Sebastian Vettel domina il GP del Giappone a Suzuka con un vero monologo
dalla pole alla bandiera a scacchi. Quanti rimpianti per Seb. Per talento e
prospettive avrebbe meritato lui questo Mondiale, che salvo clamorosi
ribaltoni andrà invece a Jenson Button. L’inglese della Brawn a Suzuka ha
corso da ragioniere, chiudendo ottavo dopo una prestazione comunque
intelligente. Solo una posizione dietro al compagno-rivale Rubens
Barrichello, su cui conserva un margine di 14 punti a due gare dalla fine.
Vantaggio piuttosto rassicurante per il titolo piloti. Solo una formalità
invece il mondiale costruttori per la Brawn GP: manca solo un punto, che
arriverà probabilmente già in Brasile, pista tra l'altro favorevole alla
monoposto di Ross Brawn.
Alle spalle di Vettel grande prova di Jarno Trulli, che porta la Toyota
al secondo posto davanti ad un Lewis Hamilton che è andato spegnendosi col
passare dei giri e autore di un ultimo stint poco brillante. Un bravo anche
a Kimi Raikkonen. Con una Ferrari non trascendentale il finlandese ha
ottenuto un ottimo quarto posto dopo una gara saggia e costante. Magari
senza grandi squilli ma molto solida. La Ferrari spera di non doverlo
rimpiangere. A punti anche Rosberg e Heidfeld, davanti alle due Brawn.
Tutto regolare al via, con Hamilton che grazie al kers scavalca Trulli in
seconda posizione e Vettel che dalla pole non ha esitazioni. La gara scorre
senza grandi sussulti fino al secondo pit-stop. Giancarlo Fisichella si
immalinconisce con un’altra corsa anonima, subendo anche un sorpasso
evitabile da Kovalainen in corsia box e terminando dodicesimo.
Il capolavoro di Trulli e della Toyota si compie dopo la seconda sosta di
Hamilton. L’abruzzese inanella tre giri super prima del rientro. I meccanici
fanno il resto ai box e l’italiano rientra davanti all’iridato in carica.
Prima della bandiera a scacchi il gruppo si ricompatta a causa dell’uscita
di pista di Alguersuari, che costringe la safety-car all’ingresso in pista a
otto giri dalla fine. Ma non succede più nulla. Vettel festeggia, ma se alla
Red Bull non avessero buttato via un paio di gare, forse saremmo qui a
parlare di un'altra stagione.
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