Torna l'Hamilton di sempre, il ragazzo prodigio che stupì tutti al suo
arrivo nel mondo della F1: oggi è stato in testa dal primo all'ultimo giro,
partendo a razzo dalla pole per poi gelare più volte il cronometro a suon di
giri veloci. Alle sue spalle Glock, Alonso, Vettel, Button, Barrichello,
Kovalainen, Kubica. Poi, fuori dalla zona punti, Nakajima, Raikkonen,
Rosberg, Trulli, Fisichella e Liuzzi.
Un ordine d'arrivo che dimostra come le McLaren ormai siano di nuovo le
macchine da battere (ci hanno messo quasi un anno, ma alla fine ce l'hanno
fatta...), e che le Ferrari sono invece in grandissima difficoltà visto che
Raikkonen non è andato oltre il decimo posto e che Fisichella è finito
penultimo.
Va detto però che a regalare la seconda posizione a Glock e la terza ad
Alonso ci hanno pensato rispettivamente Rosberg e Vettel. Il primo, quando
era saldamente in seconda posizione (anzi, avrebbe perfino potuto attaccare
Hamilton) al rientro in pista dal pit stop ha messo goffamente mezza
macchina sopra la riga bianca e si è beccato così la penalità del passaggio
a velocità ridotta ai box. Il secondo ha invece superato il limite di
velocità ai box e si è così preso la stessa penalità.
Addio podio per entrambi ma le conseguenze più gravi le ha subite
sicuramente Vettel che così ha dato addio alla sua rincorsa a Button e al
titolo mondiale.
La classifica infatti parla chiaro: Button ora ha 84 punti, Barrichello
69 e Vettel appena 59. Ma anche per quanto riguarda il mondiale costruttori
questa gara segna un punto di svolta: la terza posizione della Ferrari
inizia a vacillare visto che oggi è rimasta a 62 punti e la McLaren è
risalita fino a quota 59. Non solo: alla Ferrari hanno congelato lo sviluppo
di questa macchina, mentre alla McLaren continuano a migliorarla, il
sorpasso sembra davvero inevitabile.
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