dopodichè si
lancia su un meccanico PR Williams che gira per i tavolini e inizia a
bombardarlo di domande a raffica tipo "quanti cavalli ha il supermotore, che
gomme userete, Ralfonso ed Emiliano si guardano sempre in cagnesco tra di loro
come mai, dopo le pole position succede sempre qualche casino in gara cosa ne
pensano Patrizio e Frank, ecc ecc. A questo punto il tipo, abituato ad avere a
che fare con invitati che di F1 non capiscono un tubo (domande del tipo "ma
dov’è l’asta del cambio?”), si insospettisce un pochino, e medita se sia il
caso di chiamare il controspionaggio.
Tra i convenevoli e le prove
ufficiali mi concedo un giretto ai box della Porsche Cup con visita alla
macchina di Daniele Massaro (anche la fede milanista vuole la sua parte).
Grande campione di calcio, megamiliardario, corre sia nel trofeo Ferrari con la
360 Modena che in Porsche Cup.... Un solo commento mi pare appropriato:
POVERINO!!!!!!!
Altro giro anche in formula 3000 con
domande ai meccanici su assetti, gomme, freni ecc. Commenti generali su di me:
un gran rompiballe! Ma proprio mentre i team F3000 stanno seriamente pensando
di legarmi ed imbavagliarmi, ecco che arrivano le 11:15 e si apre la corsia dei
box. Tutti schizzano verso il fondo della pit-lane davanti a Ferrari, Williams
e McLaren. Io inizio guardingo dalla mattonella Minardi e cerco YYYYYYong per
potergli finalmente gridare in faccia il suo vero nome, ma pare che sia nel
retro box a lavare il camion e pelare le patate per il pranzo.
Poi proseguo e fotografo come un
matto tutto quello che mi capita a tiro, compreso i carrelli con i treni di
gomme, gli utensili dei meccanici, la dentiera di Dupasquier, ecc ecc. Arrivo
alla Jaguar dove è tutto verde e sembra di essere in un campo fiorito. Pare che
il servizio di sicurezza di questo team sia organizzato direttamente dalle
camice verdi della guardia padana di Bossi.
Passo quindi agli scarrafoni grigi
che con la simpatia che li contraddistingue hanno montato dei teli alti circa
1,5 mt davanti alle auto, così non si vede assolutamente nulla. Con un balzo
felino riesco ad oltrepassare la fettuccia, ma una fanciulla del team mi fa
notare che il mio pass non è di uno sponsor della loro macchina. Mentre la
scarafo girl mi sta buttando fuori, con un colpo da maestro degno del grande
Jean Jacques mezionato sopra improvviso una sceneggiata delle mie (NdS: casomai
sceMeggiata, ovvio!): le dico che io sono dall'età pre fetale un tifosissimo
McLaren, che Ron Boss è il mio unico idolo, eccheminkia, ma che putrtroppo ho
avuto un pass da uno sponsor di un'altra macchina di uno dei tanti team
inferiori, quei poveracci della Williams. Il tutto lacrimando, naturalmente.
Lei si impietosisce e mi lascia stare. E così faccio in tempo a vedere dietro
ai teli quel bravo picciotto di Rikkio, abbastanza nero, che sta discutendo
animatamente con i meccanici. E questo è già uno scoop: signori, Rikkio non
solo ha il dono della parola, ma s'incazza pure!
Alla Williams impossibile accedere,
sono troppi gli imbucati che attendono un attimo di gloria, e quindi vado verso
la Ferrari. Non entro ma fotografo l'inverosimile. Ecco stagliarsi al muretto
il seggiolone del puffo che è quasi alto come la struttura per il nuovo podio.
Sul muretto Ferrari ci sono almeno 250 monitor collegati con qualsiasi cosa,
anche con il servizio di previsioni meteorologiche del Congo Occidentale, non
si sa mai. Si nota subito la postazione di Poldo visto che la poltrona è di
dimensioni generosissime e che i suoi 35 monitor dedicati sono ricoperti da una
spessa coltre formata da croste di fontina, prosciutto, pelli di banana ecc
ecc. L'unica cosa che si vede, oltre le poderose auto, è un mega bidone dei
rifiuti al fianco della macchina del maghetto. A seguito di richiesta di
chiarimenti al meccanico di passaggio, appuro che si tratta del sistema di
recupero kleenex consumati da do Rimbambimiento. Finisco festosamente il giro
stringendo la mano a Badoer, cercando di non sciuparlo troppo, e mi avvio alle
prove cronometrate.
