Questa volta iniziamo dalla fine. Doppietta Rossa francamente imbarazzante
per tutti gli altri, con il nostro Kaiser che scendendo dalla macchina canta in
perfetto dialetto krauten: "Non vinceten mai, non vinceten mai, non vinceten
mai, proprio maaaai.... Non c’è 2 senza 3 poi il quattren vien da zé, con il
cinquen lo sai anke tu ke per gli altren non ce n'è piùùùùùùùùùù!!!!!!!", e
quindi fischiettando "io sono il numero uno tutti gli altri guidano la
circolare 91", abbandona la pit lane per andare alla premiazione.
Ma portiamo indietro le lancette dell'orologio di 48 ore, e cioè a venerdì,
alla vigilia della prima ora di prove sul bollente ed abbastanza inutile
circuito del Bahrein. Le truppe di tutte le scuderie sono arrivate con grande
anticipo per capire cosa può accadere in una nazione grande come Cinisello
Balsamo e con una popolazione pari a due case popolari di Milano di dieci
piani, dove piantando il paletto per l’ombrellone si riesce immediatamente a
trovare un giacimento di petrolio.
Il grande sultanato democratico del Bahrein ha creato dal nulla un autodromo
che ad una prima visione pare poco interessante. Il clima è torrido ed i nomi
confusi. Il principe Abdaquà si confonde con l'emiro Abdallà e viceversa, ed il
prode Mazzonictus nell’elencare i nomi di tutti i dignitari che si occupano
dell’evento va inesorabilmente in confusione farfugliando una serie di fesserie
che fortunatamente non vengono ascoltate dai diretti interessati, altrimenti
verrebbe dichiarata immediatamente guerra all’Italia infedele.
La densità di teste coronate è incredibile, sono presenti tutti i re, duchi,
principi, regine cavalieri e fanti di picche che la nobiltà può annoverare in
questo periodo. Sono presenti anche diversi giullari e due di picche, non al
seguito dei regnanti ma all’interno dei box.
La Rossa si è presentata al gran completo e fiduciosa nell’ennesimo trionfo,
anche se dalla Bridgestone manifestano qualche preoccupazione dato che il
circuito presenta sabbia e asfalto caldo come il cratere di un vulcano in piena
eruzione. Alla Michelin Dupasquier gioca l’ultima carta, dichiarando che le sue
gomme sono sempre andate fortissimo con il caldo asfissiante e quindi se le
macchine e i piloti non evaporano la vittoria non può sfuggire.
Il clima è pesantissimo in casa McLaren, dove il padrino è alle corde. Si
sono avute le prime defezioni dei picciotti e si sono lette notizie dalle quali
emerge la volontà della Merdecess di voler collezionare figure di cacca in
proprio, senza alcun aiuto da parte del Boss. Certo mi costa fatica ammettere
che mi dispiacerebbe non avere più il padrino ed i suoi picciotti pronti a
fornire una serie illimitata di spunti comici, anche se sono certo che i vari
Ciccio Haug e compagni di merende col wurstel a tre punte potrebbero comunque
fornire un materiale di primo livello per le cronache demenziali.
In casa Williams invece ci si attende una riscossa. Le prime dichiarazioni
dei piloti e di Patrizio Testa sono improntate ad un totale ottimismo. "In
Australia abbiamo beccato oltre un minuto al giro, in Malesia ci siamo
avvicinati a poche decine di secondi, qui possiamo mettere in difficoltà le
Rosse, ci vedranno negli specchietti per 3, anche 4 giri prima di sparire
all'orizzonte!!!".
Al venerdì mattina tutte le chiacchiere hanno valore, ma non appena si
inizia a girare ecco che i verdetti arrivano impietosi. La McLaren è alla
frutta, ovviamente flambé dato che Rikkio dopo pochi giri brasa l’ennesima
testata. Puntualmente parte la rappresaglia dei picciotti nei confronti degli
uomini colorati di argento a tre punte. "BASTA!!!", urla il Boss, "a schifiu
finisce!! Il picciotto noddico brucia più motori che polli il grande Paolino il
re del pollo arrosto (NdS: come sapete, socio in affari di Ciccio Haug).
