COMMENTO Era
chiamato a rispondere, lo ha fatto da fenomeno. Dopo due zeri in classifica,
Fernando Alonso è tornato al successo nel campionato che porta sempre più il
suo nome e quello della Renault. E tutto nel GP di Francia, per la gioia
della sua scuderia e della Michelin, pure lei sotto i riflettori dopo i
fatti di Indianapolis. Una vittoria pesante anche perché gli avversari sono
stati spazzati via. Solo Kimi Raikkonen su McLaren ha contenuto il distacco
in un divario accettabile, 11 secondi. Terzo ha chiuso Michael Schumacher
con una Ferrari che è sì migliorata nettamente, ma oggi ha preso qualcosa
come 1’21”. Non eravamo abituati a vedere la rossa doppiata (è toccato a
Barrichello, giunto nono). Ma in questo sta la dimensione del grande lavoro
compiuto dalla Renault.
Del resto i distacchi di oggi parlano chiaro: dal quarto posto in giù
(Button, Trulli, Fisichella, Ralf Schumacher, Villeneuve, Barrichello,
Coulthard e Sato) tutti hanno rimediato un giro, Webber (12°) ne ha presi
due, Monteiro (13°) tre, a seguire Heidfeld e Karthikeyan ben 4.
Un’autentica strage. Che si è materializzata fin dalla partenza quando
Alonso è scattato benissimo e in 12 giri ha accumulato 17” su Trulli e la
Ferrari di Schumi. A meno di problemi tecnici che non ci sono stati nessuno
avrebbe potuto più raggiungerlo. Anche perché lo spagnolo, alla quinta
vittoria stagionale, si è pure permesso il lusso tecnico di effettuare la
sua prima sosta subito dopo gli stessi Trulli e Schumacher...
Al giro di boa del campionato va comunque sottolineato che i giochi sono
ancora aperti grazie alla McLaren. Se Raikkonen non avesse rotto il motore
venerdì, oggi la gara avrebbe potuto avere un andamento differente.
Intruppato nelle fasi iniziali, il finlandese e lo stesso Montoya (poi
ritiratosi) sono stati incredibili quando gli avversari davanti a loro si
sono fermati per le loro soste. In quella fase hanno inanellato giri veloci
a raffica tanto da restare davanti a Schumi e Trulli dopo il primo pit-stop.
La giornata della Renault è stata solo un po’ rovinata dal sesto posto di
Fisichella che ha spento il motore nella sua ultima sosta. Forse una
posizione in più sarebbe stata alla sua portata. Ma con una macchina del
genere le occasioni anche per lui non mancheranno. |