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E' finita!!

Finalmente si è concluso anche formalmente il teatrino del campionato piloti 2002, dove un team schiacciasassi ha impietosamente demolito la concorrenza. Certo che la vittoria del quinto mondiale di Suchmaker è farina del suo sacco, questo non si discute. O forse no, qualcuno si ostina a discuterci sopra. Si tratta di un fenomeno alquanto curioso ed allo studio dei più famosi luminari di psichiatria, che lo hanno da tempo definito come "la sindrome dell'imbecille invidioso". Una moltitudine di umanoidi insiste nel sostenere che Michelone Nostro sia in fondo soltanto un antipatico bluff, che ha ottenuto tutti i suoi successi grazie ad imbrogli, fortuna sfacciata, favori degli eroici compagni di squadra (molto più bravi di lui, ma ignobilmente sfruttati ed oppressi dal Soviet di Maranello) ed appoggi politici a livello di Padre, Figliolo e Spirito Santo. In questo modo questi singolari individui spiegano il trascurabile palmares del Nostro, di cui riporto nel seguito alcuni numeri assolutamente irrilevanti:

5 campionati piloti;
61 vittorie su 171 GP disputati (% di vittorie superiore al 35%!!!);
46 pole position;
47 giri veloci;
897 punti conquistati;
13 podi consecutivi....

E termino qui per non tediare i lettori. Che volete che vi dica a commento? Mi limiterei ad un "Il mondo è bello perchè è vario", nonchè pieno zeppo di cervelli avariati.
Va anche detto, però, che quest'anno tutta l'abilità di guida di un Michelone privo di Ferrari non gli avrebbe permesso di vincere il Mondiale contro un pilota normale munito della F-2002 (NdS: tra Co-Gli-Yong su F-2002 e Michelone sulla Minardi sarebbe stata una bella lotta, forse...). Se si pensa a com'era la GES non più di una decina di anni or sono, quando arrivò le petit Alvarò Vitalì, bisogna ammettere che qualche piccolo progresso sia stato fatto. Allora la situazione era alquanto scarsa. La Ferrari si piazzava in quinta / sesta fila con l'eroico Terrone di Avignone. Il quale sulla pista di Monza fondeva anche le ruote a pochissimi centimetri dal traguardo pur di non vincere, ed il tutto senza nemmeno essere vittima delle terribili macumbe di Mazzoncino. Oggi sembra di essere in un'altro mondo, dove le vittorie fioccano con una apparente irrisoria facilità, e come al solito moltissimi individui tra il popolo che odio maggiormente, cioè noi Italiani, affermano che la Ferrari vince perchè è fortunata, raccomandata, oppure solo perchè gli altri sono scarsi ecc. ecc. ecc.
Di fatto la Ferrari ha strabattuto tutti, con un pilota super, una macchina fantastica, un motore ottimo che non si rompe quasi mai (NdS: prego, invito tutti i correligionari ai necessari toccamenti di rito...), una scelta sulle gomme azzeccata, una squadra dotata di una determinazione e ferocia nel raggiungere i risultati che, purtroppo, non appartengono all'Italica tradizione. Giusto per darmi del pirla, ero tra quelli che in diversi momenti di crisi nelle stagioni passate chiedeva a gran voce la testa del Grande Puffo (NdS: io no, e me ne vanto...). Ebbene si: sbagliavo.
Ma rileggendo queste prime righe mi sento un pochino fuori luogo. Quindi, state tranquilli, ritorno al mio solito stile da cazzaro. E allora...
Eccoci a commentare il GP di Franscia, terra natale del Grande Puffo. Ogni Team Manager si avvicina ai GP seguendo i rituali più strani. Ad esempio Efflavius Briatorius arriva dopo aver trombato mezza Costa Smeralda tra yacht e discoteca, mentre il Grande Puffo ha partecipato alla sfilata di moda di Parigi, vestito ovviamente da Napoleon in miniateur. Altro originale personaggio è Patrizio Head, che arriva in Francia munito di giubbotto e casco con occhialoni sulla sua potente moto modello seconda guerra mondiale. Arriva direttamente da Grove, ed ha attraversato la Manica senza l'ausilio di alcun traghetto, nè tunnel, ma munito solo di una lunghissima cannuccia per respirare durante il motocross sul fondale.