Picciotti miei indagate subito pecchè accà sabotaggio iè!!!" Il clima già
iperteso nella scarafo house si fa incandescente come le bancate del 10
cilindri di Ice Driver.
Alla fine della prima giornata di prove le Rosse sono davanti di una bella
mezza giornata mentre seguono a distanza gli altri con Rikkio già sicuro di una
bella retrocessione di 10 posizioni secche per brasatura di motore. Non male.
Il sabato va in scena il teatrino delle due inutili ore di prove. Il
principe Abdul Abdul Abdul, che sfoggia al polso un Rolex d'oro da 12 Kg,
coordina tutto lo staff in pista dove vigilano commissari assoldati
dall’Australia e da ogni altra parte del mondo. Mazzonictus tra una statistica
e l'altra attacca di macumba dicendo che normalmente le piogge cadono solo
cinque volte all’anno, ma le tempeste di sabbia, poco frequenti in questo
periodo ma non si sa mai, possono essere violente. Comunque gli sceicchi hanno
preso le contromisure a prova di Mazzonictus jettatorius. Per evitare il
problema della sabbia in pista tutto attorno al circuito sono state date due
mani di Vernidas al fine di fissare ogni granello di sabbia, per resistere
anche ad un tornado tropicale anomalo evocato dalle macumbe del nostro.
Dopo la prima ora di prove ecco l'imprevisto. Pare che i presagi di una
difficoltà della marea Rossa inizino ad intravedersi all’orizzonte, il Kaiser è
solo quarto, preceduto dai soliti noti, mentre il prode Rubinetto si trova
addirittura in undicesima posizione. Ma come, tutti si chiedono, se ieri davano
secondi a manciate come mai questo situazione?
Le petit imperateur scatta immediatamont nel motorhome con ingegneri e
piloti. "mes pretorien, la situation est improvvisamont incasinè. Les nemis
sont rapid comme uno schioppon e les notre voitures sont plus lent, comme
spiegon la situation a sua immensitè les Omnipresident??? Vous connessez che se
non gagnon le GP les Omnipresident escambies nous con un group des
cammelles!!!!" Poldo ridacchia con un casco di banane vicino alla poltrona e
viene immediatamente redarguito dall’imperateur: "Allez Poldò, illustrez le
strategie vincent". Poldo con il solito linguaggio delle bertucce fa capire che
le Rosse sono andate in pista con la benzina per affrontare senza rifornimenti
la 24 ore di Le Mans, quindi erano pesantucce e lui resta assolutamente
tranquillo.
Tra i piloti si nota il Kaiser che continua a dare sberle sul coppino a
Rubinetto facendogli ripassare metro per metro la pista. Quando il piccolo
Rubens non fa più "brum brummmm" ma inizia a gridare "sgreaccchhh" simulando
una frenata ecco pronto arrivare lo scoppolone Suchmakeriano che gli ricorda
immediatamente di allungare al limite la staccata. Dopo 3 ore di questo ripasso
i due si vanno a preparare per l’ora di prove finali. Rubinetto accusa un
lievissimo stato commotivo immediatamente sistemato dal fisioterapista indiano
del Kaiser, che gli spiega che fine farà se non riesce ad andare forte. Pare
che la punizione prevista sia andare a Calcutta e diventare il primo taxi umano
della città. In pratica si tratta di trainare il classico biroccio sul quale
potranno salire esclusivamente turisti stranieri extra large, meglio se
teteschi e meglio ancora se originari di Kerpen.
Iniziano le solite inutili cinquine che portano a creare le ultime file
dello schieramento. Le solite comparse iniziano a danzare sulla sabbia così
come fanno a Riccione durante le scorribande estive. I rilievi cronometrici
sono impietosi e confermano puntualmente i valori in campo. Ma ecco che il
tutto inizia a movimentarsi quando scende in pista il nostro secondo pilota
Zerbinotto, che stampa un tampone degno di nota. Si susseguono i giri in pista
e nessuno riesce a superare Rubinetto che resta sempre davanti a tutti. Tocca
ai big entrare in scena, ecco che la Renault di Trulli va forte ma non troppo,
mentre quella di Alonso va fuori per le terre, anzi per le sabbie. E’ la
seconda volta che lo spagnolo, pilota che resta comunque fortissimo, sbaglia le
qualifiche. Così come in Malesia fa errori su errori, dichiara di aver avuto i
freni ko e si scopre subito che Efflavius aveva ideato un liquido per freni
fatto con un composto di Genepì e toma piemontese che non ha dato gli effetti
sperati.
