COMMENTO
Tutto da rifare. Il duello Alonso-Schumacher è rinviato: nessuno dei due
campioni è riuscito ad arrivare al traguardo del Gp d'Ungheria. Alla fine,
dopo 113 gare, Button è riuscito a vincere la sua prima corsa, seguito da De
La Rosa, Heidfeld e Barrichello. Poi Coulthard, Ralf Schumacher, Kubica (poi
squalificato) Massa e Michael Schumacher. Già da questa classifica, si
capisce che quello di Budapest è stato un gran premio molto particolare, che
per un motivo o per un altro ha fatto fuori tutti i protagonisti. Con un
particolare grottesco: sia Alonso che Schumi non sono arrivati al traguardo
per errori imperdonabili. Proprio come per altrettanti folli errori i due
piloti si erano auto-esclusi dalle prove. Ad Alonso durante l'ultimo pit
stop, quando era in testa, hanno avvitato male la ruota posteriore destra
(pazzesco, ormai non succede neanche nelle formule minori), mentre
Schumacher a fine gara, quando non aveva nessuna possibilità di resistere
agli attacchi di De La Rosa e Heidfeld, ha duellato inutilmente rimediando
solo una botta che gli ha spaccato la sospensione. Lui aveva le gomme
intermedie, gli altri da asciutto. Se il tedesco si fosse accontentato, ora
si godrebbe un importantissimo quarto posto. E invece si deve accontentare
dell'ottavo, arrivato per altro grazie alla squalifica di Robert Kubica. Il
polacco della Bmw che si era piazzato settimo, è stato squalificato dai
commissari perché la sua vettura è stata trovata due chilogrammi sottopeso.
Di conseguenza i ferraristi Felipe Massa e Michael Schumacher guadagnano una
posizione ciascuno: Massa settimo e Schumi ottavo. Per la squalifica di
Kubica cambia leggermente, ma in modo significativo, il risultato ungherese
per Michael Schumacher. Il punto preso riduce a dieci il ritardo da Fernando
Alonso. Mancando cinque gare alla fine ed essendo di due punti il divario
tra il punteggio per il primo e il secondo classificato, il tedesco torna ad
avere l'aritmetica possibilità di conquistare il mondiale se dovesse vincere
tutte le gare e lo spagnolo dovesse essere contemporaneamente arrivare
sempre secondo. La Bmw ha spiegato il sottopeso come causa e un eccessivo e
inatteso consumo delle gomme, dovuto all'uso di pneumatici da pioggia
anzichè quelli previsti da asciutto. I commissari hanno riconosciuto la
buona fede ed 'hanno dato credito' alla scuderia per l'assistenza e la
cooperazione ma non hanno potuto far altro che applicare l'art. 4.1 del
regolamento tecnico della formula 1 2006. Ma torniamo alla gara. Se
Schumacher ha commesso un errore, peraltro dopo una gara da grandissimo
campione, con una ottima partenza e un gp impeccabile, il suo compagno di
squadra, Massa, ha combinato un disastro: in partenza dalla seconda
posizione si è ritrovato quasi subito settimo. In più ha "condito" la sua
prestazione con tre testacoda (uno anche nel giro di riscaldamento!) e tempi
sul giro sempre al di sotto delle aspettative, al punto che dopo metà gara
Schumacher lo aveva già doppiato. Non stupisce quindi che la Ferrari gli
abbia fatto un vero affronto: lo ha rimandato in pista con gomme da bagnato,
solo per capire se Schumi nel successivo pit stop avrebbe avuto qualche
vantaggio da questa scelta. Insomma, trattandolo come una specie di cavia.
In tutti i casi la gara di oggi, con pista bagnata, ha rimesso in
discussione tutti gli equilibri della F1. Soprattutto quello del pianeta
gomme, con la Michelin che è tornata avvantaggiata sulla Bridgestone
regalando ai suoi piloti un vantaggio sul giro anche di quattro secondi.
Anche questo deve far riflettere: la massima categoria automobilistica -
ancora una volta - si dimostra totalmente schiava dei costruttori di gomme.
Di questo passo sarà più corretto dire "ha vinto la Michelin" o "la
Bridgestone" piuttosto che questo o quel team... |