I picciotti meccanici McLaren arrivano confondendosi con i normali spettatori a bordo delle loro fiammanti Alfetta con corna, zampe di animali e quant'altro appesi al retrovisore. La Ferrari arriva invece scortata dalle Frecce Tricolori e da un manipolo di candidi trombettieri reali, con tanto di boccoloso Arcangelo Gabriele che vuole a tutti i costi annunciare l'Avvento del Mondiale. Il Presidentissimo, sempre modesto, si è limitato a questa povera scenografia, rinunciando persino ai re Magi ed alla Stella Cometa (NdS: lui detesta le stelle, specie quelle a tre punte). Arriva anche Poldo, che si presenta sul suo Mac mobile. Vedendo il Motorhome / Castello dei Nibelunghi dell'amico Ciccio Haug, Poldo ha preteso dal Grande Puffo un motorhome fatto tipo ristorante McDonalds da 500 posti, dove lui ovviamente ricopre il ruolo di unico cliente.
Il Venerdì passa quasi inosservato, se non per una lievissima toccatina di Stitichella che accarezza il muro di gomme toccandolo a 600 kmh con una decelerazione terrificante. Per sua fortuna, santa Rosalia da Calolziocorte Superiore vigila e tutto si risolve con un grande spavento ed un mal di testa olimpico, quello a 5 cerchi. Al solerte cronista il prode stitico rivelerà poi di non ricordare nulla dell'incidente, a parte Totti e Batistuta che lo soccorrevano dopo l'impatto.
Al Sabato solito copione. Michelone, mai contento, si gioca la pole con il Mago e con Emiliano. Quest'ultimo ha ancora la meglio. Trattasi di ottimo pilota, che vale però un giro al Sabato e una ventina massimo la Domenica. Infatti tutte le volte batte la Ferrari alle cronometrate, ma poi svanisce come neve(la stessa che solitamente spaccia) al sole o alla pioggia della Domenica. Rikkio procede bene mentre sia il Ralfonso Furioso che Sir de Mascellonis danno il loro contributo a far si che tutti li possano considerare due idioti. Come al solito ci riescono benissimo, infatti entrambi beccano ottimi distacchi dai loro compagni di team. Mi chiedo quale santo possa proteggerli per tenerli su queste macchine di primo livello. Ma diamogli una bella piastrella e portiamo CoGliYonggggggggggg in Williams, così ne vedremo delle belle. A proposito, il Malese tenta di superarsi cercando di girarsi da fermo all'interno del box, travolgendo tutto e tutti.
Arriva la domenica del GP e non tutti sanno che il Brigadiere della Benemerita Ciccillo Cacace e famiglia, accompagnato dall'appuntato Addolorato Lalegge e famiglia, stanno investigando in territorio francese. Infatti i due intrepidi tutori della legge sono a Cannes. Stanno investigando su un traffico di droga, cannes per l'appunto, e sono sulle tracce di un noto spacciatore conosciuto nel giro come "Ciccio". Unico indizio per il riconoscimento un wuberone da griglia tatuato sul bicipite destro. Ovviamente moglie e figli servono da copertura e loro passano inosservati sulle loro rispettive auto civetta, un'aggressiva Duna SW super turbo per Cacace, che funziona esclusivamente ad aglio, ed un'Arna Alfa Romeo truccata col fard (il trucco c'è ma non si vede) che invece va a peperoncini calabresi. E' chiaro che questi tipi di propellente sono di difficile reperibilità all'estero, per cui entrambi i bolidi sono dotati di apposito carrello a rimorchio. A completamento delle forze in campo ecco le rispettive mogli dei nostri eroi, che con cinture ben allacciate, casco e luci sempre accese anche di giorno, se ne stanno comodamente sedute sui carrelli traino e si occupano di curarne il prezioso contenuto. A dirla tutta la moglie di Cacace ha dei problemi con la visiera a strappo dato che per errore si è tolta in una volta tutti gli strati e la visiera stessa non appena usciti dai box della caserma di Gioia Tauro, e quindi ad ogni rifornimento il marito deve scrostarle due dita di moscerini dalla faccia. Ma il dovere è il dovere!