Rikkio getta in campo l’ennesimo colpo di scena. Già sicuro di essere
retrocesso di dieci posizioni, proprio quando Mazzonictus annuncia "adesso
vedremo Raikkonen e la McLaren cosa faranno", ecco che Ice Driver viene
inquadrato mentre rientra mestamente ai box senza nemmeno fare il giro di
qualifica. Dal muretto Ciccio Haug tenta il suicidio in diretta con il Boss che
gli urla "non morire fetusu, che prima ti devo ammazzare io a mani nude!!".
Il Kaiser si butta nella mischia ed al primo intertempo è davanti a
Rubinetto di pochi centesimi. "Vuoi vedere che questa volta il brasileiro ci ha
dato veramente dentro?", pensano gli ottimisti, mentre dall’altra parte della
barricata i pessimisti iniziano a pregare perché se il Kaiser non dà almeno 4
decimi a settore allo scudiero vuol dire che è in crisi mistica. Secondo
settore e stessa solfa. Qualcuno si esalta mentre altri entrano in una
depressione sempre più profonda. Ultimo settore ultime curve ed ecco che il
Kaiser fa vedere il meglio del suo repertorio. Arriva in scivolata ad un
rampino a sinistra con la macchina completamente in sovrasterzo. Lui la
controlla con un controsterzo alla Sandro Munari su Lancia Stratos al
Montecarlo con neve e si fionda come un rapace nell’ultima serie di curve. Una
zampata quà ed una là, ed eccolo spuntare sul traguardo con il solito incedere
da martello che non lascia dubbi su chi sia il migliore. Il cronometro si ferma
e stampa un meno 4 decimi in verde sul tempo di Rubetto.
Tutti gioiscono, ottimisti e pessimisti, ma restano quelle lenze della
Williams. Ecco Emiliano, aggressivo come non mai. La sua macchina sobbalza come
un canguro in rettilineo e Mazzonictus dichiara che si tratta delle gomme
Michelin che sono più morbide. Silenzio tra gli altri inviati e anche Piola non
dice nulla, anche se pare tutto assolutamente poco credibile. Nei primi due
settori Colombia c’è, è li vicino ed il sangue inizia a raffreddarsi così come
diminuiscono bruscamente i battiti cardiaci. Quando mancano pochi metri alla
fine ed Emiliano sembra andare davvero forte ecco che la salivazione è azzerata
così come viene azzerato il piccolo vantaggio di Colombia, che finisce buon
terzo dietro la coppia Rossa.
Ralfonso scende in campo con la furia di sempre, ma fin da subito pare in
ritardo, e non solo mentale. Nel secondo parziale perde ancora e con un piccolo
recupero sul traguardo si piazza in quarta posizione. In terza fila si piazzano
le Bar, che ormai è aperto 24 ore su 24 e offre bevande di buon livello. Anche
i barman vanno forte e persino Sato il pilota squilibrato fa la sua porca
figura tra gli altri mesti protagonisti.
Tutti vanno a dormire tranquilli, ma c'è qualche eccezione. Il parabolone
paraculico in dotazione ci permette di assistere ad una gustosa scenetta. I
meccanici della Scarafo Car salgono al tramonto su di un fiammante furgone
Merdecess e vanno nella capitale Bahreinica per rubare qualche pezzo dalle
numerose limousine Merdecess degli emiri. Un'idea di Ciccio per rimpinguare la
scorta di pezzi di ricambio McLaren, in via di esaurimento causa la ben nota
affidabilità dei due catorci stellati d'argento.
Il Boss, accortosi della mancanza di un furgone e dei suoi meccanici
picciotti, si incazza come un furetto in crisi d'astinenza e chiama i suoi
fedelissimi a rapporto. "Minkia, ma non vi avevo detto che nessuno doveva
uscire, tutti in carcere dovevano restare! Cercatemi i fetusi e portateli
subito da me, vivi o (meglio) morti!!!".