Inizia la danza e parte
CoooooGliiiiiiYoooonnnnngggggg che fa un tempone: una quindicina di minuti e
spiccioli (Minardi, non vedendolo tornare, aveva già fatto denuncia ai
Carabinieri per furto di monoposto con imbecille incorporato), poi tutti fermi
per 30 minuti per le riprendersi dalle risate. Finalmente si inizia con le cose
serie. Alla fine in pole ci arriva Emiliano Zapata Montoya, sicuramente aiutato
dalla sua abitudine ai curvoni fatti a 400 kmh sugli ovali CART, nonchè dal
fuoco revolucionario. La Ferrari è dietro ma sembra avere un ottimo potenziale,
visto che Michelone ed il Maghetto hanno girato con il motore delle Sauber,
tanto per creare un pò di equilibrio.
Alla fine delle prove ufficiali
colgo al volo l'occasione e mi fiondo, dopo un lauto pranzo, nei box Williams.
Arriva il solito omino PR Williams, tale Mark, che ci accompagna all'interno
dei box. Tutto è perfettamente pulito e ordinato. Si incrocia anche Emiliano
Zapata Montoja con il quale però si scambiano solo pochissime battute: ha
fretta perchè sta andando al solito scontro al colello con Ralfonso.
Ed eccoci nel cuore della scuderia.
Ovviamente sparo le domande in quantità industriale a Mark. Chiedo quale sarà
la strategia per il GP, se ci sono ordini di scuderia per la partenza, cosa ne
pensa dello strapotere Ferrari, chi affila il machete di Emiliano, ecc ecc.
Ormai sfinito dall'interrogatorio, Mark dopo un giretto di 15 minuti cerca di
riaccompagnarci all'uscita, ma con una serie di richieste da bambino viziato mi
faccio accompagnare ai motor home Ferrari e vedo di fianco la struttura della
McLaren.
Effettivamente il castello di
Wuberone Haug è enorme, e lo stesso Mark è impressionato. Da notare che in un
altro spazio si vedono i camion grigi parcheggiati in fila con meticolosa
precisione teutonica. Fatta la foto conto gli autotreni: SONO 25! Metà dei
traffici malavitosi della scarafo-gang se n'è andata in TIR, incredibile. In
uno dei camion di mezzo hanno montato un piccolo terrazzino con travi di
rinforzo in titanio (per il peso da sorreggere). Ma chi è quell'allegro
pachiderma che armeggia attorno al barbecue del terrazzino, fischiettando "mein
liebe, Lilì Marlene"? Ma è il nostro Ciccio Haug, lo riconosco nel suo classico
costume da olandesina, che si appresta a svolgere le sue specialistiche
mansioni.
Dopo aver fatto anche questo posso
andarmene tranquillamente a casa, ma
ecco arrivare Ralfonso, leggermente
pesto per lo scambio di opinioni tecniche con Emiliano, che ci delizia
rispondendo alle solite domande. Come è andata, cosa ne pensi della pole del
tuo compagno (qui non posso riportare la risposta, potrebbero esserci dei
minori tra chi legge), come andrà domani ecc ecc. Ovviamente, Ralfonso risponde
declamando quartine, nonchè eleganti insulti alla Colombia ed a tutti i suoi
abitanti. Ormai Mark è veramente alla frutta, quindi ci saluta sollevato.
Quando riconsegno il pass papale rosato che permette di entrare da qualsiasi
parte noto nel suo sguardo una grande soddisfazione.
Dopo questa giornata diversa dal
solito esco dal paddock e raccolgo le ultime sbavate fatte dal popolo dei
tifosi veri, che con il naso attaccato alle reti cerca di capire come si può
entrare senza averne diritto. Su tutti vigila una security degna del miglior
film di azione alla Bruce Willis.
E qui già si è scritto un romanzo.
Ma come è tradizione qualcosa sulla gara si deve pur criticare. E allora
avanti. Arriva la domenica e dal giardino sento i suoni dei motori alla prima
di Lesmo. Tutto bene fino alla partenza. Si spengono le luci ed ecco partire a
machete Emiliano, la cui unica strategia è quella di inchiodare Michelone
Nostro. Nel buco lasciato da Emiliano si infila il Ralfonso ghignante e dietro
arriva Rubinetto di gran carriera. Sembra quasi una partenza intelligente da
parte delle Williams e ricordo le parole di Mark (il prossimo anno sarà il
nostro turno). Vuoi vedere che a tavolino hanno trovato finalmente una tattica
tale da mettere in crisi le Rosse?
Ma niente paura. Come al solito nel
Motor Home della Williams ci sono andati giù pesante con la polverina bianca
arrivata direttamente da Medellin. Ecco che alla prima chicane Ralfonso non
frena ed arriva direttamente al mio cancello scampanellando a più non posso.