Come detto i nosri agenti stanno seguendo certo Ciccio e tutti gli indizi li portano al circuito di Magna Corsa, come dicono loro. A questo punto i nostri intrepidi poliziotti, che hanno fin nelle mutande il sacro fuoco della stradale, ne approfittano per piazzare la loro struttura elettromeccanica di controllo, così da vigilare all'uscita dei box. A questa vista il terrore serpeggia tra i piloti. Nel frattempo Ciccio, travestito da Olandesina, ha prontamente occultato il tatuaggio sotto le spalline a sbuffo del costume e le bionde trecce, e si è rifugiato nel box McLaren, dove si consola dando inizio alla solita mega grigliata a base di costine di brontosauro e cosce di sciacallo marinate.
Siamo alla fatidica partenza per il giro di lancio, e naturalmente il Maghetto non parte. Come accadde in passato ad altre sottotitolate scuderie, il povero Rubinetto si ritrova sui cavalletti mentre gli altri si involano. Mazzoncino e Tenerello Giovannello, già in preda ad eccitazione modello cavallo pazzo, esplodono in una serie di illazioni del tipo:
1 - i meccanici si sono dimenticati il trespolo perchè avevano troppa fretta di finire la mano di briscola sospesa ai box;
2 - lo hanno lasciato così per fargli prendere fresco al sederino che sembrava leggermente bagnato;
3 - nuova strategia di partenza, lo sparano stile uomo cannone (o, per meglio dire, bimbo cannone).
Sta di fatto che la macchina del maghetto non parte, e lo sfigato olimpionico come da copione inizia i suoi balletti manuali. A volte mi piacerebbe se tutti i piloti partissero senza casco, come il tassista. Sarebbe interessante ammirare il colore della faccia del maghetto, in certe occasioni...
Non appena passano tutte le auto dello schieramento, compreso CoGliYonggggggg in retro, si avventano sulla rossa del mago circa 4.000 persone tra saltimbacnchi, infemieri, psicologi, meccanici, fioristi, domatori di leoni. C'è persino una muta di cani per non vedenti. Tutti attaccano sonde e computer, cambiano volanti, motori, gomme, "olio e acqua tutto a posto signore? Guardi che le spazzole del tergicristallo sono un pochino usurate...", ma le cose non migliorano. Desolatamente il mago viene trasportato nella pit-lane e comincia a dare segni di squilibrio. Pare infatti che stia cantando "ma che bella giornata", in versione brasileira, e che chieda insistentemente via radio una macumba espresso al mago di Arcella. Dopo altre due ore di tentativi la Rossa verrà abbattuta tra le lacrime dei presenti con colpo alla nuca, direttamente ai box. Siamo circa al ventesimo giro, e Tenerello, oggi particolarmente in forma, prende la linea dai box: "attenzione gente!!! Barrichello prima si era tolto la tuta ed era andato verso il paddock in gran fretta (NdS: nulla di preoccupante, la solita crisi intestinale da eccesso di sfiga), ma adesso sta tornando ai box di corsa, in mutande (NdS : la carta igienica....). Forse vuole riprendere la gara col muletto!!!!". Qualcuno dica a Mazzoncino di stare attento a dove lascia i mozziconi dei suoi cannoni Pakistani, se li trova Tenerello, che non è abituato, questi sono i risultati.
Il Grande Puffo, che domina il muretto appollaiato sul suo trespolone da 20 mt di altezza, urla nel megafono: "mes amis, le bon sfigaton è stat eliminè, ma chissenefregà. Basta scherzar, pansiam alle cose serie, vive la france!!". Dopo questo grido di battaglia Poldo schiaccia il bottone della radio con le iniziziali RB (Ronzino Bolso), e comincia a raccontare la fiaba: "C'era una volta un bambino venuto da lontano che voleva fare il pilota, ma la sfortuna lo aveva eletto a suo prediletto....". Il maghetto, seduto sulla tazza nel bagno del paddock, ascolta ciucciandosi il pollice, e piano piano si tranquillizza.
Le macchine si riallineano ai rispettivi posti, scattano i semafori rossi e una Sauber parte a cannone, da sola! Riesplode il Grande Puffo: "che casso susscede! Chi part sensa l'autorisation??" Cacace veloce e furbo come una faina balza giù dal muretto e tira un colpo con la sua paletta in marmo di carrara sul casco di Massa, che si spacca ma assorbe bene il colpo. A seguito della mazzata di paletta il futuro Senna (NdS: si, forse col Policar....) sbanda e finisce nell'erba. La giuria apre un inchiesta. Mazzoncino ormai senza più ossigeno al suo neurone che vaga impazzito nelle profondità craniche, un pò come la molecola di sodio nell'acqua minerale Lete ("ehiiiii, c’è nessunooooo???") esclama "mi pare che una Sauber si sia mossa impercettibilmente prima dello start". Dall'analisi dei tabulati TIM risulterà che Massa è partito alle 13.40 mentre gli altri sono partiti alle 14.00. Di conseguenza multa, interpellanza parlamentare e passaggio da turista all'interno dei box.