Due Alfetta a fari accesi sfrecciano nel deserto alla caccia dei fuggitivi.
Dopo pochi chilometri intravedono una strana nebbiolina all'orizzonte. Sul lato
opposto della carreggiata alcuni picciotti in difficoltà cercano di chiedere
soccorso tramite segnali di fumo, alzando ed abbassando il cofano del furgone,
sotto al quale il motore brasato genera pestilenziali vapori che farebbero
schiattare d'invidia Efflavus Briatorius.
I volonterosi picciotti avevano fatto di tutto per recuperare i pezzi
necessari, ma sono stati abbandonati sconsolatamente anche dal motore Merdecess
del furgone, che ovviamente non voleva essere da meno del fratello nobile.
I poveri picciotti erano ormai disperati ed erano ormai intenti a fare con
le formine una serie di modelli di sabbia della mitica MP4-19 per verificare
alcuni aspetti aerodinamici non proprio riuscitissimi.
Cosa dire, lo Scarafo Team è messo veramente male, non bastava la zavorra De
Mascellonis, ci volevano anche i nuovi motori alimentati a petardi, adesso.
Si arriva alla mattina della domenica e la macumba Mazzonica colpisce con
mortale precisione: tempesta di sabbia e pioggia sul circuito. MA NON PIOVEVA
SOLO 5 GIORNI ALL’ANNO???? Certo, in condizioni normali, quando Mazzonictus è a
distanza di sicurezza. Abdaquà, Abdallà, Abdul e tutti gli altri principi
iniziano ad avere le prime avvisaglie di una situazione assai difficile da
spiegare a Bianca e Bernie. Il quale nel classico contratto fatto con i gestori
del circuito ha messo come sua abitudine alcune clausole scritte in aramaico in
caratteri microscopici, secondo cui se succede qualsiasi imprevisto sono bei
soldini da pagare di penali, senza discutere. Tutti si girano verso la Mecca e
chiedono un intervento immediato. Grazie anche alla mediazione
dell'Omnipredident presso Allah si riesce ad arrivare alla partenza e le cose
sembrano ritornare nella normalità.
Il Boss si è accordato con Patrizio, che nel frattempo ha catechizzato
pesantemente i fratelli Marx, affinché nella gara storica il principe Abdul
Abdul Abdul sia messo alla guida dell’Aston Martin di James Bond. Scopo della
missione è quello di mettere dell’olio sulla pista per dare fastidio alle
Rosse, ma l'arabo non capisce nulla e scarica la pozza di petrolio davanti alla
posizione di start di Zerbinho, lasciano asciuttissimo l'asfalto davanti alla
pole.
Il Boss è disperato, ormai è completamente fuori di melone e deve essere
ricoverato al centro medico per mafiosi in preda alle convulsioni. Nel mentre
Patrizio parla al cellulare con Frank: "well, l’arabo has cicched la mission
impossible, now sono bitter cass. Se il Kaiser parte a razzo we are in the
middle of the street".
Zerbinho alla vista della pozza davanti alla sua posizione comincia a
frignare, ma il Kaiser lo zittisce amorevolmente piazzandogli un ciuccio di 30
cm di diametro (NdS: non precisiamo dove, questa è una cronaca seria e su certi
particolari sorvoliamo), mentre Poldo fa uscire la squadra di pretoriens di
pronto intervento che inizia subito ad inondare di parmigiano reggiano ad alto
coefficiente di assorbenza la pozza d’olio.
Tutti pronti, si accendono le luci, poi buio nel deserto e via. La ripresa
frontale è da una telecamera distante circa 45 km e pare che tutti si muovano
con una lentezza bradiforme. Il Cid e Sancho Panza arrivano alla prima staccata
e il Kaiser, che resta sempre un gran gentleman driver anche quando duella
contro il suo secondo, lo spiattella con una staccata a ruote fumanti
chiudendogli la porta in faccia con una violenza terrificante. Dietro al Kaiser
si accoda lo scudiero, e subito dietro il Colombia. Segue il resto della muta,
con Ralfonso che come sua abitudine ha cappellato la partenza.