Emiliano gira come può e Rubinetto beffa Michelone con una staccatona da
macumba brasileira. Dopo pochi metri Ralfonso è in testa, Emiliano secondo,
Rubinetto terzo e Michelone solo quarto!! Al Puffo si gela la salsapariglia
nelle vene, se Michelone non avesse già vinto 28 GP questa stagione la
decimazione di meccanici ed ingegneri sarebbe stata una certezza.
Pensate che
CoooooGliiiiiiYoooonnnnngggggggggggg è già a 8 secondi dal primo alla chicane,
da cui esce senza nemmeno una giravolta tra lo stupore dei presenti. Di rilievo
la partenza di Jarno Grullo che si schiera buon ultimo per problemi al filtro
del gasolio, ma che può contare su di un sistema di partenza veramente
efficace. Alla fine del primo giro ha già recuperato 8 posizioni ed Efflavius
Briatorius stappa una buona bottiglia di bonarda che accompagna con del lardo
su pane caldo fatto direttamente al muretto. Tra lui, Ciccio e Poldo ormai la
pit lane ha assunto le sembianze di una sagra paesana.
Dopo due giri Rubinetto pressa
mostruosamente Emiliano e credo che nessuno riesca a capacitarsi di ciò. Poldo
in cuffia sente i seguenti commenti: "Kazzen va bene assicuraren il secondo
posten in campionaten al bambinen, ma io non potere staren sempre in terza
marcen per questen!!!". Poldo autorizza ad usare fino alla quarta, ma con
parsimonia, e schiaccia il bottoncino RB: "Poldo scusangi sono il maghengi,
sono tutto gasatengi perchè sto addosso al colombiangi, ora lo passo senza
pietangi, ma di a Michelangi di non fare il furbengi". Arriva in diretta il
vaffa in tedesco che chiude le comunicazioni.
Patrizio prende in mano la
situazione. Ralfonso ha leggermente tagliato la prima chicane affrontandola a
425 kmh, quindi il brigadiere Cacace e l'appuntato Lalegge, per l'occasione
accompagnati da tutti compaesani di Pizzocalabro (sono stati sistemati in una
speciale tribuna ingabbiata, circondata da un drappello di camice verdi in
tenuta da battaglia, che li nutrono a fette di fontina e polenta), vogliono
elevare contravvenzione. E così Patrizio con mossa lungimirante chiama Ralfonso
e gli spiega che visto il leggero vantaggio acquisito dal taglio della chicane
forse è il caso di far passare Emiliano in testa.
Ralfonso si incazza come una bestia
e brandendo la sua durlindana da combattimento tira fendenti in pieno
rettilineo, declamando immortali quartine:
Come osi vil Patrizio fermare la
cavalcata mia
L'odiato spacciator fellone vuoi
favorir
Ebbene, per le ramificate corna di
tua zia
Or stai a veder come il motor ti fo
morir!!!!
Ormai privo del lume della ragione
Ralfonso, furioso come non mai, decide per il suicidio motoristico: passa in
rettilineo davanti ai box Williams a 600 kmh e mette direttamente in retro
brasando tutte le bancate Est, Ovest, Nord e Sud del motore. Abbandona così a
fine rettilineo, in una beneaugurante nuvola bianca, mentre Patrizio
all'interfono si complimenta con grande aplomb e gli sussurra tanti gentili
auguri per lui ed i suoi antenati defunti.
In questo frangente il mago si
supera. Vede un'incertezza di Emiliano e furbo come un tapiro arteriosclerotico
si infila nel pertugio. Staccatona da carnevale di Rio ed eccolo in testa!
Michelone, che nel frattempo si stava facendo un bagnoschiuma rilassante Felce
Azzurra nel cockpit, esplode: "Polden, io mi staren incazzande. Se tu non la
smetten di tenermi in terzen con il radiocmanden ti curo il mal di skiena col
napalm, kapiten!?". Poldo tra un rutto e l'altro cerca di calmare il Kaiser
mentre le Grand Puffò sul suo sgabellon sta facendo tutti gli opportuni segnali
con le bandiere per fare atterrare il suo nuovo aereo presidenziale, l'Air-Puff
One, sul prato vicino alla pit-lane.