All'uscita il brasiliano entra senza curarsi della linea bianca. Ed ecco scattare Addolorato Lalegge che lo pizzica subito. Questa volta parte un avviso di garanzia per Peter Sauber, per consumo eccessivo di cioccolato csvizzero, e naturalmente il buon Felipin si spara un altro passaggio in pit lane. Alla fine Massa farà 30 giri normali e 30 passando ai box. E pensare che Mazzoncino aveva appena detto che Massa è un esordiente che viene dato come il nuovo Senna. Appena conclude la frase un fulmine lo centra in pieno e lo tranquillizza finalmente al suo posto.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Alla prima infrazione di Massa si sparge ai box la notizia inquietante: "un pilota brasiliano ha toccato la linea bianca in uscita dai box. E' indagato, atto dovuto da parte dei magistrati". E il Grande Puffo esplode: "Poldò io non ci capisc più nient! Le petit sfigaton è ancor fermo al box che agita le manin, come ha fatto a rompere ancora les marons?". Poldo, pilluccando la sua baguette brie e gorgonzola da 27 mt., risponde a gesti che si tratta di Massa, e l'equivoco è chiarito.
La gara si sviluppa secondo il solito copione. Primo Emiliano che per l'occasione si è vestito da barcaiolo della Senna, seguito come un segugio da Michelone, terzo Rikkio che sembra essersi svegliato dal suo torpore finnico. Dovete sapere che lui sente in ritardo l'estate dato che solo ora la sua casa in Finlandia è senza ghiaccio attorno.
Ai box tutto regolare. Alla vista di Rikkio che rimane incollato a Michelone Ron the boss non sta più nella pelle, mentre i suoi picciotti sono nel retro box a fare gare di sgommate con le loro Alfetta. In Williams gongolano per la tenuta delle Michelin e si complimentano con il responsabile Dupasquier lanciando noccioline nel suo gabbiotto, che lui addenta al volo felice come un vecchio scimpanzè. I meccanici della Ferrari intanto giocano allo schiaffo del soldato con il Mago, che resta sempre sotto e non indovina mai.
Pit stop Williams ed ecco rientrare Emiliano. Giocano la carta dell'azzardo: decidono di cambiare incidenza all'alettone anteriore. Purtroppo per loro, la manovra viene eseguita da uno dei fratelli Marx, con occhialoni, nasone e baffoni finti, il quale invece di dare un mezzo giro alla vite di regolazione la svita completamente. I risultati non sono proprio esaltanti, ora l'effetto aerodinamico è quello di un muso tipo spartineve, mentre la coda è completamente scarica. Emiliano, felice come una Pasqua, inizia a scodare come Makinen al rally dei 1000 Laghi, e naufragherà inevitabilmente nelle posizioni retrostanti.
Ed ecco che si ferma anche Michelone Nostro. Cambio gomme, rifornimento da spettacolo e ripartenza immediata. Ma al rientro in pista vede che sta per giungere Emiliano, e seguendo l'istinto del gentleman driver che lo contraddistingue si butta subito a destra per tagliargli la strada, e possibilmente buttarlo fuori. Ma in questa manovra, ahime, tocca la riga bianca! Cacace, che non guarda in faccia nessuno, alza il palettone e corre ai box della Ferrari. Si presenta al grande puffo e dice: "in nome del popolo italiano, visti gli art. 1,2,3,4,5,6,7,8 e 9 (se volete sono capace di contare fino a venti), l'autorità costituita, che sono io me medesimo, vidi colui Suchmaker Michele attraversare senza autorizzazione una indicazione di colore chiara apposta lungo l'asfalto a poca distanza da questo posto detta riga bianca dell'uscita box. Il giudice Santi Licheri ha deliberato un giro da turista ai box. La corte si ritira." Il Puffo da di matto e comincia a sbraitare "ma siete passi!? Per molto meno Michelon è capace di abbrustolirci tutti quant col napàlm!!! Mes amis alle armi! E' in cors un'invasion del les mores, gli infedels mussulmans ci stann attaccand!!!" Poldo lo placa e gli spiega con il solito linguaggio a panini che non si può fare nulla, tranne mettere gli scudi antinapalm al muretto. Il puffo si fa coraggio e comunica la cosa a Michelone Nostro, che nel frattempo liberatosi dei due davanti a lui passeggia guadagnando i classici 5 minuti a giro. "Mein gott!!!! Chi è il sacrileghen!!! Puffen, quando passo dai box lanciami la luger carica, mi raccomanden!!!". Il saggio Poldo prepara la luger caricata ad acqua (l'abbattimento di agenti polstrada di solito causa multe alquanto salate) e la passa al Puffo, mentre Michelone rientra. Non appena passato gli addetti ai box devono asciugare la striscia di bava lasciata dal Nostro, visibilmente contrariato.