Passano pochissimi giri ed ecco che lo stufato di Rikkio si compie. Una
fumante stella d’argento inizia a bruciare come un pozzo di petrolio nel cui
foro sono stati inseriti una serie nutrita di mega raudi da combattimento. I
principi prendono subito nota delle coordinate, mentre Bianca e Bernie si frega
le mani, in quanto sa che da contratto se viene trovato un pozzo di petrolio in
pista diventa automaticamente di sua proprietà (vedi clausola num 128.354 bis
dell'allegato vessatorio).
Il muretto McLaren è alle corde, ed immediatamente decollano due aerei
carichi di sicari dall'aeroporto di punta Raisi. Il Boss si porta avanti nel
lavoro come al solito.
E’ veramente difficile pensare che dopo 3 gare, mettendo insieme tutti i
giri fatti da Rikkio forse non si finisce nemmeno un GP. Gran motore questo 10
cilindri di Stoccarda, o forse, essendosi Adriano Celentano Newey ispirato per
la MP4-19 all’aerodinamica della Multipla vecchio modello, ci sono notevoli
problemi di raffreddamento.
Poco male per lo scarafo team, dato che Rikkio, l'apprendista non poteva
fare molto e tutto in McLaren è sulle spalle dell'indiscusso primo pilota De
Mascellonis. Avete appena letto un esempio di frase non sense, come dire che il
più grande matematico della terra è un cercopiteco nano scemo.
Patrizio al muretto capisce in fretta che le cose non vanno particolarmente
bene, dato che nei primi cinque giri il Colombia prende oltre cinque minuti e
quindi anche oggi le Williams sono vicine si, ma alla disfatta.
I due di testa vanno come matti e lasciano il resto della truppa a distanze
siderali. Ogni giro il Kaiser stampa oltre un secondo al terzo, mentre Zerbinho
elargisce dai 6 ai 7 decimi. Detto questo detto tutto. Le BAR girano come
frullatori impazziti, ed improvvisamente ecco che la sindrome Ralfonso esplode
improvvisa.
Ralfonso, che notoriamente subisce lo spegnimento del neurone all’istante
nel quale si spengono le luci rosse del semaforo allo start, arriva alle spalle
di Sato. Lo punta più volte per cercare il sorpasso ma lo squilibrato tiene
duro. Alla fine del rettilineo ecco che Ralfonso arriva come un proiettile e si
infila nella fiancata di Sato. Ma il nippo è ostinato e resiste, ed alla
successiva curva verso sinistra è dalla parte giusta. Ma il grande asino
ragliante chiude leggermente la traiettoria impostando la classica manovra a
zeta (ma più che Zorro qui fa ricordare il sergente Garcia) e si stampa come un
cretino contro la gomma di Sato. Il quale, pur avendo fatto un corso serale con
il mago Oronzo, non riesce a sparire. Incidente inevitabile e uscita di
Ralfonso che riparte in 180ma posizione, ma comunque continua nell'errata
convinzione di essere un pilota di F1.
Patrizio sviene direttamente sul muretto per questa vaccata galattica, ma
continua a sperare nella gara del Colombia. Il quale ormai ha visto svanire
all’orizzonte il Kaiser ed anche il fido Rubinetto, ma tiene saldamente in
pugno la terza posizione. Nelle retrovie un ottimo Klien dà spettacolo ed
ingaggia una durissima lotta con tutti quelli che trova, anche con un cammello
inopinatamente entrato in pista. Alcuni sorpassi sembrano dare l’idea che il
giovanotto dal cognome simile ad un tappeto abbia qualche qualità, vedremo.
A metà gara si può andare tutti al mare. Compreso il Kaiser, che prende la
palla al balzo e si accorda subito con i suoi meccanici. Secondo pit stop e non
appena la macchina viene rifornita e si cambiano le gomme ecco che tutta
l’allegra brigata con Poldo e le petit imperateur in testa corre in costume con
salvagente a paperetta incorporato verso la piscina dietro ai box. Una mezz’ora
di bagni, poi una bella cottura sotto il sole, massaggio defatigante ed il
Kaiser è pronto per ripartire. Quando rientra giocosamente in pista sostituisce
il casco con una semivisiera da croupie del casinò di Bellinzona e si butta
nella mischia con un vantaggio di oltre 30 secondi su Rubinetto, che in attesa
di rientrare aveva parcheggiato a bordo pista e aveva completato tutti i
cruciverba della Settimana Enigmistica.