Cacace lo fa
desistere sotto la minaccia di denuncia per sbandieramento non autorizzato, e
lo richiama all'ordine. Solo a questo punto il Puffo si rende conto della
situazione: "mes pretorien, la situasion est tres compliquè! Le tedeskon stat
incazzè con le cazzarò. Vit vit vit, preparè le fialon del calmant!!!!". Tutti
i meccanici preparano la bomba al Coccolino concentrato, ma mancano
clamorosamente il tedesco, che schiumante di rabbia omicida nel giro di quattro
curve arriva a ridosso di Montoya e lo passa alla parabolica con facilità
irridente. Emiliano non riesce a riprendersi per gli sgarri subiti dal
Maghetto, che gli ha già dato circa 20 minuti di distacco, e da Michelone, e
saltabeccando sui cordoli non si accorge di stare esagerando. Per meglio
prendere la seconda di lesmo di solito utilizza il muro di cinta per fiondarsi
al serraglio. Come ovvio risultato la sospensione, leggerissimamente
sollecitata, va a farsi benedire e il prode colombiano si ritira. Gara
spumeggiante della Williams sul circuito più adatto al supermotore BMW...
chissà cosa ne pensa il buon Mark!!!
In tutto questo
bailamme si perde di vista la grande McLaren che è arrivata sul suolo italico
forte del suo duo di marionette. Nella bagarre iniziale è il caso di ricordare
che alla prima chicane il buon Rikkio è arrivato leggermente lungo e il grande
Sir de Mascellonis, pilota veramente scarso, ha pensato bene di non perdere
l'occasione di toccarlo in uscita. Risultato: de Mascellonis si è ritrovato
buon ultimo in maschia lotta con CoooooGliiiiiiYoooonnnnngggggggggggg, mentre
Rikkio resisteva nelle prime posizioni.
Poi verso le ore
14:30 suona il cellulare di Ron the Boss. E' Ciccio che dalla distanza di circa
2 metri gli comunica di avere un problema: "Boss io non trofare le due lattine
di olio Sasso da usare per la grigliaten! Qvi ezzerci solamenten qveste zwei
taniche di oliaccio tutto neren! E' un'indecenzen!!!!" "Minkia, ancora lo
faciste!????". Il gelo attanaglia tutto lo scarafo-team. Vuoi vedere che quei
fetusi dei picciotti addetti alla lubrificazione si sono sbagliati!? Dopo 5
minuti il dilemma viene risolto e Rikkio parcheggia il suo fritto misto di
calamari a bordo pista. Ciccio fugge disperatamente dalla furia del boss con il
suo Wurstel Motor Home in direzione delle Orobie, facendo prontamente perdere
le sue pesanti tracce.
Ma la gara
prosegue, alla Ferrari il Maghetto si ferma due volte mentre Suchmaker una
sola. Quando Do Rimbambimiento torna trotterellando in pista ecco arrivare il
Kaiser in rettilineo. Tutti pensano: "adesso gli passa sulle orecchie e fine
delle trasmissioni", ed invece ecco il colpo di scena. All'ultimo pit stop il
bieco Poldo aveva provveduto a sostituire il solito frappè di wurstel e crauti
(un cocktail di Ciccio) che Michelone sorseggia dalla cannuccia durante la gara
con una miscela concentrata di te deteinato e camomilla Millefiori Bonomelli, e
dopo poche sorsate la belva si ammansisce. Il kaiser inizia così la staccata
della prima chicane più o meno all'altezza della parabolica e consente così al
Maghetto di inserirsi a fatica in prima posizione.
A questo punto la
gara è praticamente finita, Rubinetto già piange commosso e comicia a girare ai
ritmi di Cogliong quando ha le emorroidi, mentre Michelone ammansito dalla
camomilla si dedica al punto croce mentre procede stile "vediamo se trovo un
posto per parcheggiare". Solo quel simpatico pirlotto di Mazzoncino strilla
come una bertuccia, gufando di improbabili noie meccaniche della F-2002... Ma
questo chi ce l'ha mandato? La befana al posto del carbone?
E si arriva così
alla felice premiazione. Un marea rossa stringe i nostri eroi sul nuovo podio
proiettato sulla pista. Da notare la presenza del grandissimo Eta Beta Byrne
per il ritiro della coppa per la Ferrari. Come sapete, il buon Rory è il
vincitore morale di questo campionato: qualunque pilota avrebbe vinto guidando
la sua mitica F-2002, dal Kaiser a Pippo Baudo (escluso Cogliong, ovviamente).
Il buon Tango 74 fa capolino in terza posizione tra lo stupore di tutti, lui
compreso. Eddie si merita proprio la bottiglietta di Spumador riservata al
terzo arrivato. Il nostro tassista preferito ha dichiarato di volere andare
negli USA con la Guardia Padana, gli porta fortuna. Persino "orecchia brasata"
Nikko Lauda si lascia andare ad un sorriso, dato che adesso i boss della Ford
forse aspetteranno due o tre GP prima di evirarlo.
Il Criticatutto