E così i nostri cari Cacace e LaLegge non vengono freddati ma solo raffreddati da un paio di schizzi d'acqua, e possono così procedere imperterriti nelle sanzioni. Alla fine avranno comminato un paio di passaggi ai box in media a tutti quanti, compresi la safety car ed i carri attrezzi.
Arriviamo così al gran finale. Rikkio guida alla grande la motoslitta McLaren, e controlla bene Michelone che non riesce a passarlo. Mazzoni si inventa tutti i calcoli possibili e immaginabili per la chiusura del mondiale, arrivando a consigliare i numeri per la prossima estrazione per il superenalotto. Ma a 3 giri dalla fine ecco il colpo di scena. Una Toyota (gran macchina forse tra 5 o 6 lustri) brasa il motore. Olio in pista, ma quelli del box McLaren stanno apparecchiando per il Festival dell'Unità che ci sarà alla sera e quindi si dimenticano di avvertire Rikkio. Dal muretto Ferrari, dove ci sono 700 monitor, compreso La7 e Tele Capodistria, arriva subito il warning: "Michelon, olio sur la piste!". E così Michelone si tiene a destra, mentre Rikkio sta eroicamente in traiettoria ed alla chicane arriva fino alle tribune degli spettatori, mentre il ferrarista gira stretto e lo invita gentilmente a starsene fuori pista fino a che lui non è passato. E' scandalo per il Padrino, che sapendo sempre perdere con molta classe si incazza come una bestia, sporge reclamo: "Ma come, aaaa! Con le bandiere gialle se uno esce di pista, gli altri fermare si devono, finchè non rientra!! Tutti immobili devono stare, come nel gioco delle belle statuine aaaa!!!!!". Ma la benemerita accerta i fatti e non trova nulla da eccepire (incredibile!). Si dichiara quindi vincitore ed imperatore di tutti i circuiti Re Suchmaker I.
E si da inizio ai festeggiamenti. Mazzoni si autoinvita al ristorante con tutto il team RAI, quelli della Ferrari che giustamente non vogliono rompicoglioni e soprattutto jettatori dicono che non sanno nulla anzi pensano di tornare a casa subito con mezzi propri, facendo i soliti toccamenti di scongiuro. Arriva il Presidentissimo, e torna anche il mago, che era già stato imbarcato su un cargo per la Guadalupa, dove aveva prenotato un corso di bob a 4. Ritorna al circuito, abbraccia tutti e piange, ovviamente, dicendo che noi siamo una gruppo, una grande famiglia. E come ogni buona famiglia che si rispetti esiste sempre un cretino sfigato, cioè lui.
Visto il successo esaltante in gara, Patrizio Head pensa bene di eclissarsi. Riparte con la sua fida motocicletta residuato bellico della seconda guerra mondiale, ma questa volta ha compagnia. Ha agganciato tipo sidecar la carrozzella di Sir Frank, che inforcati gli occhialoni modello anni 30 gli indica col dito medio la via della beneamata terra d'Albione.
Adesso secondo me ci divertiremo, nelle prossime gare tutti contro tutti senza troppi vincoli di classifica mondiale. Cominceremo a vedere che succede ad Hockenheim, dove qualche turpe maniaco con un colpo di forbice ha mutilato uno dei più bei circuiti veloci riducendolo ad una pista da kart. Cacace e LaLegge, fate qualcosa!!!

Il Criticatutto


 
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Aggiornato il: 19-dic-2023