Anche Rubinetto si farebbe una nuotatina al rientro, ma i meccanici
pretoriens tramano nel buio. Non appena arriva a bordo piscina iniziano a
gridare "tuffati coniglio" e lui, punto nel proprio orgoglio di zerbino, sale
sulla piattaforma da 10mt (NdS: la piattaforma è il primo dei dieci stadi del
trespolon da combattimont del Grande Puffo) e si lancia in planata. Ovviamente
i pretoriens avevano tolto l’acqua, ed il nostro si schianta nel più perfetto
stile Willie il coyote.
Leggermente intontito Zerbinho ritorna in auto e non capisce al volo i segni
dati dall’uomo del lecca lecca, inizia quindi a far girare il suo 10 cilindri a
40.000 rpm quando la macchina è ancora sui cavalletti. Il panico serpeggia tra
le truppe Rosse per la cazzata manifesta. Tutto si aggiusta in fretta ma
Rubinetto, non pago, al rientro in pit lane riesce quasi a centrare il Grullo
che aveva appena rifornito. Poco male tanto resta secondo ad un giorno dal
Kaiser ma con una settimana di vantaggio sul Colombia. Gli altri è come se
stessero ancora correndo in Malesia.
Ma ecco che un GP pieno di colpi di scena offre un nuovo spettacolo. Alonso
arriva come un furetto ingrifato alle spalle di Webber sulla Jaguar. Lo punta
da tutte le parti ma non riesce a passarlo. Alle loro spalle, fulminato come
una lampadina sta rinvenendo a tambur battente il Ralfonso furioso. Tutti
sperano nell’apoteosi della vaccata, che puntualmente accade. Alonso, avvertito
in rettilineo da Efflavius con un urlo alla bagna cauda che gli corrode tutta
la parte destra del casco, capisce che si deve muovere. Spinge come un ossesso
ed inizia a far vibrare le nacchere che porta sempre nell’abitacolo. Webber
sente degli strani rumori provenire da dietro, si distrae per una frazione di
secondo ed arriva lungo in frenata, ritrovandosi così ignobilmente uccellato
sia da Alonso che da Ralfonso.
Al box Williams l’aria è pesante, ma i loro guai non sono finiti. Il
software che gestisce il cambio della macchina di Colombia inizia a dare i
primi problemi. Dal muretto Patrizio ulula alla luna come un lupo siberiano
mentre Frank interroga i fratelli Marx. Dopo pochi minuti ecco spiegato
l’arcano: per ridurre le spese Harpo ha caricato una versione craccata del SW
di Word al posto di quello giusto. Si era comunque accertato dal suo solito
fornitore, un Senegalese che solitamente opera al mercato di porta Portese, che
il tutto non dava assolutamente alcun problema.
Infatti funziona tutto come un orologio, peccato solo che al Colombia dopo
ogni rettilineo entrino alternativamente solo le marce pari o solo quelle
dispari, così a sorpresa.
E così inizia per il Colombia un calvario senza fine, dopo pochi giri lo
passa Batton, poi il grullo, quindi Sato, ecc. ecc. A questo punto Patrizio, la
faccia color blu metilene, salta giù dal muretto e si infila con il testone tra
due inferriate che danno sul rettilineo gridando "voglio morire qui,
decapitatemi subito!!". Che goduria.
Alla fine Colombia arriverà tra i primissimi in 13ma posizione sorpassato
anche da Da Matta, Panis, Webber, Stitichella, Pippo Baudo, la sinora Pina ed
un branco di cammelli.
A pochi giri dalla fine ecco che Mazzonictus, presagendo subito la disgrazia
da quell'impareggiabile rabdomante da sfiga che è, annuncia trionfante "la
McLaren di Coulthard sta entrando ai box!!". Questa per la stella di latta è la
mazzata finale, al rientro dello scottish fetusu i meccanici abbassano subito
le serrande dei box ed affiggono sulle suddette diversi cartelli dove si legge
tra l'altro:
"chiuso per lutto"
"chiuso per turno di riposo, ripassate nel 2027"
"contro la riforma delle pensioni ora e sempre Ron the boss al posto di
Berlusconi"
"vogliamo il tempo pieno, basta con i GP part time"
"cedesi team di F1, attività ben avviata, proseguita meno bene, prezzo
d'occasione"
"meccanici in saldo, Alfetta muniti"
"domenica prossima grande festa al centro commerciale 'Il Padrino',
macchine, meccanici e piloti con la formula 3x2, l'unica formula che ci riesce
bene"
De Mascellonis capisce che non c’è più niente da fare ed abbandona
mestamente la sua ferraglia argentea nei pressi delle Merdecess adibite a pace
car, medical car, pompe funebri car eccetera, tutte rigorosamente in panne.
