COMMENTO
Da un anno e mezzo (escludendo la strana gara di Indianapolis) non
succedeva quello che è successo oggi: una Ferrari ha vinto una gara di F1.
Questo in estrema sintesi il senso del Gp di Imola dominato da Schumacher.
Alle sue spalle Alonso, poi Montoya, Massa, Raikkonen, Webber, Button e
Fisichella.
Va detto che il povero Alonso due volte è arrivato alle spalle di
Schumacher ma, vista l'impossibilità di sorpassare (difetto tipico del
circuito di Imola), la prima volta è rientrato nei box anticipando il pit
stop, la seconda, sul fine gara, ha cercato di indurre all'errore il
tedesco infastidendolo con manovre di finti attacchi per una quindicina di
giri.
Scontato l'esito: Schumi non è uno che si lascia infastidire, anzi. La
sua principale caratteristica di guida è proprio quella di riuscire a
girare all'infinito con tempi record e con un livello di concentrazione
altissimo. Così alla fine Alonso si è "auto-infastidito", sbagliando come
un pivello e lasciando allungare il tedesco proprio negli ultimi giri.
Peccato perché la Renault di Alonso è apparsa nettamente più veloce
della Ferrari e, su altri circuiti, avremmo assistito a un duello da
cineteca.
Difficile quindi parlare di riscatto o resurrezione Ferrari: la Renault
è ancora superiore e la classe del tedesco nulla potrà se non cambieranno
le cose dal punto di vista tecnico. Imola, fra l'altro, è uno dei circuiti
più favorevoli in assoluto per la Ferrari e qui, più che una vittoria a
Maranello sarebbe servita una doppietta con relativa debacle Renault. Solo
così si sarebbe potuto riaprire davvero il mondiale. Se infatti dal punto
di vista matematico (solo 15 punti di distacco fra Schumi e Alonso) il
ferrarista ce la potrebbe ancora fare ad agguantare il titolo, dal punto
di vista pratico-tecnico quei 15 punticini appaiono una differenza
astrale. Vedremo. |