Il Boss in preda a delirio totale viene portato via a braccia dai suoi
picciotti a bordo di una Arna blindata. I due aerei partiti da punta Raisi
vengono dirottati verso Stoccarda, ed in pochi minuti tutto il convoglio degli
scarrafoni (i 250 TIR con tutti i pezzi di lego del castello di Ciccio,
scortati dalle Alfetta) leva le tende e sfreccia nel deserto con destinazione
Germania. Pare che ci sarà a breve un cordiale incontro al vertice, della serie
"Kill Ron vol. 1, 2 e 3". Chi non sopporta la vista del sangue stia alla
larga...
Per finire in bellezza il Kaiser si ferma alla curva 7, che è a favore di
sole, e si sdraia sulla macchina trasformata in lettino, aspettando lo scudiero
per l’arrivo in parata. Dopo circa mezz’ora sopraggiunge Rubinetto e i due
tagliano il traguardo quasi affiancati, giocando a volano. Dopo alcune ore ecco
arrivare Batton seguito da tutti gli altri, compreso il Colombia. Quest'ultimo,
il cui motore fa un rumore molto simile a quello di un Ape Piaggio fuso, taglia
mestamente il traguardo quando gli ultimi addetti lasciano il circuito, verso
l’imbrunire.
Il Kaiser sale sul gradino più alto del podio e riceve baci dal parterre
dove le petit imperateur viene sparato in aria a mo di petardo, in segno di
giubilo. Rubinetto arriva secondo e viene preso per i fondelli anche sul palco,
gli danno infatti una Magnum uguale a quelle d'ordinanza e lui se la tracanna
d'un fiato. Ovviamente va immediatamente in stato di coma dato che non si
tratta di champagne ma di idrolitina al gusto di petali di rose, una cosa
disgustosa.
L’apoteosi si ha quando Giovannello Tenerello intervista Poldo, il quale
dopo un rutto clamoroso (aveva tracannato anche lui una Magnum di idrolitina)
si dichiara sorpreso della pochezza degli avversari. Sullo sfondo passano i
carri attrezzo con le macchine brasate in pista: la McLaren di Rikkio e la
piastrella di Baumgartner, mezzi ormai giudicati dello stesso rango.
In sala stampa l’intervistatore chiede al Kaiser come è andata la gara e
lui:
"Sessione impegnativen, macchinen perfetten, gommen ottimen, ma io afere
ormai fatten troppi giren di proven, quando essere garen con altri piloten?"
Effettivamente era facile confondersi, gli avversari NON LI HA MAI VISTI!!!!
Le pagelle non si possono fare dato che è come paragonare un ingegnere con
un gruppo di analfabeti. Mi limito a farvi notare che il mondiale piloti
recita:
Kaiser 30 e lode
Rubinetto 21
Resto del mondo da 15 punti in giù
Considerate che il terzo è l'ottimo Batton sulla BAR Honda, ma gli avversari
veri dove sono?
Nel mondiale costruttori la Rossa è già quasi matematicamente campione, il
resto del gruppo essendo a distanze siderali.
Amici miei non c’è più storia. Se non succede qualche cosa di veramente
incredibile quest'anno si vincono tutte le gare, poi il Kaiser può ritirarsi
tranquillamente tra gli eroi dell'Olimpo (les Omnipresident sta già
organizzando i festeggiamenti).
Ci si vede tutti ad Imola per un’altra cavalcata solitaria della Rossa.
Molti iniziano a dire che il mondiale è monotono, ma se i nostri due riescono a
fare doppietta da oggi alla fine del mondiale io mi diverto da morire.
Il Criticatutto